Ordine e Disordine

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Siamo ancora davanti al mio computer, Jake è molto pignolo, sta ripulendo e sistemando tutte le cartelle, ha eliminato un po' di roba inutile, altre cose sospette, abbiamo litigato perché minacciava di vedere foto e video miei di vacanze e anni passati.

"Cosa credi, che non abbia mai visto i tuoi social?"

Jake sorride sornione, evidenziando la sua fossetta che mi fa impazzire.

"Oddio, cerco di non pensarci, sapevo che spiattellare le mie cose su facebook e instagram prima o poi mi si sarebbe ritorto contro."
"Carini i video in cui balli e anche quelli in cui suoni il piano. Sei davvero affascinante e sensuale quando lo fai."

Ed ecco che il mio viso si risintonizza sul rosso.

"Ma quelle che preferisco sono quelle scattate mentre lavori. Anche attraverso le foto si vede quanto ti piaccia e il cuore che ci metti."

Lo guardo stregata dalle sue parole e con un sorriso ebete.
Jake sorride e riprende a smanettare.

"Però non vale, tu sai praticamente tutto di me, io di te invece so solo che ti piacciono il colore nero e la marmellata."
"Non è vero, sai che mi piaci anche tu."

Questa frase mi fa sorridere. Mi si avvicina e con una mano mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

"Sai già molte più cose tu di me di quanto ne sappia chiunque altro, e non parlo solo del nero e della marmellata.
Imparerai a conoscermi, con te sto bene e so che posso mostrarmi per quello che sono."

Mi prende una mano tra le sue e inizia ad accarezzarla. Distoglie lo sguardo fissandolo proprio sulle nostre mani, forse per imbarazzo.

"Spero solo che quando mi scoprirai non fuggirai via, soprattutto per i miei difetti."
"Non sono fuggita quando ti sei presentato antipatico e presuntuoso, credi che potrei farlo ora?"

Si ferma un momento a guardarmi, quasi dispiaciuto.

"Grazie per non averlo fatto e...scusa".

Arriccia il labbro come i bambini quando vogliono qualcosa e, cavolo, io non ho tutto questo autocontrollo! Gli butto le braccia al collo e gli stampo un bacio, finendo con il ridere insieme.

"Dai, adesso vediamo un po' il tuo lavoro."
"Ok, vai in documenti, la cartella è quella che si chiama "B&B"".
"Wow! Più di 400 file!"
"Oddio se penso a quello che ho fatto per fare quelle ricerche e sono riuscita a pubblicarne meno della metà..."

Sospiro malinconica. Sì, quel lavoro mi costò davvero tanta fatica, fatica che non è mai stata ripagata, visto che l'ho dovuto lasciare in sospeso.

"Immagino la frustrazione... ma adesso sarà diverso."

Mi guarda e fa un occhiolino.

"Be', di certo almeno adesso non sarò sola a fare tutto."
"Questo è certo."

Inizia a scorrere le varie directory e lo vedo fermarsi su una in particolare.

Immediatamente comprendo il suo turbamento. Gli accarezzo una spalla.

"A suo tempo organizzai una cartella per ognuna delle vittime, in modo da poter raccogliere il materiale di tutti loro in ordine."
"Uhm.. scusa... mi ha dato una strana sensazione leggere "Penelope Spencer"".

Apre la cartella e si ferma a guardare i titoli dei file.

"...posso?"
"Intendi... aprirli? Certo che puoi... è roba tua... non è molto, ovviamente la cartella clinica è coperta da privacy, sono riuscita a trovare solo dati pubblici, statistiche, niente che riguardasse lei direttamente."
"Sì, be', mi dispiace non averti dato nulla, ma, come ti dissi allora, lei era stata con mia zia durante la sua malattia e dopo la sua morte lei non voleva tenere nulla in casa perché le provocava molto dolore e si liberò di tutti i documenti."
"Capisco, non ti preoccupare."
"In realtà, successivamente, con... uhm... i miei mezzi... riuscii a trovare la sua cartella clinica dai file dell'ospedale che la teneva in cura. Ma ero già in fuga e tu avevi già smesso di scrivere di questo caso... avrei voluto darteli, ma ti avrei esposto solo ad un pericolo inutile.
Sai... Avrei voluto essere più vicino a lei... Ero in un'altra città, non lontana, a dire il vero, appena potevo la raggiungevo, nei fine settimana o quando potevo lavorare da casa."
"Jake, non ti porre questo problema, non conoscevo tua madre, ma era tua madre, ha fatto tanti sacrifici per farti crescere e vederti realizzato, non poteva certo desiderare che lasciassi il tuo lavoro per stare con lei. Poi se correvi da lei ogni volta che potevi le hai già dato tanto. Sono certa che lei sia fiera di te."
"E io sono certo che ti adorerebbe. Sai in alcune cose le somigli. Intelligente, caparbia e determinata...e anche... molto dolce... anche lei era così."

Duskwood: On The Trails Of NymosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora