Chi trova una Jessy trova un tesoro

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"Joan non era tenuta a far nulla. Non ci conosceva, non conosceva Hannah, si è trovata in mezzo a questo caos contro la sua volontà. L'abbiamo trattata male, accusata, messa nei guai, ha subito violenze psicologiche da parte di quel matto del rapitore, l'abbiamo messa in difficoltà e costretta a fare la parte della cattiva quando doveva rimproverarci perché era l'unica che riusciva a mantenere un po' di lucidità in tutto questo macello. E, nonostante questo, lei è rimasta con noi, è venuta fin qui per starci vicino e ci ha riempito di affetto."

"Be', detta così mi sa che la matta sono io, Dan." Lo guardo e rido. Lui si liscia la barba e fa lo stesso.

D'un tratto due braccia mi afferrano da dietro e mi cingono le spalle. Dalla cascata di capelli rossi che mi piove addosso capisco che si tratta di Jessy.

"Ehi, che si dice qui? Dan, che ci fai in mezzo alla polizia?"

"Sta facendo un numero di cabaret". Rispondo prontamente e sorridendo.

Dan mi lancia un'occhiata risentita ma subito si scioglie anche lui.

"Sei in pausa?" Domando alla mia coinquilina.

"Si, non ce la faccio più. Non vedo l'ora di andare via. Sono stanchissima."

"Devi venire anche domani?"

"Si, ma con calma. Tanto non ci sarà il caos di oggi."

"Lunedì torniamo qui a Duskwood, ok?"

Jessy mi guarda con occhio interrogativo, non vorrebbe parlare davanti ad Alan.

"S-sei S-sicura?"

Guardo Alan e David e poi guardo lei.
"Si, Jessy, non posso tenerti in ostaggio a tempo indeterminato. Se sarà necessario, tornerò lì in seguito. O ci andrà qualcun altro."

Jessy afferra subito la mia allusione a Jake, ma sicuramente l'avranno capita anche Alan e David.

"Allora devi assolutamente venire da me."

"In verità pensavo di andare al motel da Lilly."

"Non se ne parla proprio. Tu vieni da me. Stop."

"Ehm...ooook."

Non oso controbattere. In fondo non mi dispiace. Con Jessy sto bene e sono a mio agio. Con lei mi sento libera di parlare e confidarmi. È diventata davvero la mia migliore amica.

"Joan, ho bisogno di prendere un po' di aria. Mi accompagni fuori?"

La richiesta mi sembra un po' sospetta, ma accetto. Mi alzo e usciamo dal locale. C'è molta gente fuori, per cercare un po' di tranquillità ci tocca camminare.

"Allora, mi dici cosa sta succedendo?" Jessy ha l'aria preoccupata.

"Jessy, sono nel pallone. Non sono più sicura di niente. Ho scoperto che Jake mi ha tenuto nascoste molte cose e questo pregiudica tutto."

"In che senso? È sposato? Ha una famiglia e due o tre figli? È uno spacciatore? È un ragazzino di 15 anni?"

Mi fa domande a raffica, presa dalla preoccupazione.

"No, no, Jessy non è nulla di questo genere. Ho scoperto che abbiamo qualcosa che ci accomuna nel passato, riguardo ad un lavoro che ho fatto molti anni fa. Non penso che la mia presenza nell'indagine sia davvero dovuta al caso e Jake mi conosceva già da prima. Credo che mi abbia coinvolta perché a lui conveniva conoscermi. Ho del materiale che a lui può servire e anche molto.
Quindi la favola che abbiamo costruito ... è, appunto, una favola. Non la realtà."

"Ma davvero dici? No, Joan, non può essere. Sicuramente c'è una spiegazione."

"Lo pensi davvero?"

"Ehi, abbiamo visto tutti la sua reazione quando volevi andare alla cascata per lo scambio. E quando Lilly voleva cacciarti via. E, Joan, ha detto di amarti. Che motivo avrebbe avuto di mentire? Uno come lui, di così poche parole, così riservato, e ricercato, si metterebbe a sprecare tempo ed esporsi al pericolo per dirti un finto "ti amo"? Dai, non è possibile. Deve esserci per forza una spiegazione."

Duskwood: On The Trails Of NymosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora