Non male questa festa

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Sono ancora per strada a chiacchierare un po' con Paul, quando veniamo avvicinati da altre due persone.

Sono Alan e David.

"Buonasera Paul, ciao Joan."

"Buonasera a voi!" Ricambio il saluto.

"Buonasera dott. Bloomgate". Avverto ansia nell'espressione di Paul. Posso anche comprendere, nella sua situazione incontrare Alan potrebbe essere anche indice di brutte notizie.

"È in giro per piacere o è in servizio?" Continua Paul.

"In verità non sto lavorando, ma sono comunque in allerta e sono reperibile, in giro c'è il servizio d'ordine." Risponde il capo della polizia.

"Joan, come va l'umore?"

Lo guardo fisso negli occhi, per un attimo credo di averlo spaventato. Poi gli sorrido.

"Meglio. Devo dire che la festa è più coinvolgente di quello che immaginavo."

"Bene, mi fa piacere. Ah, dimenticavo. Mi scuso per la scortesia, Paul, le presento David, mio amico ed ex collega, adesso lavora all'FBI."

"Addirittura l'FBI è qui?" Domanda sorpreso il padre di Richy.

Guardo Alan e David, ma loro non si scompongono.

"No, stia tranquillo, sono in visita di cortesia al mio amico". Risponde David sorridendo a Paul, gli allunga la mano e lui la stringe.

Sono poliziotti, quanti teatrini del genere avranno nel loro repertorio.

Oddio e se fosse un teatrino anche tutta la storia della collaborazione con l'FBI?

Ecco Joan la paranoica all'opera.

Cavolo, Alan e io siamo amici. Se, dopo Jake, devo iniziare a dubitare di ogni singolo rapporto che sviluppo con una persona davvero finisco in psichiatria.

HO BISOGNO di fidarmi di qualcuno, per non impazzire definitivamente.

"Io ora devo andare, devo tornare da mia moglie." Paul si aggiusta il colletto del cappotto e fa un sospiro.

"Fino all'anno scorso usciva sempre per la festa di Pine Glade... Adesso con la scomparsa di Richy non riesco a convincerla ad uscire di casa..."

"Paul, guardami." Lo esorto.

"Te lo riporto Richy. Te lo prometto."

Paul mi guarda con gli occhi lucidi, mi sorride e mi afferra la mano.

"Dio ti benedica, Joan."

Gli sorrido anche io.

"Dott. Bloomgate, David, buon proseguimento!"

I due ricambiano il saluto e poi li vedo osservarmi. Alan ha uno sguardo crucciato.

"Vuoi il mio distintivo? A questo punto te lo regalo."

"Cosa?" Lo guardo con aria interrogativa. Credo di avere l'espressione di chi cade dalle nuvole. Davvero, non ho capito perché abbia detto queste parole.

"Una volta ero io a dire alle persone "non si preoccupi, lo ritroveremo." Dice quest'ultima frase scimmiottando la mia voce.

Scoppio a ridere portandomi le mani sulla pancia.

"Un attacco di gelosia?" Punzecchio Alan.

"Mmm..."
Alan è senza parole.

"Sig. Bloomgate", aggiungo, "non è colpa mia se le persone si fidano più di me che di te". Nel dire queste parole alzo il dito indice a mo' di maestrina.

Duskwood: On The Trails Of NymosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora