Cambio di prospettiva

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Alan mi guarda con curiosità. Anche David sembra sorpreso dal fatto che io conosca il caso di cui sta parlando.

A dirla tutta anche io sono estremamente sorpresa di questa cosa: un tassello importante del passato di Jake è anche un tassello importante del MIO passato.

Abbasso la gamba che avevo accavallata e mantengo una posizione eretta, per poter spiegare la situazione ai miei interlocutori.
Non è semplice, perché la mia testa, in questo momento, è un tripudio di sentimenti ed emozioni contrastanti tra di loro, positivi e negativi: sorpresa, curiosità, delusione, rabbia, senso di colpa, frustrazione e tanti altri.
Ho appena aggiunto alla mia mente ormai non più lucida un'altra buona dose di confusione.

Tra l'altro questa è una nota dolente per me. Mi fa sempre male ripensare a quella vicenda, perché è uno dei più grandi rimpianti della mia vita. Una di quelle cose che con gli anni non dimentichi, ma ogni tanto vengono a bussare alla tua porta, per ricordarti che sì, sei andata avanti, hai fatto esperienze e imparato cose nuove, ma devi sempre ricordarti di quando hai sbagliato, e l'hai fatto alla grande.

Stavolta, però, non ha bussato. Stavolta la porta l'ha sfondata con prepotenza.

"Sei anni fa, avevo appena finito i miei studi per diventare giornalista scientifica e uno dei miei insegnanti del master, quello con cui avevo svolto la tesi, mi procurò un lavoro all'estero, presso l'Environment Times. Mi piaceva molto, era il lavoro per cui avevo studiato e in un altro Paese."

Inizio a raccontare.

"L'entusiasmo del principiante, avete presente?
Tra l'altro ero psicologicamente preparata a mesi di caffè e fotocopie, tutti sanno che storicamente e universalmente l'ultimo arrivato viene sempre impiegato in queste faccende."

Sia Alan che David si mettono a ridacchiare a questa affermazione. Probabilmente è toccato anche a loro.

"Ero emozionatissima, un'esperienza all'estero, a respirare l'aria di grandi scoop scientifici misti a odore di pessimo caffè da distributore e inchiostro di stampante laser.
Mi ripromisi che mi sarei fatta valere, per poter rimanere il meno possibile nel limbo dei giovani stagisti."

Credo che gli occhi mi brillino mentre racconto, questa è la parte che ricordo sempre con orgoglio.

"Però, devo essere onesta, la realtà fu diversa: niente caffè, niente fotocopie, appena arrivati il capo mi accolse con grande entusiasmo. Il mio insegnante gli aveva inviato una bella lettera di referenze e lui era carico di aspettative nei miei confronti.
All'inizio mi assegnò degli articoli brevi e abbastanza semplici, riuscivo sempre a consegnare prima della scadenza e i miei testi riscuotevano sempre molti complimenti sia da parte del capo che degli utenti.
Dopo circa tre mesi inziò ad assegnarmi dei casi un po' più elaborati, credo che mi stesse mettendo alla prova, per vedere cosa sapevo fare. Iniziai ad occuparmi di incidenti industriali e conseguenze sulla salute.

Dopo altri quattro mesi il capo decise di passare ad un livello superiore ed assegnarmi un lavoro grosso. Erano appena partite le denunce nei confronti della B&B e quindi mi affidò quel caso. Dovevo costruire un dossier. Avevo carta bianca. A lui non interessava tanto dare notizie frammentate il prima possibile, ma era più orientato a dare delle informazioni complete ed approfondite, basate su dati ineccepibili, piuttosto che sul sentito dire. Diciamo che era un giornalista vecchio stampo.
All'inizio andai nel panico. Una responsabilità enorme per una giornalista poco esperta come me, credevo che avesse fatto il passo più lungo della gamba e che mi avesse sopravvalutato. Ma non mi tirai di certo indietro.

Durante i miei lavori precedenti mi ero costruita una piccola rete di esperti ai quali mi rivolgevo per opinioni, analisi, fonti bibliografiche. Un po' come fate anche voi, no?"

Duskwood: On The Trails Of NymosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora