Sei mia sorella!

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Nel frattempo...

JOAN'S POV

A passo svelto seguo Jessy nella sua camera. È sconvolta, tanto sconvolta. E so perfettamente come si sente, ci sono passata io stessa appena qualche ora fa.

Mi fermo sulla porta, la guardo sdraiata sul letto, a pancia in giù, dalla posa direi che si sia lasciata cadere a peso morto. La fronte poggiata sul braccio ed il viso affondato nel cuscino. Gli unici movimenti del corpo sono i sussulti dovuti ai suoi singhiozzi. Ha gettato la borsa a terra, che si è aperta, lasciando cadere tutt'intorno il suo contenuto. Silenziosamente entro e raccolgo i suoi oggetti personali, riponendoli nella borsa, che appoggio sulla scrivania.
Mi avvicino al letto, dal lato opposto a quello della mia amica, mi siedo e poggio la schiena e la testa sullo schienale. Non parlo, non la tocco. Voglio solo che lei sappia che io sono qui. Per lei.

È quello che Jake ha fatto per me stamattina e l'ho apprezzato tantissimo. Se sono riuscita a superare quel momento critico è stato grazie a lui.

Rimaniamo così per un minuto circa, poi Jessy alza la testa e mi guarda, con gli occhi pieni di lacrime e paura. Mi avvicino e lei si mette in posizione semi-seduta, poggiando la testa sul mio petto e avvolgendo le braccia intorno al mio corpo.

"Jessy...ci sono qui io. Non sei da sola. So cosa provi. È successo anche a me stamattina. Hai solo bisogno di tempo per metabolizzare. Piano piano ce la farai. E io resterò al tuo fianco."

"Joan..."
Inizia a parlare tra le lacrime, senza alzare la testa.
"Non so come comportarmi...e non so cosa provo. Quando l'ho visto avrei voluto buttargli le braccia al collo felice di vederlo vivo, ma contemporaneamente avrei voluto fargli male, fisicamente, quasi a vendicarmi di quello che ha fatto a me...a noi."

"Lo so. E sappi che non esiste la reazione giusta e quella sbagliata. Tutto quello che sentirai di dirgli andrà bene. Ma, e sia chiaro che con questo non voglio certo difenderlo, è perfettamente consapevole del male che ha fatto e si trova davvero in difficoltà davanti a te perché ti vuole un mondo di bene. Sa di aver compiuto azioni inaccettabili e per questo potresti non perdonarlo mai. Ma sono sicura che non si arrenderà. Aspetterà tutto il tempo necessario."

"Non so che fare."

"Non fare nulla. O, meglio, non ti scervellare a calcolare le tue mosse. Sarebbe uno sforzo inutile. Quando te la sentirai, se te la sentirai, andrai da lui e seguirai il tuo cuore. Se ti dirà di abbracciarlo lo farai, se ti dirà di urlargli contro lo farai, se ti dirà di prenderlo a calci farai anche quello."

La vedo sorridere per l'ultima frase che ho detto.

"Quello che devi ricordare è che io sono qui e sono con te, in ogni momento."

"Tu cosa pensi?"

"Be', io ho reagito esattamente come te, poi piano piano sono riuscita a parlargli e ho capito che lui non è l'uomo senza volto, di certo non lo è più, ma una parte di me crede che non lo sia mai stato davvero. Quel mostro si era preso il suo corpo ma non il suo cuore. Non era lui a compiere quelle azioni.
Però sono perfettamente consapevole che, per chi ha subito, è difficile, almeno al primo impatto, scindere Richy da quella bestia.
Nessuno ti mette fretta, prenditi tutto il tempo che ti serve."

"Perché? Perché è successo questo?"

"Jessy, la mente umana è forse quanto di più complicato possa esistere al mondo. A volte si innescano meccanismi a noi incomprensibili, ma sono solo reazioni a stimoli esterni.
Non voglio giustificarlo, per niente, ma portarsi dentro per 10 anni quello che ha vissuto lui, insieme ad Hannah ed Amy, deve per forza distruggere qualcosa. E se non manifesti esternamente il tuo disagio, la distruzione necessariamente sarà interiore."

Duskwood: On The Trails Of NymosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora