𝙿𝚛𝚘𝚕𝚘𝚐𝚘 // 𝙲𝚊𝚜𝚝.

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𝟏𝟑/𝟎𝟗/𝟐𝟎𝟐𝟑

È difficile dimenticare tutte quelle punizioni che ho ricevuto quand'ero soltanto una bambina.
Sono passati ventitrè da quando ho emesso il mio primo vagitto, e se avessi potuto scegliere il mio destino, avrei chiaramente evitato di venire al mondo.
Avrebbero dovuto essere ventitrè anni stupendi, perché più si cresce, più si matura dentro e fuori.
Hai una visione del mondo che, quando sei neonata, non hai.

E invece sono stati anni tremendi.
Anni che avrei gentilmente cancellato.
Tempo che non avrei perso.
I miei genitori sono morti in un incidente stradale pochi giorni dopo la mia nascita, o almeno, è quello che mi è stato detto.

Sono rimasta senza un tetto dove stare, finendo quindi in orfanotrofio, dove, col passare del tempo, ho conosciuto bambini e bambine che avevano perso la loro famiglia.
Specialmente, avevo conosciuto James, e lo ricordo tuttora, nonostante gli anni trascorsi.

Il suo proteggermi dalla cattiveria altrui, ignorando il fatto che avesse la mia stessa età e una storia diversa da raccontare.
Ma io, quel bambino, non l'ho più visto e sentito da quando, mi hanno adottata.
Avrei scelto l'orfanotrofio molto volentieri.

Non sapevo quello che mi aspettava fuori.
Ogni tanto, mi capita di pensare al bambino che metteva me prima di se stesso, e a cosa mi avrebbe detto.
A cosa avrebbe fatto, pur di farmi essere felice.

I miei genitori non erano convinti dell'adozione.
Hanno scelto di intraprendere questa strada, pensando che sarebbe stata una passeggiata semplice, che avrebbe lasciato bellissimi ricordi.
Mia mamma adottiva non può avere figli, quindi hanno deciso di provare assieme a me, a mantenere una famiglia.
Se avessero scelto di non farlo sarebbe stato meglio.

Si dice che nessuno nasce imparato, e questo è vero.
Ognuno di noi capisce strada facendo, cose che neanche immaginano.
Ma mamma e papà, hanno seguito il loro istinto sempre.
Hanno scelto la mente, piuttosto che il cuore, ed io quelle scelte me le porto sulla pelle.

Le scottature che procuravano le sigarette, le cicatrici che lasciavano le cinte che finivano sulla mia schiena.
Questo perché non sempre obbedivo a loro.

Ci sono state occasioni speciali, in cui avrei dovuto uscire con i miei amici: magari feste di compleanno, o la festa del diploma dopo cinque anni di scuola superiore.
Ma con mamma e papà non è mai stato possibile.

Non ho mai festeggiato un compleanno.
Non ho avuto il mio cappellino per il diploma.
Non ho avuto una festa per essere uscita col massimo dei voti.

Quando però sono scappata di casa, con esattezza il giorno tredici settembre duemilaventidue, precisamente un anno fa, la mia vita è cambiata radicalmente.
Almeno, è quello che pensavo.

Mamma e papà non mi hanno cercato.
O meglio, l'hanno fatto, per i primi tempi, ma quando hanno scoperto che stavo bene, hanno smesso di volermi vedere e sentire.
È stata in parte, una liberazione, ma dall'altra, ho sofferto come un cane.

Ho conosciuto Matthew, un ragazzo dallo spirito selvaggio e pieno di cose da raccontare.
Ma nulla è mai scontato quando si tratta di amare qualcuno.

Ci siamo fidanzati qualche mese fa, precisamente a giugno, il tredici.
Essendo la mia prima esperienza, non so cosa significhi essere innamorata, ma so quello che si prova quando si crede di essere tradite dalla persona che hai accanto.
Troppe sono le coincidenze, ed io non credo nel destino.

Io e Matthew condividiamo un appartamento.
Dopo esserci conosciuti nell'hotel nella quale alloggiavo, Matt mi ha proposto di vivere assieme a lui e non ho potuto rifiutare.
Ma credevo sarebbe stata una delle scelte più belle che la vita mi avesse concesso di fare.
La mia prima scelta.

𝙳𝚞𝚎 𝙲𝚞𝚘𝚛𝚒 𝙸𝚗 𝚄𝚗𝚘.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora