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•𝙹𝚊𝚖𝚎𝚜•

Senza rendermene conto, apro gli occhi nel bel mezzo della notte, con ancora il buio ad avvolgerci.

Mi trovo posizionato con la fronte sulla spalla della ragazzina, e mi domando come sia possibile che io sia collassato proprio di fianco a lei.

È vero, tutto può succedere.
Ma io non ho idea di chi ci sia accanto a me.

Perciò, con una mano raggiungo il mio cellulare, posizionato sul comodino di fianco al letto, e leggo che ore sono.

03:45.

A che ora ho deciso di crollare?
Che cosa succedeva poco prima che i miei occhi si chiudessero?
Questo vuoto di memoria non aiuta, l'unica cosa della quale sono sicuro, è che nessuno dei due ha cenato.

Mi sollevo dal letto, notando prima di tutto se il blackout non c'è più.
Per nostra fortuna, la corrente è tornata a tutti, ed io tiro un sospiro di sollievo.

Osservo poi la ragazzina poggiata sul mio letto, ormai in coma profondo.
Mi avvicino, cercando di sfiorarle una ciocca di capelli, giusto per sentire se sono asciutti o meno.
C'è bisogno di poco tempo ancora, è quasi completamente asciutta.

Per quanto sono tanti e lunghi, ci vuole più tempo di quello che si immagina.
Scendo giù in cucina per prepararmi una camomilla, incontrando papà nei dintorni di casa.

Mio padre ha il turno di notte nel luogo in cui lavora.
È un medico, quindi vede di tutto e di più.

«Papà... Sei già sveglio?»
«Ciao, James. Purtroppo si, sai com'è il mio lavoro. E tu? Che ci fai in piedi? Sai cosa darei per tornarmene a letto?» Lo vedo ridere, e a mia volta rido anch'io.
Ma non posso di certo dirgli che dormivo accanto ad una sconosciuta.

«Si, ma vedi... Ieri sera ho portato un'amica, qui da noi, e mi ha chiesto una camomilla, perciò sono in piedi» Pochi dettagli, ma comprensibili.
La realtà è che la camomilla serve a me per conciliare il sonno, e forse per riacquistare un po' di memoria.

«Un'amica? Lei chi è? Noi la conosciamo?»
«Certo, papà, la conoscete... Lei è-»
«Aspetta, non mi dire che è Ariel? La bambina che hai conosciuto all'orfanotrofio? Vi siete ritrovati?» Quasi leggo speranza nei suoi occhi, e persino nei miei c'è quella voglia di rivederla.

Ma non so dove accidenti sia.
Non ho idea se sia viva o meno, non so se sia fidanzata oppure no.
Non so se è felice.

«No, papà, non è Ariel, purtroppo... Lei è la sorella di Marcus, il ragazzo che venne l'altro giorno da noi»
«La ragazza che ti piace? Figlio, non dirmi che ti sei messo con lei»

La verità è che mi piace esteticamente.
Ma internamente è pessima, ha un bruttissimo carattere.
E fingere di essere fidanzato con la sconosciuta, sarebbe piacevole, se non fosse che non so neanche il suo nome.
La ragazzina è tosta, ci sa fare.
Si fa sentire anche riguardo piccolezze.

«Indovinato» Sorrido, forse mettendomi nei casini.
La ragazzina mi ucciderà.
E anche Marcus.

«James, accidenti, perchè non ce l'hai detto?» Mi abbraccia, felice per questa notizia.
Ma non dovrebbe esserlo affatto.

«Perchè è successo oggi»
«Capisco, trattala bene, miraccomando»
«Assolutamente, le preparo la camomilla» Per mia fortuna, papà non ha indagato oltre.
Non ha fatto altre domande, ne ha chiesto la motivazione per la quale si trova qui.
Saprei semplicemente dirgli che è la mia ragazza.

«Prego, figlio... Io devo scappare, ci vediamo dopo, va bene?» Annuisco, abbracciandolo un attimo dopo.

Nel momento in cui papà esce, la ragazzina fa il suo ingresso in cucina, senza che io me ne accorgo.
Difatti, me ne rendo conto nel momento in cui la sento schiarirsi la voce.

«Ehi»
«Che ci fai sveglio alle quattro di notte, James?»
«Questa domanda dovrei farla io a te»
«Io non mi trovo a casa mia, non riesco a fare tutta una tirata di sonno. Tu piuttosto? Che fai? Perchè la camomilla?»
«Fai poche domande mi dicono»
«Senti, sono curiosa» Intanto sistemo la tazza nel microonde, accendendola due secondi dopo.

«Non si era mica capito» Sorrido tra me e me, guardandola intanto.
«Dai, James»
«È semplicemente per riprendere sonno»
«Solo?»
«Solo»

Rimaniamo ad osservarci, mentre sentiamo il microonde suonare, per informare che è pronto.
Esco la tazza, aggiungendo poi due cucchiaini di zucchero.

«La vuoi anche tu? Posso preparartela»
«Se ci tieni» Mi sorride timidamente.
Le passo la camomilla appena preparata, che avrebbe dovuto essere mia.
Ma le cedo volentieri il posto.

«Ma questa è tua»
«Non fa nulla, me ne faccio un'altra»
«Hai dato per scontato che la bevessi con due cucchiaini di zucchero, senza chiederti se la prendessi senza neanche un cucchiaino»
«E qui hai ragione tu, colpa mia. Te ne preparo un'altra»
«No, James, davvero, non preoccuparti... Va bene cosi, ti prendevo in giro» Scoppiamo entrambi a ridere nello stesso momento.

Lei è divertente, ma mi chiedo se non abbia sentito mio padre nelle vicinanze, qualche attimo prima che entrasse in cucina.

«Senti, a proposito... I tuoi genitori sanno che io sono qui?» Come dovrei chiamarlo questo?
Caso, destino, o semplice coincidenza?

«Mi leggi nella mente adesso? Stavo per chiederti se i tuoi sanno che sei qui, visto che non hai più usato il cellulare, che tra l'altro ho ancora io» Rigiro la frittata a modo mio, recuperando la palla al balzo.

Anche se in effetti dovrei essere preoccupato del fatto che sua madre e suo padre non sanno che lei si trovi a casa di uno sconosciuto.
Intanto che preparo la mia camomilla, lei beve la sua.

«Sanno che dormo dalla mia migliore amica»
«Non me l'hai detto quando ti ho esplicitamente detto di avvisare i tuoi genitori e la tua migliore amica, che dovevi dormire da me» La punzecchio, divertendomi un mondo.

Ma c'è la probabilità che possa non rivederla più.
Che possa non accettare di aiutarmi.

«Hayley può coprirmi anche mentre siamo nel bel mezzo di una discussione. I miei avranno visto il telefono spento, e avranno chiamato lei, che mi avrà protetta, dicendole che dormo da lei. Tutto qua, o vuoi chiedermi altro? Puoi rispondere alla mia domanda?»
«Si, mamma e papà sanno che sei qui. O meglio, per ora lo sa semplicemente mio padre, perchè mia madre dorme. C'è un solo problema, uno minuscolo»

So bene che avrei potuto dire di no a mio padre.
Ma non mi è venuto altro in mente.
O forse, semplicemente, è stato perchè nel profondo, mi piace scherzare con lei.
E l'idea di averla tra i piedi l'adoro.

«In che senso? Cosa c'è che non va?»
«Dobbiamo fingerci fidanzati»

E forse posso confermare che mi ha fatto fuori col solo sguardo.

𝙳𝚞𝚎 𝙲𝚞𝚘𝚛𝚒 𝙸𝚗 𝚄𝚗𝚘.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora