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•𝙹𝚊𝚖𝚎𝚜•

È finalmente arrivato il momento che tanto aspettavo.
O forse no.
Ho lasciato Ariel e Giselle in compagnia di mia madre e Gwenda, mentre sono alle prese con il mio lavoro.

L'ansia non manca di certo, non sono nato imparato e non era questo quello che avevo in mente per me.
Ma ho una famiglia da mandare avanti e mi farò andare bene tutto.

«James» Mi richiama il mio capo.
Lo ascolto.

«Appena sei pronto puoi cominciare»
«Si, sto cercando di familiarizzare con questo posto e col taxi» Sorrido.
«Anche un altro ragazzo mi ha risposto in questo modo prima. È il primo giorno per tutti, quindi stai sereno, James»
«A che ora termina il turno? Vorrei avvisare la mia ragazza a casa, che è da sola con la nostra bambina»

In realtà non è da sola.
Però sono dettagli.

«Oggi, terminerai nel pomeriggio, più precisamente due, due e mezza»
«Domani?»
«Non si sa, proprio per via dei turni» Annuisco.

«Allora, ti spiego. Il personale necessita di almeno sei ore di lavoro senza pausa»

Continuo ad ascoltare.
Alcune cose non le sapevo.

«Se poi, volete aumentare il monte ore e lavorare nove ore, avete diritto ad avere una pausa di almeno mezz'ora»

Però ho possibilità di guadagnare di più.
Ma sarà stancante.

E sarei lontano dalla mia famiglia.

Ne devo parlare con Ariel.

«James, per i primi giorni lavorerete tutti sei ore, poi si vedrà. Rimani comunque tranquillo»

Provo ad essere tranquillo.
In fin dei conti, non è cosi male.
Starei a contatto con gente diversa.

«Prima di iniziare, posso telefonare la mia ragazza?»
«Certo, ma cinque minuti. Alcuni hanno cominciato la loro corsa»

Si allontana, lasciandomi solo.
Compongo il numero di Ariel, mentre le mie mani tremano senza un perchè.

Credo sia ancora ansia.

«Buongiorno amore»
«Buongiorno, ti ho svegliato, Ariel?»

La sento sbadigliare.
Credo che la mia telefonata l'abbia svegliata di colpo.

«Si, ma non preoccuparti. Avevo la sveglia tra qualche minuto, mi sarei svegliata a prescindere»
«Scusami»
«No, e di che, anzi, hai fatto bene» Ride.
«Perchè?»
«Ho sentito Giselle piangere una mezzoretta fa»
«Come mai?»
«Non lo so, ma ho provato a calmarla»
«E si è calmata?»
«Con il latte si, ma voleva giocare, quindi ha iniziato nuovamente a piangere»
«Cuore mio... È iperattiva»
«Ringrazia tua madre, Jam, si è svegliata apposta per giocare con Giselle»

Rido, volendo prenderla in giro.
Mi diverto con lei.
È bellissimo.

«E tu hai continuato a dormire, brava»

Anche lei ride.

«Senti, non è facile dormire con te»
«La colpa sarebbe mia adesso?»

Annuisce.

«Ti muovi di continuo, cavolo»
«Beh, considerando che dormiamo insieme da anni, ormai, pensavo ci avevi fatto l'abitudine. E invece, scopro che non è cosi. Sai che ti dico? Perchè non ti metti nel lettino con Giselle?»

Immagino la sua espressione in questo momento e muoio dal ridere.

«Se stavi qui, ti avrei preso a ceffoni»
«Peccato che non ci sono»
«Già, e a proposito di questo, a che ora finisci il turno?»
«Non te lo dico. Tu vuoi picchiarmi»

Ride.
Non la smette e io con lei.

«James»
«Eh»
«Si, voglio picchiarti, ma voglio anche capire determinate cose. Tipo se mangi li a lavoro, o quando torni»
«No, torno per le due e mezza, Ariel»
«Capisco»
«Non abbiamo pausee, dobbiamo lavorare nove ore per avere almeno una pausa di mezz'ora»
«È un po' troppo eccessivo, non credi?»
«Ho altra scelta?»

Tace.
Ma io continuo a parlare.

«Cosa mai potrei fare senza un diploma?»
«James, esistono i corsi, non esistono problemi nella vita. Credo che questo lavoro sia troppo pesante»
«A prescindere, sono sotto contratto con loro per tre mesi»
«Ma queste cose non te le hanno dette?»

Nego.

«Non tutte. Sapevo dei turni, ma non sapevo che non facevamo pausee»
«Forse perchè, mentre aspetti le persone che vogliono prendere il taxi, in un certo senso, siete già in pausa, per loro. Perchè appunto non vi muovete col taxi»

Pensandoci, può essere cosi.
Ma non è giusto.

«Forse è cosi»

Mi richiamano.
Il capo ha un'aria strana.

Ho capito semplicemente che gli da fastidio l'idea che io sia al telefono prima di cominciare il lavoro.

«Ariel, devo riattaccare. Ti richiamo appena ne ho la possibilità»
«Certo, ci sentiamo dopo, e stai tranquillo»

Annuisco, prima di chiudere la chiamata.
Sospiro, avvicinandomi al taxi.

«Questo è tuo, James. Inizia la tua corsa perchè sei in ritardo, e sei l'unico che manca all'appello»
«Scusami, avevo bisogno di parlare con la mia ragazza»
«A lavoro, niente cellulare. Puoi usarlo solo per la posizione»
«Certo»

Si allontana.
Io entro nel taxi, pensando che forse ha ragione Ariel.

Credevo di riuscire a cavarmela.
Invece si sta dimostrando troppo e siamo soltanto al primo giorno.

•𝙰𝚛𝚒𝚎𝚕•

Il fatto che lui abbia cominciato a lavorare avrebbe dovuto tranquillizzarmi.
E invece, è successo tutto il contrario.

Non avere neanche una pausa a lavoro mi sembra esagerato.
Non l'avrei mai immaginato.
E forse, nella loro mente, è anche giusto.

«Hai sentito James?»
«Si, Josephine. Ma avrei preferito di no»
«Perchè? Avete litigato ancora?»
«Affatto. Avrei preferito di no, perchè avrei voluto essere al suo fianco»
«Cos'è successo?»

Si siede al mio fianco.
È difficile da spiegare, ma quando lui ha un qualsiasi tipo di problema, ne risento anch'io.

«Nulla, credo che questo lavoro non sia per James»
«Perchè? Fino a ieri, entrambi avevate buone idee»
«Si, non lo rinnego di certo, ma non sapevamo tutto»
«Tutto cosa?»
«Tutto. Come ad esempio, il fatto che se lavora sei ore di fila, non abbia pausee»

Mi guarda, forse allibita.
Come me.

«Niente pausee?» Nego.
«Solo se lavorano tra le sei e le nove ore necessitano di una pausa di mezz'ora»

Josephine è scioccata.
Non crede a quello che sto dicendo.

Ma forse, per noi è sbagliato.
Ma nel lavoro, è giusto.

«Avrei tanto voluto che James avesse continuato con gli studi» Lo dice con occhi lucidi e gonfi.

È palese quanto James stia soffrendo di non aver inseguito il suo sogno di fare l'avvocato.
Ma penso ci siano altre occasioni per permetterglielo.

Devo solo capire come.

Non mi fermo di certo.

L'unico problema è il vincolo che ha nei confronti di quel lavoro.
E forse, è cominciato male, ma continuerà bene.

È stata solo una prima impressione.
Almeno spero.

𝙳𝚞𝚎 𝙲𝚞𝚘𝚛𝚒 𝙸𝚗 𝚄𝚗𝚘.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora