26.

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•𝙰𝚛𝚒𝚎𝚕•

Nessuno mi impedirà di indagare per scoprire la verità.
Sono preoccupata per James, e questo non è un reato.
Tutto il contrario, dimostro quanto io sia legata profondamente a lui.

Desidero scendere in salotto, ma i miei occhi vedono quello che non avrei mai voluto vedere: Phoebe che dialoga animatamente con Josephine.
Mi tocca raggiungere suo padre, nella stanza da letto.

Non vorrei interrompere il suo sonno.
Ma ho bisogno di risposte e sicuramente anche lui come me.
Cerco in ogni stanza, dopotutto non conosco angolo per angolo di questa casa e quindi non ho idea di dove sia la camera matrimoniale.

Una volta resa conto di dove si trova la camera da letto, apro la porta silenziosamente, rendendomi conto che l'uomo in realtà non dorme.
Cerca di farlo.

«Mi scusi»
«Ariel, figlia... Tutto bene?» Si volta verso di me, quasi come se avesse percepito pericolo.
Nego col viso, e lui in un attimo balza dal letto, per ritrovarsi difronte a me.

«Che succede? Qualcosa che
riguarda James?»
«Mi scusi se l'ho disturbata, ma sono preoccupata per lui... Aveva un forte dolore alla testa, oltre ai giramenti. Poi anche la nausea, e la sensazione di svenire da un momento all'altro. L'ho accompagnato io nella sua stanza, ma c'è mancato poco che cadesse per terra e io non sarei riuscita a sollevarlo»

Spiego tutta la versione, non saltando nessun tipo di particolare.
Anche il più piccolo può essere vitale.
Ci dirigiamo entrambi verso la camera in cui James riposa, e suo padre posa la mano sulla fronte.

«Ha la febbre alta» Mi spiega Jason.
«Ma prima non l'aveva»
«Evidentemente si alzava pian piano»
Annuisco, non mostrando quanto la mia ansia stia aumentando.

«Resta qui, Ariel. Scendo a prendere il termometro e l'antidolorifico» Non provo neanche a rispondere.
Jason esce dalla camera.

Resto avvolta di fianco a James, con una mano sul viso.
«Ehi, che cosa mi stai combinando?»

So per certo che non risponderà.
Ne approfitto per parlargli.

«James io ho davvero paura. Tutto questo non è normale. Non vorrei avessi qualcosa che non va» Intanto ritorna suo padre, in compagnia di Josephine e di Phoebe, che sicuramente si chiederà chi io sia.

Ma non ho intenzione di spostarmi.
Lascio che la mia mano sia stretta nella sua senza dare spiegazioni a nessuno.

«Ehi, James» Jason rivolge la parola a suo figlio nel momento in cui si accorge che ha aperto gli occhi.
Ma la prima persona che vede sono io.

Porta una mano sul mio viso.

«Come ti senti, figlio?» Josephine prova a capire il suo punto di vista, ma James non emette parola.
Semplicemente sposta la mia mano sul suo petto, rispondendo alla sua domanda senza aver neanche parlato.

«Ti fa male?» Sono io a chiederglielo.
Lui annuisce, sollevandosi tutto ad un tratto dal letto.
Resta seduto, ma non riesce a contenere quello che ha dentro.
Rimette liquidi, e in quel preciso istante sento il mio cuore spezzarsi.

Noto persino che Phoebe è andata via.
Sarà scappata nel vederlo ridotto in quelle condizioni.

"Ottima amica, davvero"

𝙳𝚞𝚎 𝙲𝚞𝚘𝚛𝚒 𝙸𝚗 𝚄𝚗𝚘.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora