5.

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•𝙹𝚊𝚖𝚎𝚜•

Ha pronunciato il mio nome come se mi conoscesse da tutta una vita, quando la verità è che stavo per portarla a letto, da neanche una mezz'ora.
Il mio sguardo è fisso su di lei, non ho alcuna intenzione di riprendere a guidare, fin quando la ragazzina non spiega che cosa è successo.

«Il tuo nome?»
«Si, il mio nome... Tanto difficile da capire?»

Per un attimo sembra diventi pallida in volto, e senza neanche volerlo, il mio cuore mi spinge a preoccuparmi per lei.
Ma la mia mente, ahimè, non collabora.
Vuole solo spiegazioni.

«Allora, ragazzina-»
«La smetti di chiamarmi cosi? Chiamami col mio nome per intero, oppure signorina»
«Ma se neanche so come ti chiami»
«Se ci tieni a saperlo, potrei dirtelo»
«Non m'importa, m'interessa sapere come facevi a sapere il mio nome»

I nostri occhi continuano a cercarsi, così come il nostro battito cardiaco, accelerato in un batter d'occhio.
È impossibile controllare sensazioni così forti.
Arrivano, cogliendoti all'improvviso.

«Allora qualcosa non è chiaro. Poco fa, ti ho detto che non avevo la più pallida idea di quale potesse essere il tuo nome, e che avevo James nella testa. Adesso vorrai sapere anche per quale motivo avevo quel nome nella mente?»
«No, non m'interessa, francamente. Ora sei tu che sai come mi chiamo, ma io non so il tuo nome, e neanche ci tengo a saperlo... Sarà una sola notte che passeremo insieme» Quasi mi sembra contrariata all'idea, ma non posso lasciarla sotto l'acqua.

«Non preoccuparti, ragazzina, portarti a letto sarà una delle ultime cose che farò»
«Fino a poco fa non sembravi di quest'idea»
«Ho cambiato pensiero. Sai, più passa il tempo, più non sopporto di sentire il tono della tua voce»
«Se tanto ci tieni, posso scendere»
«Te lo scordi»

Inserisco la prima, partendo un attimo dopo.
Mi rendo conto di avere esagerato nel parlarle in quel modo, senza neanche conoscerla.
Sarà stata una semplice coincidenza.

«Ti va qualcosa da mangiare? Nel locale non ho toccato cibo»
«Hai toccato non soltanto la bocca di una ragazza single, ma anche quella di una fidanzata» Si diverte a mandarmi fuori di testa, con questo suo modo di parlare.

Dovrei stare al gioco.

«Ma io non sono l'unico ad essermi divertito, ragazzina»
«Ma non sono stata io a ricevere un no come risposta» E qui, ammetto, mi ha chiuso talmente tanto che parlare diventa difficile.

La sento ridere, e non riesco a non sorridere, nascondendomi da lei.
È divertente, anche se in certi momenti non tollero la sua presenza.

«Allora, vuoi mangiare o no?»
«Dove ci fermiamo? Non dimenticarti che c'è un blackout»
«Infatti non parlavo di fermarci per strada, ma di andare da me»
«Da te? Sei completamente fuori»

Stavolta sono io a scoppiare in una folgorosa risata.
Avere nella mia auto una ragazza che stavo per portare a letto, senza sapere neanche come si chiama, è una delle cose che non mi è mai successa.

Ma c'è una prima volta per tutto.

Persino nel mostrare una parte di te che non mostri mai a nessuno.
Il sembrare arrogante, ma avere un cuore dentro.
Un cuore fragile, che soffre ancora l'abbandono dei genitori.

𝙳𝚞𝚎 𝙲𝚞𝚘𝚛𝚒 𝙸𝚗 𝚄𝚗𝚘.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora