18.

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•𝙹𝚊𝚖𝚎𝚜•

Provo difficoltà persino nel confermare le mie stesse parole.
Parlare è diventato impossibile, perché sento un forte dolore alla gola, che si accentua sempre di più, e cammina fino ad arrivare allo stomaco.

Non ho detto granché, ma sono stato chiaro affinché possa capire quello che mi è capitato.
E ho poggiato la mia bocca su quella di lei, non desiderando altro in questo momento.

Non l'ho baciata.
Non è mia intenzione.
Voglio semplicemente imprimere il suo sapore nella mia mente, senza correre alla velocità della luce.
Mi è mancata da impazzire, e quel sfiorarsi di labbra è stata una conferma.
Anch'io sono mancato a lei.

«Che dici? Dimmi che scherzi, ti prego» Sento la sua voce rompersi, e il mio cuore l'accompagna, distruggendosi dopo di lei.
Io sono sensibile ad Ariel.

«Ma adesso stai bene? Cielo, dopo una commozione celebrale ti chiedo se ti senti meglio... Perdonami» Resta però con la sua mano stretta nella mia, non allontanandosi neanche per sbaglio.

«Adesso che ci sei tu, ragazzina, sto bene» Mormoro, esprimendo semplicemente una realtà.
«Cos'è successo, James? Come mai hai avuto quest'incidente?» Mi domanda, volendo capirne di più.

Mi domando perché non è mai corsa da me in questa settimana, così come ha fatto ora.
C'è sicurezza un motivo grande dietro, e ho intenzione di scoprirlo.

«Non ricordo granché... Ero in auto, Ariel, e come ti ho già detto, pensavo a te»
«Sei riuscito a trovare il mio biglietto?»
«Si, ti volevo raggiungere, Ariel, ma l'incidente me l'ha impedito. Quando mi sono svegliato, sentendomi meglio, una delle prime cose che ho domandato a mamma, è stato appunto riguardo al biglietto, perché non erano riusciti a trovarti, dopo averti cercata. Mi ha detto che non ha mai trovato il tuo biglietto» Parlo tutto d'un fiato, sentendo poi l'aria mancare.
Dopo una settimana di silenzio, avere una conversazione con Ariel è diventato qualcosa di grande.

«Jam... Tua madre mi ha detto che eri partito per Los Angeles»
«Che cosa?»

Con occhi gonfi e lucidi, mi spiega con esattezza quello che intende dire.
Ed io resto sconcertato da quelle parole, consapevole del fatto che mamma ha cercato di allontanarci.

«Non mi ha detto nessuno che ti trovavi qui, ti ho trovato con Hayley. In questi sette giorni sono andata a casa tua, e ho sempre trovato tua madre»
«Suppongo che fosse li per prendermi il cambio e per cambiarsi lei» Annuisce, passando intanto l'indice sulla mia guancia.
Subito la mia pelle si tende.

«Succede che domando di te, e lei mi risponde che sei partito, James. Ora tu, mi dici che non ha mai trovato il biglietto che ti ho lasciato, ma io credo che ci sia altro dietro. Non ha voluto dirti di me, e non mi ha voluto dire di te»

Mi dispiace ammetterlo, ma ha ragione.
Facendo due calcoli, è così che è andata per davvero.
Arrivo poi alla conclusione che davvero Ariel è riuscita a trovarmi, dopo aver passato sette giorni d'inferno.

«Ho provato persino a cercarti su instagram, ma il tuo account era disabilitato, James»
«Molto bene» Sentiamo il suo cellulare vibrare, e ho ansia che questo momento stia per giungere al termine.
Quando leggiamo il messaggio che Hayley le ha mandato, Ariel balza giù dal letto, e si dirige verso l'uscita della camera.

«Davvero stai andando via?»
«Vuoi che tua madre mi urli contro?»
«Non glielo permetterò» La mia voce è sempre più flebile.
Non controllo la mia stanchezza.

«Ti prometto che torno, James. Intanto finalmente sono riuscita a trovarti, anche se non in ottime condizioni»
«Torna, per favore»
«Torno» Mi lascia un'occhiolino, mentre sento nuovamente il bisogno di sfiorarla.

«Ariel» La blocco, con mano sulla maniglia.
Lei mi osserva.
«James, tua madre sta arrivando, sento dei passi»
«Vieni qui» Ridacchia.
Però rimane ferma.
«È ufficiale, vuoi che tua madre mi uccida»
«Perchè scappi? Secondo me sarebbe giusto farti vedere, così capisce che noi due siamo forti» Intanto tossisco.
Il mio petto fa male quando parlo.
Ma non riesco a tacere quando si tratta di lei.

«James, accidenti, è sempre più vicina»
«Scappa in bagno»
«Sei impazzito?»
«Vai, Ariel, ti prego»
«Me la paghi questa» Borbotta, e per la prima volta, mi viene da ridere.
Lei si nasconde in bagno, nello stesso preciso momento che mia madre entra in camera, con espressione sconvolta.

«Sei sveglio»
«Si, e tu? Dov'eri, mamma?»
«In giro. Mi ha chiamato un'infermiera poco fa, e mi ha detto cose strane»
«Che mi riguardano?»
«No, non ti riguardano. La verità ne ricordo pochissime, era talmente strana che faceva fatica a parlarmi. Dio, che stanchezza, James»
«Mamma»
«Ehi»
«Puoi scendere alle macchinette e prendermi qualcosa da bere? Un tè sarebbe gradito, o anche una camomilla» Mia mamma annuisce, sollevandosi dalla sedia dov'era seduta.

Dopo avermi baciato una guancia, esce nuovamente dalla camera.
Scoppio a ridere, pensando ad Ariel chiusa in bagno.
La richiamo.

«Ragazzina, puoi scappare»
«Un tè o una camomilla» Imita la mia voce, mentre si dirige alla porta per uscire.
Continuo a ridacchiare.

«Neanche un bacio?» Le parlo.
«Te lo sogni»
«Dai, sulla guancia, Ariel» Continuo a dirle.
È strano, ma vederla mi fa sorridere.
«Sulla guancia» Specifica, mentre si riavvicina a me.

Mentre la sua bocca si avvicina lentamente alla mia guancia, con una mano le blocco la nuca, mentre giro il mio viso verso di lei.

«Ciao, ragazzina» Sussurro, sentendo le nostre labbra più vicine del normale.
Ed impazzisco, quando qualcuno li sotto, assume un lieve cambiamento.
«Vedo che ti stai riprendendo, carissimo»
«Ti ho detto prima, che ora che sei qui con me, sto bene» Porto i miei occhi sulla sua bocca limpida.
Lei fa lo stesso con la mia.

«E allora? Non devo scappare?»
«No. Sh» Parlo a bassa voce, attaccando finalmente le mie labbra sulle sue.
Sento qualcosa di strano nel mio stomaco, come se fossero farfalle che svolazzano.

E intanto le nostre bocche si cercano, creando una magia che lascia il segno.
Questo bacio diventa man mano sempre più bollente.
La mia fronte è piena zeppa di sudore.

Le mie labbra si fanno sempre più spazio all'interno della bocca di lei, che mi accoglie, senza avere alcun tipo di rimpianto.
Resterei incollato a lei per ore.

Sto baciando per la seconda volta la mia migliore amica di tutta una vita.
La persona che conosco da quando ero bambino, e della quale non potrei mai fare a meno.

Ariel si risiede al mio fianco, senza mai staccarsi da questo bacio che sta facendo impazzire entrambi.

Se mamma dovesse tornare, potrebbe avere un lievissimo infarto.
Ma a noi poco importa della sua reazione.

𝙳𝚞𝚎 𝙲𝚞𝚘𝚛𝚒 𝙸𝚗 𝚄𝚗𝚘.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora