27.

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•𝙰𝚛𝚒𝚎𝚕•

•𝚄𝚗 𝙼𝚎𝚜𝚎 𝙳𝚘𝚙𝚘•

Vivere con la consapevolezza che nulla può essere come prima è un altro tipo di dolore forte.
Che ti lacera dentro, quasi come se stessi andando a fuoco man mano.
E cerchi di non urlare, ma dentro di te percepisci quelle grida che nessuno riesce ad ascoltare.

Hanno ribadito a James di non prendere forti spaventi.
Di provare a ragionare sempre con calma senza mai vedere il lato negativo delle questioni irrisolte.
Ed io ho cercato di aiutarlo sempre.

Ogni volta ho messo lui prima di me.
I suoi dubbi o le sue insicurezze.
Ho cercato di non esagerare con i modi e ne tantomeno con i termini.

E tutto sembra stia andando bene.
James ha passato questi trentuno giorni nella più assoluta tranquillità, rinchiuso in casa sua.
È uscito spesso, ma mai da solo.

Alcune volte ci sono stata io, altre volte ci sono stati Josephine e Jason.
Una delle cose che però ho notato, è che James non è più come prima.
È cambiato sotto diversi aspetti.

Soprattutto sotto qualche punto di vista.

È sempre lì, con la paura che possa succedergli qualcosa.
Quindi evita persino di alzare il tono di voce per richiamare qualcuno.
Spesso ci ritroviamo distanti, quando in realtà siamo più vicini che mai.

Abbiamo anche capito il perché Phoebe quel giorno ha lasciato la casa senza dire neanche una parola.
Si è sentita smuovere lo stomaco, poiché lei è sensibile davanti a quelle cose.
È scappata via, perchè non voleva mostrare il suo viso pallido.

Specialmente quello che aveva innescato James quando si è ridotto così.

«Usciamo stasera?» Quando parla, non riesce neanche a guardarmi.
È schivo.
Freddo e distante.

Eppure provo a capirlo.

«Sarebbe la nostra prima uscita» Provo ad eliminare questa tensione che c'è da ormai un mese.
«Da più che amici»
«Siamo più che amici?» Lo provoco.
Cerco di innescare una reazione.

«Perchè? Cosa siamo?»
«Non lo so, devi dirmelo tu. Hai appena detto che siamo più che amici» Con una mano punzecchio il suo fianco.
Lui ride, finalmente.

«Forse siamo qualcosa di più. Ma non ti sei stancata nel stare accanto ad una persona che non sa neanche quale sia il tuo ruolo nella sua vita?»
«E qui ti ignoro, James, alla grande»
«Non sto scherzando. Insomma, cosa siamo io e te, Ariel?»

«Jam ti pare che possiamo saperlo? Ci stiamo frequentando da tempo, ma non abbiamo mai ammesso di essere una coppia perchè per esserlo, ci devono essere dei sentimenti forti alla base. Ci dev'essere l'amore, cosa che noi ancora non proviamo l'uno per l'altra. La nostra è attrazione, che aumenta giorno dopo giorno e che sicuramente diventerà qualcosa di più. Ma non accusarti persino di non sapere che ruolo ho nella tua vita, perchè se è per questo, non lo so neanch'io. Siamo più che amici, ci stiamo frequentando. Una cosa la so e sono sicura, ed è che tu non sei più il mio migliore amico, ma qualcosa di più»
«Io dopo quel giorno, vedo tutto in maniera diversa, Ariel. Mi sento un peso per qualsiasi cosa» I suoi occhi diventano come palle di cristallo.
Sono gonfi e lucidi.

«E me ne sono accorta. Tant'è che neanche mi guardi in faccia a volte, e ti accusi per ogni piccolezza. James, sappi che non sei da solo. Al tuo fianco ci sono e ci sarò sempre io, d'accordo?» Lui annuisce, ma ancora non sembra convinto delle mie parole.

𝙳𝚞𝚎 𝙲𝚞𝚘𝚛𝚒 𝙸𝚗 𝚄𝚗𝚘.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora