59.

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•𝙰𝚛𝚒𝚎𝚕•

Non mi aspettavo questa telefonata.
Pensavo avessero capito, e invece mi ritrovo a dare l'ennesima spiegazione.
Non sarei mai rimasta nello stesso posto di quella cozza.

«Edward, te lo ripeto per l'ennesima volta e spero sia l'ultima, perchè dirlo tutte le volte, mi fa imbestialire e non poco, sappilo. Siamo andati via senza voltarci indietro, perchè se fossimo rimasti, la situazione sarebbe degenerata anche con Marcus. Capisco che volevate passare una serata insieme dopo tempo, ed è anche quello che mi stai dicendo ora, però provate a mettervi nei nostri panni, una volta. Cavolo, ci stava provando col mio ragazzo davanti ai miei occhi»

Decido di riattaccare.
Non perchè ce l'ho con Edward, anzi posso comprendere le sue parole.
Desiderava passare del tempo con voi e di finire quella partita, che poi hanno lasciato a metà tutti quanti.

Ma io e James stavamo scoppiando.

«Ehi» La voce di James si fa chiara.
Penso di immaginarmela, ma poi appena mi volto e lo trovo lì, con i suoi occhi fissi nei miei, capisco che è reale.

«Hai sentito Edward?»
«Ho sentito solo le tue parole, e ho capito quale fosse l'argomento» Si avvicina.

Poi posa una mano sulla spalla.

«Stai bene? Forse non ti aspettavi che fosse proprio il tuo migliore amico a dirti che ci sono rimasti male»
«No, non me l'aspettavo, hai ragione»

Mi lascia un bacio sulla guancia.
Resta vicino a me.

«Però... Sai una cosa, Jam?»
«Cosa?»
«Capisco quello che voleva dire»
«Si, anch'io penso di capirlo, ma Ariel»
«Che?»
«Come hai detto tu, a volte, bisogna mettersi nei panni delle persone per capire a pieno una situazione. Noi siamo andati via perchè eravamo al limite, una bomba ad orologeria. Marcus avrebbe difeso Phoebe ed io avrei discusso anche con lui, utilizzando parole che non avrei mai dovuto usare»
«La serata si può recuperare»
«Si, è questo che devono capire. Non è che possono farci il caos»

Annuisco, restando nelle sue braccia.
Suonano al campanello.

Lui sospira.

«Chi sarà?» Domando a lui.

La sua risposta mi spiazza.

«Phoebe»
«In che senso?»
«Mi ha mandato un messaggio e sono venuto qui a dirtelo. Stava venendo qui e infatti, è arrivata»
«Che vuole?»
«Parlarmi, suppongo. Ma io non ho voglia di vederla, Ariel»
«Tu no, ma io si»
«Ariel, ho chiesto a Gwenda di lasciarla fuori alla porta. Impazzirà»

Infatti continua a suonare.

«James, voglio che capisca, una volta per tutte, che deve starti alla larga»
«Lo capirà, di certo andando da lei faremo capire che siamo al suo gioco, e invece voglio che capisca quanto a noi non freghi nulla di quello che vuole»

Sentiamo persino delle urla.

«James...»

Con la bocca si avvicina alla mia.
«Tu senti qualcosa, ragazzina?» Nego.

Mi lascia un semplice bacio, prima di scendere col viso nell'incavo del collo.
Sento le sue labbra sulla mia pelle.

«James...»
«Senti questo ronzio?» Risale, e la sua bocca incontra la mia in un bacio.

Con una mano mi stringe la nuca.

Mi spinge con forza contro la parete, senza mai smettere di baciarmi.
Con l'altra mano mi solleva una gamba, che subito posiziona sul suo fianco.

𝙳𝚞𝚎 𝙲𝚞𝚘𝚛𝚒 𝙸𝚗 𝚄𝚗𝚘.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora