•𝙰𝚛𝚒𝚎𝚕•
Ricordare, a volte, provoca dolore.
Senti di voler sprofondare, di non poter più continuare la tua partita e di dichiarare che hai mollato, prima di arrivare al traguardo finale.
Oppure, puoi ammettere di aver superato il centesimo gradino, ma di non avercela fatta, poiché gli altri sono stati più forti di quanto immaginavi.Ma perchè mi sento in questo modo?
Ho ascoltato parole che mi hanno ripetuto un sacco di volte.
Se non per un minuscolo dettaglio che ha fatto la differenza, della quale non ho ancora parlato a James."Questo strappo non doveva esserci"
"Ha peggiorato qualcosa"
"Deve stare attenta più di prima"
"In poco tempo, le sue gambe potrebbero cedere e la sua colonna vertebrale potrebbe non essere più come prima"E mi è crollato il mondo addosso.
Cerco di non pensarci, ma puntualmente il pensiero è sempre a martellare contro la mia testa.Infatti, non riesco a dare il massimo.
Le nostre labbra sono incollate, ma non sento quella magia che c'è stata la prima volta, e anche la seconda.
Questo perchè non ci sono del tutto.«James» Mormoro, rimanendo nello stesso punto.
Non riesco a staccarmi, questo non cambierà mai.Ma ho bisogno di tempo per metabolizzare che ormai, sono destinata ad essere "fragile", in un certo senso.
«Ehi, stai bene? Non ti sentivo più con me ad una certa»
«Io sto bene, James, ma devo dirti qualcosa che potrebbe cambiare le nostre vite. La tua più della mia»
«Di che parli? Mi preoccupi»
«Innanzitutto con tua madre ho chiarito e mi sembrava giusto dirtelo» Un sorriso sincero spunta sul mio viso, che viene all'istante ricambiato da lui.«Lo sapevo già. Mamma me ne ha parlato e non puoi immaginare quanto io sia felice, Ariel. Mia madre non è mai stata una cattiva persona»
«No, e l'ho capito. Si preoccupava per te»
«Spero mi ridia al più presto il tuo biglietto perchè non ricordo quello che c'è scritto» Ridacchia, continuando a baciarmi delicatamente lo zigomo.«Non c'è bisogno... Posso dirti personalmente dove abito, e soprattutto posso darti il mio numero di cellulare, ma ad una condizione, James»
«Un'altra? Sentiamo»
«Ho bisogno di tempo per metabolizzare alcune cose»
«Che ti piace il tuo migliore amico?» Mi provoca a parole.
Divento di un altro colore.«Ariel, guarda che scherzavo» Scoppia a ridere, riportando il mio viso molto vicino a quello suo.
«Che mi piaci non lo negherò mai»
Ammette, parlando però a bassa voce.
«Anche a me piaci, James» Finalmente racconto una parte della verità.Lui mi sorride.
«Devi metabolizzare questo? Guarda che anche per me è strano, ammettere che provo qualcosa per la mia migliore amica dell'infanzia»
«Non è questo»
«Allora cosa? Hai bisogno di tempo per restare sola, ma perchè? Cosa devi contemplare con te stessa? Riguarda le analisi che hai fatto, vero?»Ed è un'altra delle cose che non cambierà mai e poi mai.
James mi conosce e a volte, non serve neanche parlare per capire.«C'è qualcosa che mi ha detto il medico»
«Altro?» Il battito del cuore riecheggia nella stanza, segno di un possibile attacco d'ansia.
Incrocio la mia mano nella sua.«Prova a calmarti, d'accordo?»
«Ariel, parlami»
«Sono cose che già sapevamo, infondo»
«Infondo? Non ti seguo»
«Questo strappo ha peggiorato il mio problema e... Rischio più di prima» Parlo in lacrime, lasciando che lui noti la mia debolezza.
Il mio punto debole.«Devo fare attenzione. Un minimo sforzo e le mie gambe potrebbero cedere cosi come la colonna vertebrale, che già è rovinata di suo» Continuo a raccontare, sentendomi incolpa per questa paura che sto procurando a lui.
Ma la colpa è di mia mamma, e non mi dispiace neanche ammetterlo.
Nel momento in cui noto che anche lui versa lacrime, mi avvicino per portargliele via col dito.«Tu non devi stare da sola, Ariel»
«James»
«No, perchè? Metabolizziamo insieme»
«Jam»
«Anch'io ho avuto una commozione celebrale e sono stato sedato tutta la notte perchè il mio cervello era in stato di shock. Ho la testa che mi scoppia, e per uno come me, io non l'avrei mai detto, lo sai?» Sentire il mio migliore amico parlarmi in questo modo, fa male al mio cuore.
Eppure ha ragione.
Prova a passarmi tutta la forza della quale ho bisogno.«Lo so»
«Quindi che senso ha stare soli? Io ho te e non ho bisogno di altro al mondo per stare bene, Ariel. E poi, sai che non saresti mai stata da sola? Hayley sarebbe stata con te» Continua ad avere ragione, ma provo a sviare strada.«Sbagli, sarei andata in un'altra città o al massimo in un altro posto»
«Ti avrebbe trovato, cosi come anch'io ti avrei trovato» La verità è questa.
Non potrei mai stare da sola, perchè ad ogni modo, mi avrebbero trovata.Probabilmente, conoscendo la mia migliore amica, avrebbe cercato di farmi trovare da James, per permetterci di farci restare soli.
Lui sta riuscendo nel suo intento.
Lentamente, mi riporta alla strada iniziale per ricominciare la partita che volevo mollare a metà.«James»
«Ehi»
«Ho mille pensieri in testa, provo odio per mia madre e mi sento dannatamente incolpa per tutto»
«Che colpa ne hai tu?»
«Non dovevo tirare con forza la pietiera dell'auto»
«Non dovevi, hai ragione. Ma non è colpa tua, Ariel, ma della donna che ti ha portato via da me, quel giorno»
Annuisco.Purtroppo non posso negare.
È la realtà.«Tu meriti me al cento per cento»
«E non sei tu?»
«Non sono la stessa che hai conosciuto quella sera al locale. Non sono la stessa Ariel che hai baciato ieri»
«Eppure io ti vedo ancora più bella»
«Smettila. Ho davvero paura che tu possa sentirti sotto pressione nel stare assieme a me»
«Ariel»
«James, è la verità, cazzo» Il tono di voce si alza.
Non controllo quello che sento.«Non mi urlare»
«Scusami, ma è la verit໫Puoi restare con me stanotte? Devo rimanere qui sicuramente, e non so per quanto altro tempo» Cerca di cambiare i miei pensieri.
Il mio punto di vista.Lui ha bisogno di me.
«Non ti da fastidio avere accanto una persona che non può neanche portare un cartone pesante?»
«Di norma non potresti neanche portare un pancione, Ariel. Una gravidanza potrebbe essere rischiosa»
«James, non mettermi più pesi addosso»
«Dobbiamo metabolizzare tutto e lo faremo insieme, Ariel. Resti con me?»«Resto con te»
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𝙳𝚞𝚎 𝙲𝚞𝚘𝚛𝚒 𝙸𝚗 𝚄𝚗𝚘.
FanfictionNon bisogna mai giocare col fuoco, poiché si rischia di scottarsi. Eppure, ad Ariel non importa: preferisce scoprire una dolorosa verità, che potrebbe farle crollare il mondo addosso, piuttosto che vivere la vita per come si presenta, senza provocar...