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•𝙰𝚛𝚒𝚎𝚕•

Bisogna lottare con le unghie e con i denti per ottenere quello che desideri da tutta una vita.
Scavalcare muri, sentire dolore nel frattempo ma ignorarlo, con la convinzione che poi tutto andrà bene.

È stato quasi come aver perso l'equilibrio.
Hai corso per tanto tempo, restando al primo posto, ma alla fine inciampi, e smetti di credere anche nelle banalità.

Sono trascorsi sette giorni dall'ultima volta che ho visto James.
Ho provato a cercarlo, raggiungendo sia casa sua, sia il locale dove ci siamo baciati la prima volta.

Ogni giorno andavo diretta lì, incontrando spesso sua madre.
Ma io non volevo credere a quello che mi diceva, perciò tornavo ogni giorno alla stessa identica ora.
Alcune volte si faceva trovare, altre volte no, e non ho mai capito se è stato fatto apposta.

Ma le sue parole hanno lasciato il segno dentro di me, perché si sono rivelate veritiere.
"Lui è andato via, Ariel. È partito verso Los Angeles"

Il mio cuore si è spezzato in due.
Non volevo dar retta a quelle parole, perciò le chiedevo ogni volta di dirmi la verità.
Di raccontarmi che fine avesse fatto.

Ma lei rispondeva sempre in quel modo, incitandomi verso la fine, di non andare più a casa loro, perché non l'avrei trovato.
Ho pensato più e più volte di partire per trovarlo, perché non sopportavo l'idea di averlo perso ancora una volta.

Ma non l'ho mai fatto.
Lui non mi ha salutata, non mi ha mai parlato di questa occasione.

Mentre faccio colazione con latte e biscotti, un'idea frulla nella mia mente improvvisamente.
Con il mio cellulare, cerco il nome utente di James su instagram, ma ho un vuoto di memoria, non ricordando quale sia il suo cognome.

Devo basarmi sulle foto.

«Davvero non hai un profilo instagram?» Borbotto, mentre continuo a cercare, tra i numerosi account.
«Uff, James, perchè mi fai questo» Ad un tratto, ricordo il suo cognome per intero.
Sorrido, all'idea di poterlo finalmente trovare, ma un solo account mi passa sotto gli occhi, ed è disabilitato.

«Hai disabilitato il tuo account per non farti trovare da me?» È una domanda rivolta a lui, nonostante non avrò mai una risposta.

«Va bene, Jam. Sono sette giorni che provo a cercarti, ho provato addirittura a cercare su instagram ma sembra che tu non ne vuoi sapere niente di me» Dopo attimi di silenzio, balzo in piedi dalla sedia.

«E se ti fosse successo qualcosa?»
«No, credo che sua madre me l'avrebbe detto» Mi ritrovo a parlare da sola, camminando avanti e indietro per la stanza.
È una storia che va avanti da una settimana.

«Però ha messo in dubbio che io fossi Ariel, la sua Ariel, quindi perchè dovrebbe dirmi la verità? È normale che mi prende in giro» Sbuffo, sedendomi poi sul divano, con gambe incrociate.

«Jam dove sei?» Sospiro.
Sento poi Hayley raggiungere la cucina.
Evidentemente cerca me, visto che poi si sposta in salotto, li dove mi trovo.

Con lei non ho voluto parlare.
Ha baciato il mio James.
Ha tradito il suo fidanzato.

Ed io non riesco a sopportare ciò.

Lei ha cercato in tutti i modi di avere una conversazione con me, ma non ne ho voluto sapere.
Anche se, in questo momento, mi servirebbe proprio una spalla sulla quale poggiarmi.

«Ehi» Mormora, camminando a passo lento verso di me.
Quasi come se avesse paura di una mia reazione.

«Oggi stai peggio degli altri giorni. Sei più pallida» Si poggia sulle ginocchia, posando poi entrambe le mani sulle mie gambe.
Mi osserva attentamente.

Lei non ha la più pallida idea del fatto che lui sia il mio migliore amico.
Non sa nulla.

«E con ciò?»
«Ariel, so che non mi soppporti, ma per favore... Parlami, hai bisogno di liberarti ed io sono qui per questo»

Senza rendermene conto, mi ritrovo nelle sue braccia.
Un pianto disperato si fa spazio, misto alla paura che lui possa avermi davvero lasciata qui da sola.

«Ariel» Sussurra, ed io non posso fare altro che parlarle.
Voglio togliermi questo peso.

«Sai... Il ragazzo alla quale sono andata a sbattere con la mia auto?» Lei annuisce, spostando una mia ciocca di capelli dietro l'orecchio.

«Lo sconosciuto che si è preso i soldi» Ricorda, ma non le rispondo.
Continuo a parlarle.

«Ci siamo baciati, ma questo tu già lo sai»
«Si, ha baciato anche me subito dopo. Ma tu, perchè ne stai parlando?»
«Perchè lui è il mio James»

Hayley sembra non capire subito le mie parole, infatti resta a guardarmi, con espressione stranita.
«Non capisco, spiegati meglio»

«James, il bambino che ho conosciuto all'orfanotrofio» Spiego, mentre alla mia migliore amica le si illuminano gli occhi.
Sembra sia felice.

«Non ci credo! Cazzo, Ariel, non l'avrei mai baciato altrimenti»
«Figurati, ormai è andata. Comunque, sono rientrata nella sua vita, e lui nella mia» Cambio discorso, non volendo parlare del bacio che si sono scambiati.
Non voglio sapere i dettagli.

«E?»
«Succede che James mi chiede di fingerci fidanzati, ma il tutto è durato poco. Sua mamma ha messo in dubbo che io sia davvero Ariel, soltanto perchè non ho appoggiato una cena che James avrebbe dovuto fare con un'altra, poi sono andata via da quella casa, dopo aver lasciato l'indirizzo di casa mia a James, e, morale della favola, non mi ha trovato cosi come mi aveva detto. Anzi, sua madre ha detto che è partito verso Los Angeles, senza però dirmi la ragione. Ho cercato su instagram, ma il suo account è disabilitato. Non capisco cosa sta facendo» Racconto tutto d'un fiato, sentendo l'aria mancare.
Bevo acqua, restando vicina ad Hayley, che cerca di metabolizzare le mie parole.

«Allora... Non hai mai pensato che sua madre possa averti presa in giro? Mi hai appena detto che ha messo in dubbio il fatto che tu sia Ariel»
«Certo che l'ho pensato. Sto arrivando alla conclusione che quel biglietto non è mai arrivato a lui, perché sua mamma gliel'ha portato via. Il punto è come c'è riuscita, e soprattutto dov'è James»
«Non hai il suo numero di cellulare?» Nego.
Pensavamo che tutto fosse stato più facile.

«No, avevo detto a James che avrebbe dovuto guadagnarselo. Lui sarebbe venuto qui, ed io avrei dato il mio numero di cellulare. È cosi che doveva andare» Delle lacrime scorrono lungo il mio volto, ed io non riesco a bloccarle.

Mi domando semplicemente che fine abbia fatto, e perché non mi ha avvisata.

«Sai una cosa?» Parlo all'improvviso.
«Cosa?»
«Ho pensato anche che a James è successo qualcosa»
«Dio, Ariel»
Intanto provo a fare due calcoli.

Ricordo le sue parole.
«James mi ha detto che suo padre lavora in ospedale, quindi voglio tentare»
«Non capisco»
«In casa ho sempre trovato sua madre, ma mai suo padre. Quindi vorrei andare in ospedale per parlare con lui, e capire se le due versioni coincidono. E poi, voglio vedere con i miei occhi se James sta bene. Questa storia dell'account disabilitato, mi puzza e non poco»

Ricordo anche che il padre di James ha il turno di notte.
È quasi mezzanotte.

Ammetto che ho ansia di non trovarlo, perché l'ultima volta l'ho visto andar via all'alba.
Ma si dice che tentar non nuoce.

C'è solo un problema.
Non so quale sia l'ospedale.

𝙳𝚞𝚎 𝙲𝚞𝚘𝚛𝚒 𝙸𝚗 𝚄𝚗𝚘.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora