58.

329 60 11
                                    

•𝙹𝚊𝚖𝚎𝚜•

Mentre torniamo a casa, parliamo del più e del meno.
Abbiamo ritrovato la nostra serenità.

Tutto quello che ci mancava.

Probabilmente la colpa era mia, e lei ha dovuto darmi una delle sue spinte più dolorose per farmelo capire.
Quando si è levata l'anello, mi è crollato il mondo addosso.

Non credevo sarebbe mai stata capace di lasciarmi per davvero, e in quel momento appariva così.
Mi sono davvero chiesto se sono stato io a portare alla rovina la nostra storia.

E sono giunto alla conclusione che è stato così al cento per cento.
Certo, mancava anche il gradino "fiducia" di Ariel, che però ha superato tranquillamente, spero.

Ma il colpo di grazia gliel'ho dato io.
L'ho stesa nel momento in cui le ho detto che non avrei mai interrotto la mia amicizia con Phoebe.

Ma, quando stasera si è avvicinata, nel momento in cui dovevo tirare io, e lei ha preso a sua volta la palla, senza che toccasse a lei, mi ha lasciato dubbi sulla sua amicizia, e mi ha fatto credere ancora di più alle parole di Ariel.

E non potevo permettermi di perdere la donna più importante della mia vita a causa di una ragazzina che ci ha provato spudoratamente con me.

«Recuperiamo la gita in barca?» Mi domanda all'improvviso.
Di qui, noto che tutto è davvero tornato al posto giusto.

Sorrido, non so perché.

«Vuoi davvero andare in barca?»
Annuisce.

«Si, voglio davvero. James, ne abbiamo passate tante in questi giorni, e ammetto che la gita in barca, è una delle esperienze che, da tutta una vita, vorrei fare e adesso che ne ho la possibilità, non voglio che scappi»

La guardo mentre parla.
Più che altro, la osservo perché è lei ad essere alla guida, in questo momento.

Ho seriamente paura per la mia incolumità, visto che quella sera mi è venuta addosso con la sua auto.
Non vorrei che, con la mia auto, andasse addosso a qualcun altro.

Si scherza, ma questi pensieri mi fanno ridere da solo.

«È così divertente quello che ho detto?»

Intanto si ferma al semaforo.

«No, tesoro. Sto pensando al giorno in cui sei venuta addosso alla mia auto»
«Quando ci siamo conosciuti»
«Si, e ammetto che vederti al volante alla mia auto, mi mette paura. Non vorrei che facessimo un altro incidente»

Mi uccide con lo sguardo.
Mi fulmina, più che altro.

Ed io, continuo a ridere.

«Sarei capace di farlo apposta solo per farti del male, coglione»

Continuo a ridere.

«Si? Davvero mi butteresti fuori dalla tua vita con le tue stesse mani?»

Annuisce.
La mia risata non smette di esserci.

«Allora provalo»
«James, non sfidarmi»
«Hai paura, Ariel? O sai affrontare il pericolo?»

Allo scattare del verde, Ariel riprende a guidare, ma più veloce di prima.
Superiamo i centoventi chilometri orari.

𝙳𝚞𝚎 𝙲𝚞𝚘𝚛𝚒 𝙸𝚗 𝚄𝚗𝚘.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora