24.

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•𝙰𝚛𝚒𝚎𝚕•

Le mie labbra tremano.
Questo perchè non ho mai baciato nessuno così sfrontatamente.
Certo, con il mio ex fidanzato ci sono stati attimi in cui eravamo presi dalla passione che sentivamo, ma con James è completamente diverso.

Viene spontaneo restare incollata a lui.
È tutto dannatamente naturale.

Sento le sue mani cingermi i fianchi, ed è così che perdo completamente la testa.
Quando la mia intimità viene a contatto con la sua, e un lieve gemito sfugge dalla sua bocca.

Ma non riesco a non ridere, al pensiero che possano nuovamente interromperci.
O che semplicemente sentano quei sospiri che mi mandano a fuoco.

«Vuoi fare silenzio?» Rido, allungando una mia mano verso le labbra.
La poggio su, ma non riesco a smettere di ridere.
«È colpa tua, ragazzina»
«Mia? Non ti dimenticare che sei stato tu a tirarmi su di te»
«Perchè mi fai impazzire, cazzo» E per un'altra volta, la sua bocca carnosa si poggia su quella mia, morbida ma al tempo stesso sottile, come se fosse un semplice cuscino.

Schiaccio entrambe le mie mani sul suo petto muscoloso, anche se ricoperto da una maglietta bianca.
Lui sembra avere intenzione di non staccarsi per il momento.
Resta con le sue mani sulla mia guancia.

Sento il calore pervadere il mio corpo.
Gocce di sudore cadono dalla mia fronte.
Tra le sue braccia io non ho paura.
Non ho pensato neanche per un istante che lui potesse essere come Matt.

Che avesse avuto il solo pensiero di tradire me e quello che abbiamo creato.
Di posare la sua bocca su quella di un'altra, cancellando quindi tutti i nostri momenti speciali.

A causa del suo cellulare, siamo costretti ad allontanarci.
La sua suoneria riecheggia nel salone.

«Uff!» Impreca, non avendo voglia di lasciare andare la mia bocca.
«Chi ti cerca?»
«Non lo so, ma andasse al diavolo»
Prima che possa riprendere, si accorge che il telefono continua a suonare.

«Jam... Potrebbe essere importante»
«Che palle» Sbotta, restando ancora sotto di me.
Adoro questo suo lato.

«Almeno vedi chi è»
Annuisce, osservando il mio movimento.
Mi sono sollevata, spostandomi di lato.
Lui mi ha guardata attentamente, prima di sollevarsi e raggiungere il mobiletto.
Risponde, e appena le mie orecchie ascoltano quel nome, e i miei occhi vedono il suo sorriso una volta accettata la chiamata, il mio cuore perde colpi.

"Phoebe"

«Sto bene, per fortuna. È stato come se avessi vissuto un incubo, non hai idea»

"Certo che non ne ha idea. Non si è mai presentata in ospedale, così come il fratello alla quale tieni un sacco"

La mia mente mi porta a litigare da sola.
Ma giungo ad una sola conclusione.

Sono gelosa.

«Non preoccuparti, non è importante»

"Cosa non è importante?"
"Ti avrà detto il perchè non sono passati a trovarti?"
"Non conosco quella gente, eppure mi stanno altamente sulle scatole"
"Mi contengo con le parole, o sarei andata molto oltre"

«Domani sera festeggiamo il mio ritorno a casa»

"Si, ma dovevi proprio dirglielo?"

𝙳𝚞𝚎 𝙲𝚞𝚘𝚛𝚒 𝙸𝚗 𝚄𝚗𝚘.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora