15.

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•𝙹𝚊𝚖𝚎𝚜•

"Trovami" Non ho mai dimenticato il suono della sua voce, quando giocavamo a nascondino nel bel mezzo della notte.
Eravamo bambini alla quale piaceva giocare con il fuoco, e tutt'oggi, entrambi continuiamo ad essere uguali.
Non è cambiato nulla, se non che è passato tanto, troppo tempo.

Eppure, sento di non averla mai persa.
Di non essermi mai diviso da lei, e di non aver mai assistito al momento in cui me l'hanno strappata dalle braccia.

"Come farò a trovarti? È buio" Quasi mi viene da sorridere al pensiero che, in maniera differente, abbiamo imitato la scena.
Devo trovarla, e non ascoltare nessuno.

"Non sarà così difficile, James" Ascolto poi la sua risata sonora, che mi è ancora rimasta impressa.
Così forte, quasi le sorridevano anche gli occhi.

E questo, succedeva solo quando eravamo insieme.
Ci promettevamo grandi cose, ma puntualmente la paura era sempre dietro l'angolo.
Anche se i nostri due cuori sarebbero rimasti uniti, a prescindere da tutto.

Mentre continuo a guidare, resto ancora bloccato con la mente a molti anni fa.
Quando mi girai l'intero orfanotrofio per trovarla, ma senza successo.
Quel giorno mi prese un infarto.
Tutti dormivano, ed io ero alle prese per trovare Ariel, nascosta chissà dove, sotto il cielo stellato, ma al tempo stesso stracolmo di nuvole.

"Ariel, ti regalo dieci punti, ma vieni fuori" Gridai.
Urlai talmente forte che la gola mi fece male, e le orecchie mi fischiarono.

Preso dal panico, cercai il sorvegliante del posto.
Infondo eravamo solo bambini, e ci saremmo presi le nostre conseguenze.
Mi beccai una strigliata, ma alla fine la trovammo nascosta dentro ad un cassonetto all'interno dell'orfanotrofio, ed io mi beccai anche un rimprovero da parte sua, che mi fece sorridere con le lacrime agli occhi.

Ma poi, quando pronunciò le ultime parole, non potevo non scoppiare a ridere assieme a lei.

"Ho vinto e tu hai perso. Non sei riuscito a trovarmi"

E venimmo messi entrambi in punizione.
Non ho mai capito la ragione, eppure giocavamo semplicemente.
Ma non abbiamo mai rinnegato nulla.

Senza rendermene conto, mi ritrovo spiaccicato fuori strada, con la testa che gira e il sangue che cola dal naso.
Cos'è successo?

Qualcuno mi presta soccorso, raccontando quello che è successo con esattezza.
Ho superato un semaforo rosso e neanche ci ho fatto caso, visto i troppi pensieri e la mente annebbiata.

Mi porto una mano sulla fronte, avvertendo dei lampi forti.
Fanno male, ma niente fa più male del fatto che mi sono bloccato da solo, e non riuscirò a trovarla, per il momento.
Come quel giorno.

«Dobbiamo andare in ospedale» Sento a tratti la voce di una donna, che continua ad osservarmi, rimanendo però nel suo.
Sento che sia preoccupata.

«Non c'è bisogno, sto bene»
«La prego... L'accompagno io, non è in grado di guidare»
«Ma lei era nell'altra auto?» Mormoro, non mettendo bene a fuoco la persona che ho dinnanzi a me.

«Si, ci siamo scontrati, o meglio... Lei mi è venuto addosso, ma non c'è problema. Io sto bene, vorrei solo che lei si facesse dare un'occhiata»
Chi è che sarebbe stato così calmo dopo un'incidente?
Probabilmente nessuno, mi chiedo solo lei come faccia a mantenere la calma.

Mi ritorna in mente Ariel e sorrido, ricordando quando lei venne a sbattere contro la mia auto.
Forse la ragazza accanto a me crederà che io stia delirando.

𝙳𝚞𝚎 𝙲𝚞𝚘𝚛𝚒 𝙸𝚗 𝚄𝚗𝚘.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora