•𝙹𝚊𝚖𝚎𝚜•
È cosi bello perdermi nel suo sguardo.
Nei suoi occhi castani, profondi come il fondo dell'oceano.
Resterei ad osservare per ore ogni minuscolo dettaglio di lei.
O del suo corpo, anche se ricoperto da quella cicatrice.Quel segno che ho imparato ad amare.
Ad apprezzare, nonostante sia un ricordo spiacevole, che vorremmo cancellare con uno schiocco di dita.
O con una gomma, per ricreare l'immagine perfetta.
Magari con qualche difetto.Perché le cose brutte non mancano mai.
Sono presenti ovunque.
Bisogna imparare ad accettarle.
A trovare il lato positivo anche nelle cose negative.Così come il mio lavoro.
Guidare un taxi non era nelle mie priorità e non mi ci sono mai visto.
Ma, tutto può cambiare.
E tutto è cambiato.«È esattamente quello che ti sto chiedendo, Ariel. Vuoi passare il resto della tua vita con me?»
«Me lo stai chiedendo in senso figurale?»
«Te lo sto chiedendo e basta»
«James, non capisco se mi stai prendendo in giro o se è una specie di proposta di matrimonio»Non ha torto.
Qualche attimo prima parlavamo dei nostri sentimenti e del fatto che l'amore non sia ancora tra noi.
Che man mano la nostra attrazione cresce e diventa sempre più forte.E ora le sto chiedendo se vuole passare il resto della sua vita con me.
Ma non è una proposta di matrimonio.Credo.
È una semplice domanda.
Penso.
«Voglio sapere se sei sicura di volermi avere accanto, in un futuro parlando»
Mi correggo.
Ed è meglio che l'abbia fatto, perché questa conversazione stava prendendo una strada diversa.Anche se piacevole.
«Sono sicura, James. Niente mi impedirà di restarti accanto. Che sia come amica o come qualcosa di più»
Spero qualcosa di più.
Provo paura.
La provo dal giorno in cui mi sono schiantato contro un'altra auto.
Da quel momento, i miei occhi vedono tutto in maniera diversa.
Ma in un certo senso, sto cercando di trovare il lato positivo da questa esperienza negativa.Magari è capitato perchè la vita voleva spaventarmi.
Il destino c'entra sicuramente.«Ora vieni con me? Ti porto nel mio posto di lavoro, splendore»
«Sai... Non avrei mai pensato che sarei arrivata a dirti una cosa del genere, ma preferisco essere chiamata ragazzina»Entrambi scoppiamo in una risata.
Soprattutto lei.La sua risata è splendida.
Come il canto degli uccelli al mattino.
Come una dolce melodia.La ascolterei per sempre.
«Allora, ragazzina... Seguimi»
Abbasso la mia bocca su quella di lei.
Ma non è un bacio.
Semplicemente le nostre labbra sono attaccate come colla.Lei è una calamita.
Io non riesco a staccarmi.«James»
«Ehi»
«Anch'io devo trovarti un soprannome»Mi parla.
Nel frattempo informiamo i miei genitori della nostra piccola uscita.Mamma ci raccomanda di non tardare.
A tavola ci sarà il mio piatto preferito.
Ariel è curiosa di provarlo, il che mi fa sorridere spontaneamente.Sorrido sempre quando sono con lei.
Che sia per una ragione o per un'altra.«Sai a cosa stavo pensando, James?»
«A cosa?»
«Al fatto che ormai Hayley è come se vivesse da sola, perchè in pratica passo venti ore su ventiquattro a casa tua»
«Ed è un problema? Non sei contenta di passare tempo con me?»
«Certo, recuperiamo quello che abbiamo perso in tutti questi anni, ma d'altro canto mi manca la mia migliore amica e ti prego di non prenderla a male»Rimango a fissarla, quasi come se fossi ipnotizzato dal movimento della
sua bocca.
Ma non ho interpretato male le parole che ha pronunciato.«Ariel, sono contento che vuoi passare il tempo con Hayley, almeno distrai la mente e cambi pensieri. Non puoi vivere di me, e con la mia depressione»
«Qui preferisco ignorarti»È la verità, anche se si ostina a negarlo.
In questo periodo passo molto tempo a riflettere fra me e me, e spesso mi isolo.Raramente mi succede di non degnarle neanche uno sguardo.
Ed è inutile smentire il fatto che al mio fianco, lei possa sentirsi giù di morale.Ha bisogno di sdrammatizzare.
Di pensare alle cose belle della vita e non di restarmi accanto per prendersi tutte le mie sofferenze.Non le rispondo e se ne accorge.
Ma a sua volta, decide di non parlare più di quest'argomento.
Potrebbe farci sclerare e non siamo nella condizione migliore.Entriamo nella mia auto.
Non ho ben capito la ragione, ma Ariel si è imposta di guidare al mio posto.«Sai che in molte hanno voluto guidare la mia auto, ma non ci sono riuscite?»
«Perchè?»
«Perchè sono maledettamente geloso della mia macchina, e avrei dovuto esserlo anche con la ragazzina che guidava con i fari spenti nel bel mezzo della notte e che mi è venuta addosso»Una risata fuoriesce dalla sua bocca.
La ascolterei ridere sempre.
E osserverei la sua bocca peggio.Ne sono ossessionato.
«Peccato che posso prestarti qualsiasi cosa perchè ciò che è mio, è tuo»
Continuo.
Per un secondo, noto i suoi occhi camminare verso di me.
Il suo sguardo si è spostato dalla strada verso il mio.Ci incrociamo.
«Hai detto una bella cosa»
Riprende a guardare dinnanzi a lei.
Ma io avrei voluto che quel contatto non finisse mai.
Nel frattempo le indico la strada.«Ariel... È la verità. Non potrei mai impedirti di usare le mie cose, perchè è come se fossero anche tue»
Un attimo di silenzio, in cui un sorriso vale come risposta.
Poi però, rompo il ghiaccio, con una frase che probabilmente non si sarebbe mai aspettata arrivasse ora.E neanch'io.
«Ti desidero, Ariel»
Arriva nuovamente una non risposta.
Mi domando se sia stato giusto dirglielo o se avrei dovuto tenere il tutto per me.In fin dei conti, eravamo sul punto di fare sesso quando ci siamo visti la prima volta in quel locale.
E sicuramente lo ricorda bene.Come me.
«Capisco»
Dalla sua voce appare imbarazzata.
Non è riuscita ad osservarmi, così come sto facendo io.
A differenza sua, sono riuscito ad ammetterlo sia a me stesso che a lei.Non si può resistere ad un'attrazione.
Non si può resistere ad Ariel.
«E tu, ragazzina?»
La provoco.
«Davvero lo sconosciuto che si è preso i soldi della mia migliore amica vuole fare sesso con una ragazzina?»
Mi provoca a sua volta.
Intanto le indico di svoltare a destra.«Davvero»
«Non me lo sarei mai aspettata»
«Beh, c'è sempre una prima volta. E poi ricorda bene, stavamo quasi per farlo se non fosse che ti sei staccata»
«Non la do a chiunque»Questa frase mi fa sorridere.
Non posso che essere contento.Ma neanche a me?
Rido da solo davanti a quel pensiero.
«Neanche a te»
Ride a sua volta.
Si ferma al semaforo, allungandosi poi con il viso verso il mio.La sua bocca è sulla mia.
«Forse...»
Tira con i denti il labbro inferiore, ed io sento il corpo andare a fuoco.
Ma soprattutto, qualcuno reagire.Reagisce eccome per lei.
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𝙳𝚞𝚎 𝙲𝚞𝚘𝚛𝚒 𝙸𝚗 𝚄𝚗𝚘.
FanfictionNon bisogna mai giocare col fuoco, poiché si rischia di scottarsi. Eppure, ad Ariel non importa: preferisce scoprire una dolorosa verità, che potrebbe farle crollare il mondo addosso, piuttosto che vivere la vita per come si presenta, senza provocar...