ventotto

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Alex pov's

La puntata si era conclusa, ma il mio pensiero fisso era solo la mora, andiamo tutti in relax, aspettandomi di trovarla ma non c'era, dopo essermi cambiato il microfono e indossato il giubbotto mi avvio in casetta non aspettando nessuno, di solito il tragitto lo facevamo io e lei insieme.
Entro in casa, mi spoglio dal giubbotto e mi avvio nella stanza della mora, sedendomi nel suo letto.
Sospiro, ero veramente preoccupato, non so come farei senza di lei qua, è diventata un punto fondamentale del mio percorso.
Luigi, Carola e Serena raggiungono la stanza rossa anche loro dopo poco e mi chiedono come stessi, scuoto la testa non parlando.
<È forte lei, starà bene> mi dice Carola, mi appoggio al letto della castana, appoggiando il braccio sugli occhi e loro capiscono che non volevo parlare, era difficile parlare per me in questi casi.

Sento scuotermi piano e chiamare il mio nome, mi ero addormentato.
<Alex, giu è tornata> mi dice Luigi appena apro gli occhi, a quelle parole mi alzo velocemente e raggiungo la cucina dove vedo la mora con il piede fasciato e delle stampelle, aveva gli occhi arrossati, non volevo pensare al peggio, mi avvicino a lei e l'abbraccio, mi stringe forte a se.
Sento qualcuno dire di lasciarci un po' di privacy, ma avevo solo occhi solo per la mora, per capire come fosse andata.
<Dimmi ti prego che non te ne vai> le prendo il viso tra le mie mani guardandola negli occhi, occhi che dal primo momento mi hanno stregata.
Scuote la testa in risposta e io tiro un sospiro di sollievo al solo gesto.
<Devo stare ferma per almeno una o due settimane, poi si vedrà, c'è comunque il rischio che me ne vada Alex> sospiro appoggiando la fronte contro la sua
<Non te ne vai Giulietta> le dico lasciandole un bacio a stampo, impercettibile agli occhi degli altri.
Io e la mora ci avviamo nella sua stanza dove si appoggia al suo letto, io rimango in piedi di fronte a lei.
<Il dottore mi fa che non è grave, ma che potrebbe aggravarsi, quindi devo usare le stampelle>
continua a dire mentre si mette sdraiata.
<E tu le userai in ogni momento della giornata> le dico con un tono che la fa sorridere, e che sorriso.
<Perchè sei così lontano da me?> mi domanda aprendo le braccia nella mia direzione e mi sciolgo, mi sdraio vicino a lei facendo attenzione al piede e la faccio appoggiare al mio petto.
Alza il viso nella mia direzione e le sorrido, mi bacia, un bacio vero finalmente e io ricambio tenendole il viso.
<Devo farmi una doccia calda, ho tutti i muscoli a pezzi e sono tutta sudata> inizia a lamentarsi e io sorrido.
<Vuoi che ti aiuto?> le domando ma lei rialza il viso guardandomi imbarazzata.
<No giu, non volevo fare una battuta o doppio senso, sono serio> le dico tranquillizzandola
<Non so se possiamo> mi dice indicando le telecamere.
<Io posso tutto giulietta, su andiamo> mi alzo e lei mi segue, le avvicino le stampelle che si stava già dimenticando ed entriamo in bagno chiudendolo a chiave dietro di me, lei appoggia le stampelle contro il muro mettendo il peso sull'altro piede e mi guarda.
Indossava ancora il vestitino del compito, le stava da dio, mi avvicino a lei e glielo alzo, togliendolo definitivamente dopo averle chiesto il permesso con gli occhi, non ci serviva parlare, con uno sguardo ci dicevamo tutto.
Le lascio un bacio a stampo e le abbasso le culotte, con cui stava da dio, che le fasciavano i fianchi e le sue curve in un modo che neanche riesco a commentare.
Quando mi abbasso per togliergliele del tutto le lascio un bacio sulla coscia.
<Tutto bene?> le domando vedendola in silenzio e annuisce.
<Si malinconia> mi risponde sorridendo, la bacio, era rimasta in intimo.
<Vuoi togliere tutto o?> le domando e annuisce.
Raggiungo i ganci del suo reggiseno, che apro, uno a uno, le abbasso le spalline per poi toglierlo definitivamente, istintivamente si copre e la lascio fare, si avvicina e mi lascia un bacio.
Faccio lo stesso con le mutandine che indossava, sospiro alla vista della ragazza davanti a me e lei sorride vedendo la mia reazione.
Sospiro ed entra in doccia.
<devo cercare di non bagnare la fasciatura, così mi dura almeno fino a domani> mi dice mettendosi davanti le braccia, annuisco di risposta e lei accende l'acqua, mentre aspetta che si riscaldi si rigira verso di me allacciando le braccia dietro al mio collo avvicinandomi a lei, rimaniamo a guardarci negli occhi ad una distanza minima senza baciarci.
I miei pantaloni iniziavano ad essere troppo stretti, ma non avrei fatto niente, avrei aiutato Giulia a lavarsi e poi l'avrei coccolata a letto.
<Mi piace la reazione del tuo corpo> sussurra sulle mie labbra io alzo la testa guardando il soffitto chiudendo gli occhi, mi lascia un bacio sul pomo d'adamo e si stacca mettendosi sotto il getto leggero dell'acqua, se prima era eccitante ora lo è di più.
Fa per iniziare a lavarsi i capelli ma la fermo, l'avrei fatto io, la faccio girare e la visuale del suo sedere nudo non aiuta ma cerco di concentrarmi sul lavaggio dei suoi capelli.
Dopo averglieli lavati, inizio a massaggiarle le spalle, si rilassa completamente buttando la testa all'indietro, dopo un po' prendo il bagnoschiuma ed inizio a insaponarla.
La mora si mette sotto il getto sciacquandosi per poi iniziare a schizzarmi con l'acqua.
<Eddai giu> le dico cercando di togliermi dalla traiettoria dell'acqua, scoppia a ridere chiudendo il getto dell'acqua.
Le passo gli asciugamani, uno per il corpo e uno per i capelli ed esce finalmente dalla doccia.
Mi appoggio al lavandino guardandola asciugarsi, ad un tratto mi guarda e si avvicina, senza stampelle.
<Giu, le stampelle> la rimprovero mentre allaccia le braccia al mio collo e le mie mani finiscono sul suo sedere coperto dall'asciugamano.
<Sono solo due passi Malinconia> sbuffo e lei sorride divertita
<Volevo solo darti un bacino per ringraziarti ma se non lo vuoi> fa per staccarsi ma la stringo a me baciandola.
<Vado a prenderti qualcosa da mettere?> le domando
<Faccio io> dice staccandosi e uscendo dal bagno con le stampelle questa volta, la seguo e alzo il suo letto cosicché scelga, canottiera e pantaloni della tuta, poi va nel cassetto e prende delle mutandine ritornando in bagno, dove la seguo e richiudo la porta.
<il reggiseno no?> le domando vedendo che non l'ha preso.
<no, mi fanno male, penso mi stia arrivando il ciclo>
<Se vuoi dopo ti faccio un massaggino> dico sorridendo divertito alche lei risponde con un dito medio.
Infila le mutande da sotto l'asciugamano e poi la canottiera, che era un po' larga fortunatamente, non avrei sopportato occhi indiscreti sul suo seno dopo l'ennesimo bigliettino anonimo su di lei che poi tanto anonimo non lo era.
Si toglie l'asciugamano e si infila i pantaloni della tuta.
<Mi asciughi i capelli?> mi chiede dolcemente e io senza rispondere prendo il phon.
<Ti porto una sedia però> dico e senza darle il tempo di rispondere esco dal bagno trovando Carola nella stanza
<Che ci fai nel nostro bagno?> mi domanda non capendo e poi fa una faccia strana, starà pensando al peggio.
<No carola, devo solo asciugarle i capelli e sto andando a prenderle una sedia.>
<sisi> mi dice semplicemente sorridendo, lascio stare e vado a prendere una sedia, rientro nel bagno sotto gli occhi attenti della ballerina di classico e chiudo la porta.
La faccio sedere e inizio ad asciugarle i capelli.
<Grazie bimbo> mi dice quando spengo il phon, si alza e mi lascia un bacio a stampo.
Usciamo dal bagno e la mora appena vede Carola in stanza s'imbarazza.
<Ciao amo> le dice semplicemente
<Ciao cuore, oggi è la settimana degli infortuni comunque> dice riferendosi a se stessa, a serena e alla mora.
<Guarda non ne parliamo, una sfiga assurda> dice sedendosi sul letto.
<Raga è pronta la cena> urla qualcuno dalla cucina, Carola esce dalla stanza per prima e noi la seguiamo subito dopo, ci mettiamo a tavola e iniziamo a mangiare, la mora riesce a mangiare metà piatto di pasta e io non la obbligo a mangiare di più.
Finiamo di mangiare e piano piano la cucina si libera.
<Che giorno è oggi?> mi domanda la mora
<Giovedi perché?> le domando
<È il mio turno di pulire la cucina> dice mentre fa per alzarsi ma la fermo.
<sei scema? Non pulisci niente, faccio io> le rispondo contrario ma testarda com'è continua
<No alex, riesco a stare in piedi>
<Ma assolutamente no, sta settimana e neanche la prossima non fai nessun turno> le dico alzandomi dalla sedia iniziando a sparecchiare con Tommaso.
Sbuffa e io le sorrido divertito.
<Vado a fumarmi una sigaretta e torno a farti compagnia> mi dice
<Vestiti prima che sei in canottiera e ti ammali> le dico iniziando a sciacquare i piatti.
<Da che pulpito alexino> mi dice infilandosi il mio giubbotto ridendo.
<Ah che bello l'amore, mi manca la mia ragazza> dice ad un certo punto Tommaso.
<Eh è bello si> rispondo
Finisco finalmente di pulire e io e la mora ritorniamo nella sua stanza, sotto le coperte questa volta, le luci dopo poco iniziano ad abbassarsi come le voci in casetta, eravamo ancora soli in stanza.
<quindi lo vuoi o no sto massaggino?> le domando e lei sospira coprendosi il viso con le mani imbarazzata.
<lo prendo come un sì> le dico semplicemente, lei era stesa sulla schiena mentre io su un fianco, infilo la mano sotto la sua maglia e l'avvicino ad un suo seno e inizio a massaggiare, con delicatezza.
Eravamo coperti, non si vedeva niente, anche se c'era buio.
Sentivo i suoi sospiri, aveva gli occhi chiusi, era veramente stanca.
<dormi piccoletta> le dico alzando il viso e lasciandole un bacio a stampo.
<stai qui con me vero?> mi domanda sussurrando e io sorrido
<certo bambi> mi bacia e ci diamo la buonanotte.

tra silenzi -alex-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora