quarantaquattro

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Dopo la fine della puntata, ci rechiamo tutti in relax a cambiare i microfoni per poi prendere le nostre cose e tornarcene in casetta, il giorno dopo potevamo dormire un po' di più, ne avevo bisogno.
Dopo aver consolato Rea negli spogliatoi, avendola trovata a piangere, probabilmente per l'ennesimo posto basso in classifica e l'ennesima sfida.
L'ho lasciata nelle mani di Nicol in quanto vengono chiamate poi da Rudy Zerbi.
Entro in casetta, andando dritta nella mia stanza a poggiare il borsone, prendere dei vestiti puliti e infilarmi sotto la doccia.
Uscì lavata e profumata e mi recai in cucina, iniziando a preparare la cena essendo il mio turno e quello di Luca.
<Come stai?> mi domanda Gigi appoggiato al bancone con Alex.
<Apposto, tu?> chiedo facendo attenzione a non tagliarmi un dito
<Tutto bene, il passo a due con Dario è stato fantastico>
<Grazie gigino>
Continuiamo la nostra chiacchierata tranquillamente finché i due davanti a me non iniziano a rubare il cibo, partendo dai pomodorini e cetrioli che stavo tagliando per l'insalata.
<Giuro se non la smettete vi picchio> li riprendo dopo avergli schiaffeggiato le mani per l'ennesima volta, i due ridevano, smettevano per un po' e poi ricominciavano.
<Carola levameli di torno perché è la volta buona che commetto un omicidio> richiamo la mia amica che stava frugando qualcosa dal frigo, riesce a far andare via Gigi, ma il moro non se ne va.
<Poi possiamo parlare?> mi domando dopo minuti di silenzio e io scuoto la testa, inizia letteralmente a pregarmi e a tartassarmi.
<Ci penserò> gli rispondo semplicemente
<È già un qualcosa> alzo lo sguardo guardandolo, era vestito ancora come la puntata.
<Vai a cambiarti> gli dissi semplicemente
<Perchè? non sto bene così?> mi domanda sorridendo
<Stai da di- ceh, volevo dire che non sei male ma-> cominciai a straparlare e mi interruppe la sua risata.
<Vado a cambiarmi> risponde semplicemente alzandosi, mi fa un occhiolino e lascia la cucina.
Mannaggia a lui.
Io e luca iniziamo a canticchiare finendo di cucinare improvvisando addirittura dei passi di ballo, serviamo la cena e ci sediamo a mangiare, il moro si era messo dei pantaloni della tuta e la mia maglia nera.

Era ormai notte, ero nel mio letto a cercare di dormire, quando all'improvviso qualcosa toccò la mia gamba, presi un colpo tirando un calcio a qualunque cosa sia, sentì un lamento e trovai il coraggio di aprire gli occhi, era Alex.
<Mi hai tirato un calcio nelle palle> ops
<Sei un deficiente tu, mi hai fatto prendere un colpo> sussurro urlando.
<Volevo vedere se fossi sveglia> spiega perché era nella mia stanza
<E ora che hai constatato che sono sveglia, cosa vuoi?> chiedo, lo stavo trattando male, ne ero consapevole
<Prima ti ho chiesto se potevamo parlare>
<E io ti ho detto che ci penserò, non che l'avrei fatto>
<Andiamo di là? rischiamo di svegliarle> continua sussurrando
<Alex vai a dormire> gli dico ma non si smuove
<Non riesco a dormire e neanche tu, quindi andiamo di là>
Sbuffo più volte alzandomi dal mio letto, al calduccio iniziando a camminare verso il salotto, mi siedo sul divano aspettando che mi raggiunga.
Si siede rimanendo in silenzio.
<Mi manchi> inizia a parlare dopo minuti di silenzio
<Tanto Timidezza, sono stato un coglione, lo so, ne sono consapevole, penso che tu sia stata l'unica ad avermi fatto provare emozioni talmente forti da spaventarmi, perché si ero spaventato, mi stavo mettendo in dubbio, se fossi la persona più adatta a te, se avrei saputo amarti e trattarti come si deve, so che la tua maglia è stata sospesa anche per colpa di quello che è successo tra di noi, so che sono stato la causa delle tue lacrime. Ti assicuro che l'unica cosa che non ho messo in dubbio sono i miei sentimenti nei tuoi confronti, sei la cosa più bella che mi sia capita, averti attorno e non poterti stringere a me e baciarti è stato devastante, mi manchi come l'aria>
A quelle parole mi scese una lacrima che nascosi velocemente facendo finta di sistemarmi i capelli.
<Con Cosmary c'è stato qualcosa? in queste due settimane> chiedo titubante
<Assolutamente niente, lei ci prova un sacco, le ho detto più volte che non voglio niente a che fare con lei, ma domani richiarisco la situazione>
<Perché domani? dai per scontato che io ritorni?> domando
<Assolutamente no, semplicemente l'avrei fatto indipendentemente da quello>
Fa per avvicinarsi ma lo fermo
<Averti troppo vicino mi manda in pappa il cervello e non riuscirei a ragionare lucidamente> spiego il mio gesto facendogli spuntare mezzo sorriso.
<Perché non me ne hai parlato?> gli domando
<Perché sarei risultato patetico e non lo voglio essere ai tuoi occhi>
<Alex ti ho mai giudicato?> chiedo e lui scuote velocemente la testa
<Allora sai già che non lo avrei fatto dandoti del patetico, se magari me ne avessi parlato, non ci saremmo divisi>
<Lo so, sono stato un coglione, mi sono fatto prendere dalla paura e il mio cervello non ha più ragionato>
Sospiro incrociando le braccia, non sapevo cosa fare.
<Posso avvicinarmi?> sussurra e io gli tendo una mano, me la prende tirandomi vicino al suo corpo abbracciandomi, stringe i miei fianchi e io allaccio le mie braccia al suo collo.
<Scusa> sussurra al mio orecchio, infilo le mani tra i suoi capelli iniziando ad accarezzarli.
Mi stacco leggermente guardandolo in viso, iniziando ad accarezzarglielo.
<Mi dispiace averti fatto piangere> sussurra guardandomi negli occhi, mi avvicino e gli lascio un piccolo bacio sulla guancia facendogli spuntare un piccolo sorriso, infilo il dito nella fossetta che si accentua di più.
Si avvicina al mio viso facendo toccare le punte dei nostri nasi, mi lascia un bacio sulla fronte, uno sul naso, uno sulla guancia.
<Posso?> domanda facendo cadere lo sguardo sulle mie labbra, annuisco leggermente e lui non perde tempo facendo unire le nostre labbra, dopo più di due settimane.
<Mi sei mancata> sussurra sulle mie labbra accarezzandomi il viso
<Mi sei mancato anche tu> sussurrò lasciandogli un bacio a stampo, mi prende il viso facendo riattaccare le nostre labbra, mi stacco poco dopo essendo scomoda e glielo dico, batte le mani sulle sue gambe e io eseguo mettendomi a cavalcioni su di lui, ci baciamo ancora un po' rimanendo senza fiato, appoggia la testa al divano infilando le mani sotto la mia maglia sui miei fianchi mentre io prendo ad accarezzargli il viso e sistemargli i capelli.
<Sei stato bravo oggi in puntata>
<Dici?>
<Certo scemo, sei arrivato pure primo>
<Grazie Bambi, tu sei stata fantastica, era molto difficile quella coreografia>
<Molto>
Commentiamo un po' la puntata finendo sui regali ricevuti dalle nostre famiglie.
<Non te lo aspettavi che ti scrivesse tua sorella, vero?>
<Per niente, mi ha fatto molto piacere ciò che mi ha detto, non l'aveva mai fatto> risponde facendo spuntare un sorriso
<È stata molto carina>
<In questo periodo mi ha detto molto sù, non le ho raccontato quasi niente ma ha capito che era successo qualcosa tra di noi> a quelle parole sorrido divertita
<Tuo fratello e tuo papà mi odiano vero?> continua poi domandando
<No, gli ho detto che semplicemente le cose non andavano, non gli ho raccontato niente>
<Okay mi odiano ho già capito, era bellissima la lettera che ti hanno mandato>
<Tanto> rispondo malinconica e lui se ne accorge
<Amore, vieni qui> mi stringe a se e io infilo il viso nell'incavo del suo collo.
<Mi è mancato essere chiamata così> sussurro
<Ti ci chiamo ogni volta che vuoi> mi risponde e io rialzo il viso sorridendogli lasciandogli un bacio a stampo.
<Ti ho fatto male prima?> gli domando e lui non capisce
<Il calcio> aggiungo divertita e lui mi guarda un po' male facendomi ridere
<Un pò> risponde facendo il broncio che bacio.
<Scusa> sussurro sulle sue labbra facendolo sorridere e mi ribacia.
<Andiamo a dormire?> gli domando dopo altri baci e carezze, scuote la testa in risposta
<Ora che abbiamo fatto la pace non ti lascio> a quelle parole sorrido scombinandogli i capelli, alzandomi dal suo corpo sotto i suoi lamenti.
<Dai su> gli tendo le braccia e afferra le mie mani alzandosi, poggia le sue mani sui miei fianchi avvicinandomi a lui.
<Quindi ora è tutto apposto?> sussurra
<Si Alex>
Mi bacia, diverse volte, prima che ci dividessimo per andare ognuno nella propria stanza.
<Aspetta Giu> mi richiama, mi giro verso la sua direzione mentre lui ritornava davanti a me e mi ribacia.
<Sei scemo> sussurro sulle sue labbra ribaciandolo per poi spingerlo leggermente, ridandogli la buonanotte.
Mi infilo sotto le coperte, senza finalmente quel peso al petto, ero felice.

tra silenzi -alex-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora