Lo studio del Dottor Pluton dava l'impressione di un acquario.
Le numerose sfumature azzurre che toccavano i muri, il mobilio, addirittura le inferriate della grande finestra a fianco al divano: tutto era stato pensato per stimolare calma nei pazienti.
L'effetto che restituiva in realtà era un'insolita sensazione di boccheggiare in un'atmosfera rarefatta.
Siamo i suoi pesci e lui non è altro che l'amo, così pensava Rose, mentre attendeva in silenzio che il suo psichiatra finisse di riguardare gli appunti presi nel fascicolo interamente dedicato a lei.
Sono speciale. Ho un fascicolo tutto per me.
«Sono un po' di settimane che non vieni...».
«Tre, lo so».
Pluton riflettè in silenzio, cercando di soppesare le sue prossime domande.
Perché non sei venuta?
Cosa hai fatto?
Hai qualcos'altro contro di me da mostrarmi?
A cosa stai pensando in questo momento?
Perché non sparisci per sempre?
Sorrise e guardò Rose con un'espressione rassicurante.
«Ti va di raccontarmi un po' di questi ultimi giorni? ».
«Sì. Credo che possa farmi bene».
Rose era stranamente seria e posata. Sembrava essersi dimenticata del suo turpe ricatto. Se ne stava con le mani sulle gambe, pensosa e poco propensa a mostrare quell'odioso sorriso che solitamente riversava su chiunque avesse in pugno. Masticava una gomma con noncuranza, senza preoccuparsi della bocca aperta che, zeppa di saliva, l'aveva ormai resa un grumo rosa pallido dall'aspetto poco gustoso.
Pluton trattenne un moto di disgusto alla visione di quel botolo gommoso tra i denti della ragazza.
«Vediamo... beh, mi sono iscritta in una palestra di Arti Marziali. Si fa un po' di tutto: Kick-Boking, Boxe, combattimento a mani libere, Muay Thai... Ci vado solo due volte a settimana, e questo è uno dei motivi per cui ultimamente ho fatto fatica a venire. Sto gestendo più cose contemporaneamente: il lavoro, lo studio, lo sport e infine le nostre sedute, capisce che mi è molto difficile mantenere la costanza.
Ad ogni modo, gli allenatori sono simpatici, e ho fatto amicizia con un fotografo che si allena nei miei stessi giorni: si chiama Prince».
«Mi sembra una bella attività, a cosa è dovuta questa scelta? ».
«Volevo esplorare nuovi interessi. Mi piacciono sempre un numero infinito di cose su cui non riesco mai ad applicarmi, e ho deciso che, fintanto che sono costretta a vivere a Godgrave, mi impegnerò.
Mi servono...stimoli. Motivo per cui sto valutando anche il volontariato. Sa che ci sono molti senzatetto dalle parti di Parco Rott? ».
Pluton trattenne a stento una risatina.
Una puttana, manipolatrice e spacciatrice, vuole aiutare i barboni di Parco Rott. Cosa c'è di più paradossale? Assurdo quasi quanto...
...un pedofilo che fa lo psichiatra.
Rose continuò a parlare senza aspettare l'intervento di Pluton. Fremeva per raccontare quello che le era successo.
«Niko mi ha baciata».
«Ah sì? ».
«Sì! Mi ha baciata. E poi ha definitivamente chiuso con me. Anzi, prima ha chiuso e poi mi ha baciata...è stato tutto così veloce...».

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CENERE A GODGRAVE
Aktuelle LiteraturQUESTA NON È UNA STORIA D'AMORE. Godgrave è una città sospesa nel vuoto. Un non-luogo, intriso di paure e diffidenze, dove la delinquenza e gli abusi fanno da sfondo annoiato a una vita piatta e indifferente. È la Città, una città che potrebbe ess...