I let my good one down

I let my true love die

I had his heart, but I broke it every time

Johan era immobile in quella posizione da dieci minuti.

In piedi, al centro della sua stanza, con una mano stringeva il telefono aperto sempre sullo stesso messaggio. Un messaggio chiaro e comprensibile, ma sembrava avesse bisogno di prendere in prestito tutto il quoziente intellettivo del mondo per afferrarlo appieno.

"Non voglio più vederti. Tu sai perché."

I pensieri più drammatici e repentini gli si affollarono in testa.

Incredulità, orrore, risentimento, disperazione si susseguivano senza invito, senza disturbarsi ad avvisare.

Un sentimento però, dopo dieci minuti di silenzio assoluto, aveva vinto su tutti.

Rassegnazione.

Johan, semplicemente, se lo aspettava.

Non aveva pensato nemmeno per un minuto di rispondere a quel messaggio o di chiamare Leon. Per dirgli cosa? Per spiegargli che non aveva fatto niente di male? Quando, esattamente? Negli ultimi dieci minuti, o negli ultimi dieci anni?

Fu la rassegnazione, triste signora col capo sempre chino, a fargli abbassare la mano, che teneva ancora il telefono, lungo il fianco.

Un'improvvisa vibrazione sembrò regalargli un crudele singulto di speranza, fino a quando non vide il nome sul cellulare.

Marisa.

«Sì?».

La sua stessa voce gli suonò stranamente roca, come se non avesse parlato per dei lunghi mesi prima di quel momento.

«Ascoltami, siamo nella merda più nera».

Dimmi qualcosa di nuovo.

«Niko ha saputo di Dionne ed è intenzionato a farvi la festa, vi sta cercando tutti... per fortuna non sa dove abitiate tu e Teo, per questo sta andando da Rose.

Ma per favore, NON VENIRE A LEZIONE DOMANI!».

Tutte le informazioni che gli aveva appena fornito Marisa non avevano per lui alcun senso.

«Dionne...aspetta, aspetta! Io non c'entro niente con questa storia, non ho detto nulla a nessuno, cos'ha combinato Teo, oltre a dirlo a noi?! E poi perché "a farvi la festa?" Tu cosa sei, esente? E soprattutto: perché cazzo ha saputo questa storia?».

L'ultima domanda gli aprì un intero mondo.

Tu sai perché.

Capì immediatamente cosa doveva essere successo. Qualcuno doveva aver raccontato in giro della gravidanza di Dionne. Lui non era stato, dunque il numero si restringeva a ben tre pretendenti. Una fra tutte, la stella più luminosa.

Rose.

Johan sentì l'improvviso bisogno di sedersi.

E Leon lo ha saputo.

Marisa era ancora in linea, a tediarlo «Niko lo sa... perché gliel'ho detto io oggi».

Johan non aveva voglia di fare ulteriori domande in merito.

«E poi non gliene frega niente che tu sia o non sia stato l'esecutore materiale di questo pettegolezzo. Vuole spaccarti la faccia punto e basta. Sono seria, Jo. Non venire a lezione».

Il sangue del ragazzo, dopo un primo arresto, riprese a bollirgli nelle vene.

«Ah e così tu prima ci metti nella merda e poi pensi di salvarci il culo dicendo di non venire domani? Marisa vaffanculo!».

CENERE A GODGRAVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora