Eccola lì, compianta, odiata.
La Cosa, accovacciata vicino alla testa di Pluton.
Pronta a godersi quel sacro momento. La sublimazione degli anti-sentimenti, l'ascensione definitiva di quel baco da seta travestito da essere umano, pronto a farsi Angelo.
Era come se la ricordava. Non era mai successo che cambiasse aspetto per rendersi diversa, magari più gradevole.
Era lì, davanti a lei, cinerea, della consistenza del carbone, con quel trapezio al posto del viso. Preciso, squadrato, lunghissimo. Senza bocca, senza parole reali se non quelle che risuonavano nella sua testa malandata. L'unica cosa a brillare erano gli occhi, così simili ai suoi, che la osservavano dal basso.
Non aveva bocca, eppure le zanne c'erano, vivevano in quella contraddizione travestita da volto, incastonati come coltelli da cucina in un ceppo di legno.
Quello che vedi è reale, anche se le medicine ti fanno sembrare il contrario. E anche se fosse un sogno, perché mai dovrebbe fare meno male? Le conseguenze esistono al di là di ogni concretezza. Fa tutto parte dello scibile, se è concepito da te esisterà anche oltre te. Non ci sei solo tu in questa realtà, e so che questa cosa ti delude.
Anche gli altri respirano, anche gli altri soffrono le conseguenze dei tuoi sogni.
Ma a questo punto cosa importa? Sei qui per un solo motivo, no?
Allora spara.
Sussurrava dolcezze e rimpianti. Tutto ciò che Rose aveva fatto nella sua breve ma caotica vita, le vorticava nella mente già nauseata, mentre tutto ciò che stava per fare era in realtà già accaduto.
Stava solo rivivendo il momento. Lei aveva già sparato.
La pistola era fumante, sentiva la puzza della polvere nelle narici, ma non riusciva a vedere nulla davanti a sé, se non un vuoto fatto di pece.
Quello che vedi è l'orrore. Lo chiamava così Conrad, no? I sentimenti traditi, le promesse derise, le fauci spalancate che addentano la cassa toracica e tirano, tirano fino a quando non rimane più niente, nemmeno il cuore. L'orrore è l'abuso, del corpo e della mente, i bambini abbandonati nei cassonetti, gli avvoltoi che affondano il becco nella tua carcassa per succhiarti il midollo. È la colpa di sentirti donna, di essere figlia, la colpa che senti quando pensi di amare qualcuno e non dovresti, perché tu fingi di essere umano, ma se stanotte sparerai, diventerai un emissario; non sarai l'unica, è vero, ma tu hai la forza per risplendere tra tutti. Morte e ribellione sono pieni della tua gloria. Venga il tuo regno di Luce, perché sì, la luce, oh quanta luce hai addosso che non vedi!
Vorrei raccontarti tutto quello che è orrore, ma non te lo dirò ora, perché tu prima sparerai contro quest'uomo. Se ci pensi è solo un uomo, una goccia infetta in un oceano di melma e sporcizia. Ce ne sono tanti come lui, e tu non sei qui per giustiziarli tutti, ma per esserne il capo indiscusso.
Uccidi uno, per farti seguire da cento.
Non so cosa ti aspetti che ti dica, potrei dirti che l'orrore sono le guerre e le bombe, la devastazione delle tempeste e i cataclismi ambientali, ma tu questo già lo sai, lo vedi tante volte, e la verità è che a me, Cosa che non è Cosa me è te che vedi me stessa, a me piace tutto questo, ci sguazzo dentro e non te lo dirò, non ti dirò più che cosa sia l'orrore perché tu.
Ora.
Sparerai.
Bang.
***
Rose piangeva senza sosta. Non sapeva bene come fermarsi, ma lentamente sentì un tenue sollievo pervadere nel suo corpo.
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CENERE A GODGRAVE
General FictionQUESTA NON È UNA STORIA D'AMORE. Godgrave è una città sospesa nel vuoto. Un non-luogo, intriso di paure e diffidenze, dove la delinquenza e gli abusi fanno da sfondo annoiato a una vita piatta e indifferente. È la Città, una città che potrebbe ess...