TW: rappresentazione esplicita di cadaveri per morte violenta
Si ricordò di una notte in cui aveva fatto un brutto sogno, da bambina.
Svegliata di colpo, per un attimo le era sembrato di avere grosse difficoltà a respirare. Sentiva un peso nel petto e un travolgente senso di paura a bloccarla.
Non ricordava bene il sogno, ma sapeva che alla fine c'era stata un'onda: gigante, di svariate centinaia di metri, si stagliava nel cielo azzurro. Fissava Rose dall'alto, come a farla sentire ancora più piccola, per poi, dopo interminabili secondi, piombare giù e travolgerla insieme a tutto il resto.
Aveva aperto gli occhi al buio nel momento esatto in cui era finita dentro l'onda.
Una volta recuperato il controllo del proprio respiro, e appurato che si trovava nella sua solita cameretta, era scesa dal letto e aveva marciato caparbiamente nella stanza dove dormivano i suoi.
In silenzio, era andata da Robert e lo aveva scosso docilmente con la piccola mano.
L'uomo ci aveva messo poco a rendersi conto di essere appena stato reclamato. Aveva aperto gli occhi e messo a fuoco la bassa figura che lo guardava silenziosa. A quel punto si era spostato i lunghi capelli, caduti sul viso, e, guardandola, le aveva chiesto: «Cosa c'è, Rosellina?».
«Ho fatto un brutto sogno».
L'uomo, sospirando, si era messo supino. Aveva la voce ancora impastata quando le aveva chiesto: «ah sì? Brutto brutto?».
«Bruttissimo».
«E ora hai paura?».
La bambina aveva annuito, senza rendersi conto che l'uomo non poteva vederla così bene, con quel buio.
Dopo un altro sospiro, il papà le aveva detto: «salta su allora, mettiti qui in mezzo a noi. Ma fai piano sennò svegli mamma e poi ci mangia vivi tutti e due».
«Sono già sveglia, maledetti» aveva brontolato la mamma, che dava le spalle a entrambi.
Rose aveva fatto allora un piccolo balzo per salire sul grande letto. Robert l'aveva aiutata, prendendola tra le sue braccia e posandola al centro esatto dei due corpi.
Celeste si era girata a sua volta, guardando in faccia i due "maledetti": «e così non mi volete fare dormire? Domani devo svegliarmi prestissimo».
«Scusaci mamma» aveva detto Robert con tono colpevole.
«Sì, scusaci mamma» aveva ripetuto Rose.
Celeste si era, a quel punto, concentrata su di lei: «sei una grande furbona tu, lo sai sì?» le aveva fatto un leggero solletico sulla pancia, sufficiente a farla scalciare dal fastidio.
«Su, ora tutti a nanna» aveva concluso Robert «e tu non fare casino altrimenti queste gambotte che tirano calci me le mangio tutte domani a colazione» le aveva afferrato una gamba da sotto le coperte, mimando di volergliela staccare.
Rose allora si era lasciata andare ad una risata squillante e contagiosa, simile a un cinguettìo, un po' per via della sensazione di solletico e un po' per i versi da perfido orco che stava emettendo suo padre.
Aveva riso di cuore, mentre osservava il profilo affilato dell'uomo intenerirsi e ridere con lei, come se fosse la persona più divertente del mondo.
Come se fosse davvero speciale.
***
Quello stesso profilo ora restituiva uno sguardo perso nel vuoto, nella fredda sala mortuaria.
Il corpo di Robert era illuminato da una pessima luce giallastra che contribuiva a dare all'incarnato dell'uomo un'aria malsana.
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CENERE A GODGRAVE
General FictionQUESTA NON È UNA STORIA D'AMORE. Godgrave è una città sospesa nel vuoto. Un non-luogo, intriso di paure e diffidenze, dove la delinquenza e gli abusi fanno da sfondo annoiato a una vita piatta e indifferente. È la Città, una città che potrebbe ess...