«Ehi ciao, come va?».
Niko era contento di sentire Dionne. Aveva rifuggito il contatto con i suoi amici da parecchio tempo, perciò quando lei gli scrisse che aveva bisogno di parlargli acconsentì immediatamente. Inoltre, la voce di Dionne gli riportava alla mente anche Leon.
Aveva evitato di pensarci per lungo tempo. Si era rifugiato tra le braccia di Rose e si era perso nel contorto labirinto dei suoi pensieri pur di non ricordare il volto deluso dell'amico, l'inflessione dura della sua voce, la promessa che non si sarebbero mai più sentiti.
Ma i momenti in cui era costretto a fermarsi, prima o poi arrivavano. Quando era solo con se stesso, incapace di frenare la sua mente girovaga, spesso era lì che andava a finire, al rapporto con Leon e a quanto gli mancasse.
Una parte di lui si chiedeva perché avesse mollato il colpo così presto. Perché non lottare per il suo amico? Perché non provare a chiamarlo, a spiegargli meglio come stavano le cose?
E che cosa gli potrei dire, che già non abbia capito? si rispondeva sconsolato Niko. La verità, per lui, era che non c'era nulla da tentare. Lo sapeva già, aveva colto l'irremovibilità nello sguardo di Leon. Dopotutto, anche l'amico aveva fatto una scelta: aveva scelto di pensare a Johan, di dedicarsi a lui a discapito dei suoi rapporti familiari e dell'integrità di una vita passata sempre a pensare alla cosa giusta. Leon era testardo tanto quanto Niko, perciò ne era sicuro: finché fosse stato con Rose, non avrebbe mai più potuto contare sul suo supporto.
Quel giorno non c'era lezione al College e dunque Niko ne aveva approfittato per andare alla biblioteca comunale e preparare la scaletta per la tesi di fine anno accademico, che avrebbe discusso a Luglio. Gli era sembrato automatico rivolgersi a Hermes per l'argomento di discussione. Non sapeva cosa avrebbe fatto come professione, e non era nemmeno certo della specializzazione a cui dedicarsi, scelta ben più urgente, ne era consapevole, eppure era sicuro di portare una tesi che avrebbe gravitato intorno alla Letteratura russa. Hermes era stato ben lieto di dargli supporto.
Ogni tanto gli chiedeva di Rose: come stava? Quando sarebbe tornata a fare lezione? Era un peccato che una ragazza brillante come lei mollasse gli studi a un passo dalla fine, se poteva salutargliela e dirle di valutare tutto per bene...
Niko annuiva e assicurava che avrebbe riferito il messaggio, ma in cuor suo comprendeva appieno la scelta di Rose. Il mondo si stava lentamente adeguando ad una nuova forma. Sembrava che tutto avesse assunto contorni diversi, e che fosse difficile riadattarsi nell'immediato, perciò non poteva biasimare la decisione di Rose di prendersi il suo tempo, qualunque esso fosse, per aggiustarsi alle cose.
Anche lui viveva nell'incertezza perenne. Sentiva che la scelta della specializzazione dipendesse da una miriade di fattori, che non erano necessariamente ascrivibili alle sue intenzioni, ma di cui al contrario era vittima: sarebbe rimasto a Godgrave, o sarebbe definitivamente andato fuori da lì? Dove avrebbe preferito vivere, di nuovo da suo padre?
Avrebbe magari potuto condividere casa con un coinquilino?
E Rose?
Esattamente Rose cosa avrebbe fatto?
Ogni giorno si chiedeva quale sarebbe stata la decisione della ragazza, e soprattutto si domandava quanto avrebbero resistito a una "relazione", se così poteva definirsi il contorto legame che avevano coltivato nei mesi, a distanza. Erano pronti per delle nuove sfide quotidiane?
Insieme avevano raggiunto un equilibrio, una routine quasi piacevole. Ogni settimana si davano turni per le pulizie e per la cucina dei pasti principali della giornata; dividevano le spese; facevano un bucato unico. Discutevano di cose piccole, sciocchezze da coppie ben rodate e per Niko era sorprendente quanto una creatura come Rose, che tutto gli era sembrato fuorché ordinaria, potesse adattarsi così bene al vivere una vita semplice, tranquilla, preoccupandosi di questioni quali l'ammorbidente meno aggressivo per le lenzuola e l'affitto da corrispondere al proprietario dell'appartamento.
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CENERE A GODGRAVE
Ficción GeneralQUESTA NON È UNA STORIA D'AMORE. Godgrave è una città sospesa nel vuoto. Un non-luogo, intriso di paure e diffidenze, dove la delinquenza e gli abusi fanno da sfondo annoiato a una vita piatta e indifferente. È la Città, una città che potrebbe ess...