Un appartamento dall'aspetto curato. Insolitamente elegante, specie per un giovane scapolo come lui.

In soggiorno giacevano abbandonati vestiti e capi di biancheria intima. La stanza era molto grande, con l'aspetto di uno studio professionale. Grossi fari troneggiavano nei due angoli più vicini all'imponente fondale bianco sistemato sulla parete del soggiorno.

Dimenticata, insieme al resto, una macchina fotografica.

Avevano preso un caffè nel pomeriggio, dopo gli allenamenti.

Erano giorni che si stuzzicavano a vicenda, dunque quella era sembrata la conclusione naturale.

Sarebbe potuta andare diversamente?

No, si ripeteva Prince.

Certo, il merito andava anche al fatto che, dopo lo sbrigativo espresso, la ragazza avesse chiesto al cameriere di fare un cambio con un Whiskey liscio. Dopo averlo bevuto nel giro di soli tre minuti, aveva proposto a Prince:

«Ti andrebbe di scattarmi delle foto a casa tua? ».

Switch.

Prince era estasiato.

Scattava come se nemmeno sapesse cosa teneva in mano: guardava l'obiettivo? A malapena; controllava l'otturatore? Per nulla; com'era la messa a fuoco? Prince non ne aveva idea.

Il flash andava e scompariva all'impazzata, e davanti all'obiettivo c'era lei, oscenamente truccata e maldestramente vestita, che provava ad imitare pose e smorfie delle modelle da cui era ossessionata.

«Ora così, apri un po' la bocca. Fai una faccia un po' da stronza...ecco, perfetto. Ora ti voglio un po' più cerbiatta, con gli occhioni castani belli grandi».

La ragazza, Rose, sbandava sui suoi tacchi neri, colpa delle pose mal riuscite o forse del Whiskey, ma era talmente divertente che Prince non poteva fare a meno di rimanerne affascinato.

«Che ci fa un fotografo di moda a Godgrave?» gli aveva chiesto la ragazza.

Un'ottima domanda a cui non sapeva rispondere se non in un modo.

«Godgrave è casa mia».

Non poteva definirsi ancora un fotografo di moda, non mentre rimaneva a Godgrave, a scattare foto per cataloghi di smalti e servizi a luci rosse.

Ma era vero: Godgrave era casa sua.

«Suppongo che me ne andrò quando avrò compreso di aver toccato il fondo» aveva risposto sorseggiando ciò che rimaneva del suo drink.

La modella del giorno non poteva pensare di fare seriamente quello come carriera, ma Prince pensò comunque di star dando vita, con i suoi scatti, a un capolavoro.

Era così preso dalla frenesia delle foto da non accorgersi nemmeno se stesse inquadrando correttamente il suo soggetto; era semplicemente su di giri.

Un'eccitazione che partiva dalla testa fino ad esplodergli nel basso ventre lo avvertiva che, presto, non ci sarebbe più stata una macchina fotografica tra loro.

Lo capiva grazie al suo innato intuito, e dal fatto che Rose si stesse spogliando.

Jab

Ogni scatto era un indumento in meno: via le scarpe, via i fuseaux, una posa qui e il top lì, buttato alla rinfusa sul pavimento.

Rose rimase nuda fino alla vita, con gli slip immacolati, ancora truccata, ma con un'espressione di innocenza verso cui non era semplice rimanere impassibili.

Sono qui, mangiami.

Allargò le gambe all'occhio rigido dell'apparecchio e prese ad accarezzarsi voluttuosamente.

CENERE A GODGRAVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora