TW: ci sono riferimenti, non particolarmente grafici, all'autolesionismo.

Niko sapeva che non sarebbe diventato tutto magicamente più semplice, da quel momento in poi.

Aveva ben visibile davanti a lui il quadro che si era delineato: una tortuosa montagna russa in cui sarebbero avvenuti scontri e incontri, piccoli passi in avanti e sconfortanti regressioni, silenzi e accuse, abbracci e lacrime.

Rose cambiava umore e inclinazioni con prevedibile rapidità.

Il giorno dopo quel loro feroce ed appassionato scontro, precisamente la Vigilia di Natale, la ragazza decise ad esempio che era finalmente arrivato il momento di onorare la sua promessa: mandò Niko a comprare un quantitativo impressionante di cibo e trascorse tutto il giorno in cucina, con l'intenzione di preparare una cena indimenticabile.

Non era ancora fisicamente nelle condizioni di sopportare quelle fatiche ai fornelli, ma la testardaggine con cui si adoperò a cucinare parve a Niko forse più pericolosa delle sue infide macchinazioni.

Rose preparò: un pollo intero, le patate al rosmarino, l'insalata di mango e polpo, croutons di salmone e gamberi con sale e pepe.

Aveva minuziosamente seguito ricette su ricette, video, istruzioni di ogni formato, per conoscere bene i segreti di ciascuna preparazione, e il sorriso che le si stampò in faccia una volta disposte le vivande a tavola le illuminò il viso, fino a prima sofferente ed emaciato.

Niko aveva portato anche del vino rosso, che risultò piuttosto scadente, ma ai due poco interessava. Si scolarono la bottiglia come se fosse succo d'arancia, e arrivarono completamente sbronzi già alla seconda portata.

Il pollo risultò essere quasi completamente crudo al suo interno, e i gamberi non erano stati ben puliti.

«Che voto mi dai come cuoca, stasera?» gli chiese Rose, con la bocca impastata dall'alcool.

«Guarda, ti do sei per l'impegno, e perché i crostini e l'insalata sono venuti bene. Grazie al cielo il polpo era già semicotto e congelato, sarebbe stato imperdibile vederti cucinare da zero un polpo fresco!».

Rose si vendicò di quell'impietosa recensione schizzandogli addosso quel poco di vino che restava nel suo calice.

Non finirono nemmeno di sparecchiare, da quanto erano sfatti.

A un certo punto Rose propose di mettere su della musica.

«Musica? Tu?» le chiede incredulo Niko.

«Sì! Oggi la musica mi piace».

Mise su una playlist che doveva avere già in memoria, avvolse le spalle di Niko con le sue braccia e insieme improvvisarono un lento piuttosto goffo e ridicolo. La gamba ancora ingessata di Rose non aiutava certo a rendere più fluidi i movimenti. 

La fronte della ragazza gli arrivava alla base del collo, in quell'incavo che metteva d'accordo le clavicole.

Gli occhi erano liquidi e rossi, in preda all'ubriacatura, e le palpebre leggermente abbassate.

Appariva finalmente unita, non triste, né crudele.

Almeno per questa sera. Rimani così, per questa sera.

Mormorava piano le parole della canzone, pareva conoscerla da lungo tempo.

A Niko sembrò in realtà molto poco indicata per l'occasione: era tetra e pregna di delusione, e raccontava di una relazione fallita. Tuttavia, vedere Rose persa nelle note lo tranquillizzava. Si abbandonò alla musica con lei, giostrandosi tra piedi calpestati e piccoli inciampi.

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