Il tempo rimase sempre meraviglioso.

A piedi nudi, con un vestito corto di jeans e i capelli al vento, Rose faceva andare la testa al ritmo della musica che partiva dallo stereo della macchina. Guardava Niko.

Il ragazzo indossava occhiali da sole e una maglietta a righe bianche e nere. Anche lui picchiettava le mani sul volante a tempo di musica, concedendosi una guida rilassata.

Avevano incontrato poco traffico, ma ciò non li spinse ad accelerare. La strada era loro, ed erano liberi di maneggiarla come volevano.

Si erano già fermati a mangiare un boccone e a riposarsi. Prima di rimettersi in viaggio erano entrati in un piccolo paese per una passeggiata e un gelato.

Rose non mangiava un gelato da quasi tre anni. Spiegò a Niko che per lei mangiarlo era stato come entrare in una fresca nuvola.

Avrebbe pianto, per quel gelato.

Gli anziani del posto erano riuniti nel bar del quartiere, a giocare a carte e fumare sigari. Osservavano la coppia camminare con malcelata curiosità.

«Ci vivresti, in un posto così?» aveva chiesto Rose a Niko.

«Tutti i giorni, ma forse da una certa età in poi» era stata la sua risposta «sento che ci sono altri posti in cui vivere, altre cose da fare».

«Sono d'accordo. Ma quando avrai voglia di venire a vivere in un paese come questo fammelo sapere» Rose volse a Niko uno sguardo mellifluo «potrei seguirti».

Avevano poi ripreso il viaggio per la Valle della Morte.

Niko non fece domande sul perché di quella destinazione. Sentiva che non era affar suo, da una parte, mentre dall'altra era positivamente sicuro che prima o poi lo avrebbe saputo.

«Lo sai che Enzo e Tony mi hanno scritto, dopo che mi sono svegliata?» lo informò, con le braccia stiracchiate dietro la testa e gli occhi tesi al sole.

«Sul serio?!».

«Sì, mi hanno fatto recapitare una cartolina. "Guarisci presto, sei sempre nei nostri pensieri" da zia Enza e zio Lulu"».

«Oddio. Non so se ridere o spaventarmi. In pratica ti avevano inviato una minaccia bell'e buona».

«Certo. Era il loro modo di dirmi che osservavano ogni mia mossa, e che sarebbero stati molto attenti a ciò che avrei potuto dire alla polizia. Ridicoli. Che poi, quando hanno fatto tutte le perquisizioni dei dintorni di Dunkle Straβe, sono anche andati alla tavola calda, completamente sgombra. Sembrava abbandonata da anni, hanno fatto un lavoro meraviglioso. Ma rimangono comunque dei ridicoli coglioni».

«Non sottovalutarli. Non sai dove siano adesso, potrebbero voler avere ancora a che fare con te, devi stare attenta, anzi, dobbiamo».

«Venissero pure» sentenziò Rose, con tono di sfida.

Niko si sentì invadere da una cocente paranoia. Controllò lo specchietto retrovisore, in attesa di vedere losche automobili alle loro calcagna.

Non c'era nessuno.

Il ragazzo cambiò stazione radio. Una nuova melodia riempì l'abitacolo, per poi perdersi nell'aria aperta.

Improvvisamente i due ragazzi avvertirono una fredda nostalgia, come se una spina ghiacciata si fosse conficcata nel loro cuore.

«Senti, le parole di questa canzone sono tutte strane. Te ne sei accorto?» gli chiese Rose.

Niko stette ad ascoltare con più attenzione. L'ansia lo abbandonò a poco a poco.

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