TW: scene esplicite. So che Wattpad potrebbe bannarmi da un momento all'altro ma io vivo un quarto di miglia alla volta, la storia è questa e non la cambio. Come verificatosi in una situazione simile, questa scena è piuttosto borderline. Pur a modo suo consensuale ( TRA MAGGIORENNI mi hai capito sig. Wattpad?) specifico anche che abuso e consenso, specie in questa dimensione così malata,  non si escludono necessariamente a vicenda. Il consenso, a mio parere può essere falsato,  circuito, ottenebrato quando esiste una posizione di disparità tra le parti. Questa non è una scena sognante e romantica, ma brutta e per me difficile. Sempre tutto difficile con questi personaggi. 

È un capitolo lungo, non mi andava di dividerlo, si sarebbe perso tutto quanto a mio parere. Insomma fa schifo su tutti i fronti ENJOY.

***

La Luna era davvero rossa, quella sera.

Tutti i passanti si fermavano ad ammirarla, indicandola.

«Sarà di buon auspicio, no?».

Rose sentiva la serenità passarle accanto mentre camminava, di ritorno da Dunkle Straβe.

Nonostante le tenebre avessero inghiottito lei e Marisa prima del tempo, non era poi così tardi.

Le persone in centro avevano ancora sufficiente vitalità da proseguire la serata con chiacchiere e passeggiate.

Era una notte giovane.

Stava andando a casa dei suoi; non era ancora rientrata nel suo appartamento. Aspettava l'inizio definitivo delle lezioni per farlo, anche se onestamente non ne sentiva né la voglia né l'urgenza.

Aveva bisogno di stare con qualcuno.

Per questo hai lasciato Marisa lì dentro?

Ignorò la domanda fastidiosa.

Non aveva la tendenza a ripensare a tutto quello che le capitava. Marisa aveva semplicemente deciso di restare, mentre lei non se l'era più sentita.

A volte nella vita si prendono direzioni diverse.

Rose provò a respirare profondamente mentre camminava per le vie del centro. L'atmosfera pacata di quella calda sera calmava tutti i tumulti e il senso di morte che si portava dietro da mesi.

Ma la serenità, questo lo sapeva bene, quella sera non si trovava lì per lei.

Era una constatazione così banale e ovvia, che le fece quasi male nella sua realizzazione. L'aria umida e mite poteva placarle qualunque tumulto avesse in colpo, illudendola che il resto della sua serata sarebbe proseguita senza intoppi o patemi, ma la verità della sua situazione la fissava ghignante da dietro due occhi spiritati e turbinosi come un maelström.

Marisa è lì dentro e tu sei qui fuori, davanti a Lui.

Lui, ad aspettarla in un marciapiede affollato del centro.

Un nerboruto e sorridente ragazzo dalle spalle larghe e l'espressione agitata.

Prince.

«Ciao».

«Ciao» rispose di riflesso Rose con voce sottile, non troppo convinta delle sue stesse parole.

L'uomo indossava una camicia e righe blu, rosse e bianche, a maniche corte. Le braccia scoperte finivano nelle tasche dei pantaloni cerulei. La postura non era rilassata, sembrava anzi pronta a scattare da un momento all'altro.

Gli occhi erano enormi. A Rose sembrò che a malapena sbattesse le palpebre. La fissavano, immobili e spalancati, intenti forse a saggiare l'aroma della sua stessa paura.

CENERE A GODGRAVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora