1.2

121 18 131
                                    

 Nota di chi scrive: come nel TW precedente, in questa parte si fa riferimento all'abuso di minori, tuttavia non ci sono descrizioni grafiche o espliciti riferimenti. 

1. 2.

***

Andrea S. Pluton. Questo era il nome dello psichiatra di Rose. Un nome che lo perseguitava.

Come il cane scemo della Disney, dicevano i suoi compagni di classe alle medie.

Come il Dio della Morte, sussurravano quelli del liceo, di gran lunga più acculturati.

Come quel pianeta dimenticato da tutti, commentavano i suoi colleghi di università.

Andrea si ritrovava molto di più nella terza definizione. Un minuscolo e freddo puntino abbandonato dalla considerazione degli altri pianeti. Galleggiante nello spazio. Tremante, piccolo.

Codardo.

Quel sabato aveva appena terminato la sessione con la sua paziente più problematica, quella paziente che gli aveva teso una trappola che poteva farlo finire in galera per il resto dei suoi giorni.

Lì avrebbe sicuramente passato il resto della sua insignificante e fredda vita a proteggersi le chiappe dai Punitori.

Per lui, i "Punitori" erano coloro che avrebbero reso la sua esperienza un autentico e personalizzato inferno. Un premio da elargire solo a quelli come lui.

Quelli come lui.

Aveva in cura Rose Nicastro da un paio di mesi. Prima di allora, la ragazza si era rifiutata categoricamente di collaborare, durante le sessioni di incontri a cui sua madre teneva invece incredibilmente.

Rose, il medico lo aveva capito fin da subito, era interessata a quelle sessioni unicamente per un motivo: gli antidepressivi.

Se infatti era vero che, come aveva lei stessa dichiarato, non avesse particolari dipendenze da alcool o droghe, era anche vero che faceva un copioso uso di medicinali. Per cosa le servissero? Non gli era ancora chiaro.

All'età di quattordici anni, Rose aveva provato a ingerire una quantità impressionante di sonniferi tra le lacrime, per poi vomitare tutto e finire in ospedale per una lavanda gastrica.

«Quelle cazzo di pillole erano enormi per la mia gola» gli spiegò una volta, adoperando quella sua solita, beffarda, smorfia che travestiva da sorriso.

Dato che Pluton si era rivelato inizialmente restio a prescriverle antidepressivi con troppa facilità, senza prima capire con lei il tipo di percorso più adatto da intraprendere, la giovane, che credeva che nessuno al mondo si salvasse ma che tutto avvenisse per una ragione, aveva avuto l'incredibile fortuna di beccare una sera il suo medico a Dunkle Straβe e di fargli un video, che custodiva gelosamente come arma di ricatto.

Per Rose poteva sussistere solo una condizione per aprirsi con qualcuno, ed era quando quel qualcuno aveva molto di più da perdere rispetto a lei.

E lui aveva un'immensità da perdere.

Era rimasto sicuramente sconvolto da quanto raccontato dalla giovane durante la seduta, ma sapeva che nulla, nulla poteva lontanamente essere sconvolgente quanto lui.

Lui, che con una moglie ignara e un figlio di dieci anni, ancora fiducioso nei confronti del futuro, andava in quella via degli orrori a procacciarsi ragazzini di pochi anni più grandi del suo bambino.

Lui, perverso orco ben vestito che si aggirava con la sua Mercedes nuova lungo i vicoli della strada, scegliendo, tra i più giovani, quelli dallo sguardo perso e l'aria malata, come a sfogliare un catalogo di nefandezze.

CENERE A GODGRAVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora