Niko le aveva detto di darsi una calmata, e Marisa detestava seguire il suo consiglio.
Sapeva che era appena avvenuto il funerale del padre di Rose, perciò decise di provare ad acquietarsi per davvero, almeno per qualcosa come...due giorni.
Non le aveva scritto niente, nemmeno ci pensava. Dentro di sé continuava a schiumare di una rabbia incandescente come lava, mutaforma, pronta ad assumere sembianze di persone o oggetti che la pugnalavano nel profondo.
Sognava di metterle le mani addosso, di riderle in faccia dicendole che si meritava tutto quello che le era successo e anche di più. A volte, si stendeva a letto, chiudeva gli occhi, e immaginava il viso di Rose ferito, umiliato, scarno fino all'osso e soprattutto implorante. Con quegli occhi grandi, nella sua visione, Rose le chiedeva pietà.
Niko era stato irremovibile. Le aveva detto che le avrebbe impedito qualunque mossa offensiva e non dubitava che, con la sua forza, sarebbe riuscito a fermarla.
Dubitava potesse qualcosa contro Nat e Omar insieme, ma aveva davvero senso? Metterselo contro?
«Lasciala stare per ora. Ha appena perso il padre e dovrà fare i conti con ciò che ha fatto a Johan» le aveva spiegato con una dolcezza un po' ferma, come se stesse spiegando a un bambino la differenza tra bene e male.
«È questo il problema. Non sono solo le cose che ha fatto a Johan, ma anche quelle che ha fatto a me!».
Sentiva che Rose non avrebbe mai fatto davvero i conti con nulla.
I giorni passavano lenti e noiosi. Marisa continuava a frequentare le lezioni insieme a Teo, che era venuto a conoscenza di tutto il caos che si era scatenato, ma si era ben trattenuto dall'esprimere giudizi o pensieri, sapendo di poter incorrere nelle ire della ragazza, o peggio, in quelle di Rose, se avesse conosciuto le sue opinioni.
Anche Niko frequentava le lezioni, ancora per poco. Il mese del suo trasferimento si avvicinava.
Lo aveva detto a Marisa, che si scoprì ferita ma anche rapidamente rassegnata. Che motivi c'erano per indurlo a restare? La sua presenza? Come sarebbe potuto bastargli, quando lei stessa non si sentiva abbastanza? In quel momento gli sembrava di essere "piena" per metà. Era incompleta, non definita, ma allo stesso tempo ingombrante, un vuoto a perdere.
Non capiva più quali fossero le sue aspirazioni, i suoi obiettivi. Voleva continuare a studiare? Voleva frequentare l'università, specializzarsi? Voleva lasciare i suoi genitori e trasferirsi altrove?
Ogni giorno che passava era pieno della presenza di Rose. Pensava a lei quando si svegliava la mattina e finiva di pensarci non appena chiudeva gli occhi per riaddormentarsi. Era come se Rose avesse riempito quegli spazi vuoti che sentiva dentro di sé, occupando abusivamente la sua personalità e influenzandone giornate e comportamenti.
Quando Niko le disse che lasciava Godgrave, si limitò ad accarezzargli il viso. Infine, gli diede un casto bacio sulle labbra dipinte di rosso scuro, e gli disse solo: «mi mancherai. Avrei voluto fosse tutto diverso».
«Anche io» concordò Niko, triste «non sai quanto».
Scoprirono presto che anche il professor Montero se ne andava.
«Carissimi, sappiate che è stato un anno favoloso da passare con voi. Avete un luminoso futuro davanti, non ho dubbi» furono queste le prime parole che rivolse all'aula di suoi studenti, sfoderando un bianchissimo e affilato sorriso.
A Niko sembrò che si preoccupasse di mostrare entrambe le file dei denti.
«Ho comunicato già alla Direzione una settimana fa la mia decisione, per esigenze personali e professionali che sono subentrate quasi improvvisamente. Mi dispiace solo essermi assentato in quelle due settimane, ma sapete, la famiglia ha la priorità su tutto. Farò del mio meglio per recuperare, in ogni caso già la settimana scorsa siamo partiti a bomba con il solipsismo, proseguiremo con la filosofia moderna. Quindi oggi partiamo con Pascal» sbrigativamente cominciò a spiegare la lezione, e per lui gli studenti smisero semplicemente di esistere.
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CENERE A GODGRAVE
Fiction généraleQUESTA NON È UNA STORIA D'AMORE. Godgrave è una città sospesa nel vuoto. Un non-luogo, intriso di paure e diffidenze, dove la delinquenza e gli abusi fanno da sfondo annoiato a una vita piatta e indifferente. È la Città, una città che potrebbe ess...