Dunkle Straβe era sempre buia.
A qualunque orario, qualunque fosse la condizione metereologica del momento, il quartiere rimaneva grigio e crepuscolare, motivo per cui lampioni della lunga strada restavano costantemente accesi, a ronzare sui marciapiedi silenziosi. Notte e giorno.
L'uomo che qualche tempo prima aveva quasi spaccato il naso a Rose con un pugno, era nella sua solita stanza d'albergo a fumare.
Faceva l'ingegnere, e a Godgrave preferiva farsi chiamare "Gabi".
I suoi documenti recitavano un nome diverso: Gabriele Salvay.
La foto sulla sua Carta di Identità era insolitamente rassicurante: riccioli color miele e occhi nocciola.
A Rose ricordava vagamente Johan, nonostante i colori fossero un po' diversi.
Avrebbero potuto essere entrambi degli angeli, e non ci sarebbe stato nulla di strano: dopotutto gli Angeli erano tra le peggiori manifestazioni del Creato. Erano capricciosi, impulsivi, violenti e pronti a punire i peccatori per un apparente senso di devozione nei confronti del loro Padre- Compagno – Amante supremo.
Forse in realtà Dio non c'entrava nulla con loro; gli Angeli punivano perché erano semplicemente troppo assetati di sangue per riuscire a fermarsi.
La prima volta che Rose sentì parlare di Sodoma e Gomorra fu alle elementari. La sua professoressa di Religione aveva raccontato solo parzialmente le punizioni a cui erano furono sottoposti gli abitanti delle due città. Non raccontò tutto probabilmente per riguardo nei confronti di menti così facilmente impressionabili come quelle dei bambini.
Lei, piccola seienne, percependo che la storia raccontata nella Bibbia fosse molto più corposa di quella narrata dall'insegnante, aveva dunque deciso di prendere il vecchio e impolverato Antico Testamento, che giaceva ormai morente su una mensola di casa sua. Lesse in modo più approfondito delle nefande colpe dei cittadini di Sodoma e Gomorra, colpevoli di aver oltrepassato limiti invalicabili, guidati dagli istinti, senza fermarsi a ponderare e operare il giudizio di Dio.
La Bibbia dipingeva quegli sciagurati come mostri che avevano ormai perso qualunque tocco con la loro componente umana.
Ma la cosa che le aveva sconvolto la mente per la maggiore furono gli Angeli: se gli abitanti di Sodoma e Gomorra avevano dimenticato come essere umani, gli Angeli non lo erano mai stati. Eppure avevano punito per volere divino le due città come fosse loro obbligo pulire la Terra dai peccati appena commessi.
Come se fosse il loro mondo. Il loro Regno.
A Rose quella cosa non tornava. Non comprendeva la vicinanza di Dio con l'uomo. Cosa aveva da spartire un essere perfetto oltre ogni confine spaziale con creature misere e peccatrici come gli umani?
Fu così che, crescendo, concepì la cupa verità: a Dio piaceva punire.
Gli Angeli erano solo aguzzini che amavano donare amore per poi riprenderselo, e Dio era l'ultimo carceriere. Concedeva e sottraeva con divertimento, perché amava vedere le sue creature dipendere completamente da Lui, per poi soffrire in maniera indicibile.
Rose aveva pensato più volte che forse Dio le somigliava.
***
L'"Angelo" Gabi aspettava la ragazza nella stanza dell'hotel di Dunkle Straβe in cui avevano consumato la notte l'ultima volta.
Ad attendere la sua donna vi era un tavolo stracolmo di leccornie: pillole di ogni colore e forma e piccoli sacchettini minuscoli che racchiudevano polvere di Paradiso, degna di un angelo come lui, dopotutto.
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CENERE A GODGRAVE
General FictionQUESTA NON È UNA STORIA D'AMORE. Godgrave è una città sospesa nel vuoto. Un non-luogo, intriso di paure e diffidenze, dove la delinquenza e gli abusi fanno da sfondo annoiato a una vita piatta e indifferente. È la Città, una città che potrebbe ess...