TW: il seguente capitolo utilizza linguaggio sessuale esplicito e scene di sesso.
Marisa non ci capiva più niente.
Nella sua vita aveva affrontato diverse cose insensate: la separazione dei suoi genitori, culminata inspiegabilmente in un secondo figlio, quasi a voler riparare qualcosa di già rotto.
Il rapporto con quello che credeva essere un ragazzo che la amava.
Il tradimento.
La macchina che non si accendeva.
L'amicizia di Rose.
Forse era la sua intera vita a Godgrave ad essere insensata.
Eppure trovava il comportamento della sua migliore amica negli ultimi tempi assolutamente indecifrabile.
Alternava momenti di machiavelliche pianificazioni a un'apatia spropositata.
Oltre alle lezioni, Rose lavorava in un bar di settimo ordine che gli forniva la copertura adatta per quello che poi era il vero business dell'impresa. Quando i proprietari del locale si accorsero infatti che i panini al burro non vendevano quanto la cocaina e l'ecstasy, trovarono in quella ragazza dal look eccessivo e il fondotinta pesante un'inaspettata alleata.
Fin da ragazzina Rose aveva intrapreso quella rischiosa attività, e aveva successivamente trovato in Marisa e Johan dei soci entusiasti.
Viveva da sola, seppur a pochi metri dalla sua famiglia: «ho bisogno di indipendenza» aveva spiegato prontamente ai suoi genitori, e in qualche modo era riuscita a convincerli.
Poveri stronzi ingenui, aveva pensato Marisa.
La voglia di indipendenza di Rose era dovuta unicamente alla necessità di uno spazio in cui conservare i soldi e la roba in totale tranquillità. Ovviamente sua madre non poteva immaginare una cosa del genere, ma a Marisa veniva spesso da chiedersi se si fosse in qualche occasione posta delle domande, sulla vita di sua figlia.
Rose si faceva venire a prendere quasi ogni giorno da suo padre, in macchina, dopo le lezioni.
Marisa conosceva molti lati della ragazza, ma non era stupida: riconosceva di non sapere tutto.
Perché non guida mai?
Perché a volte si spinge fino a Dunkle Straβe?
Dove va quando non si fa sentire per lunghi pomeriggi?
Perché, perché ha tentato il suicidio?
Si chiedeva spesso se Johan sapesse qualcosa in più di quella che reputava la sua più grande amica.
Vedeva tra loro una complicità tale che era impossibile a volte non sentirsi una semplice intrusa, un'estemporanea tappa di intrattenimento in un percorso disegnato per due.
Al Godgrave Institut, scelse di seguire Letteratura non per una spiccata propensione alle materie umanistiche, ma perché Rose e Johan, che invece condividevano la passione per le lettere, avevano deciso di frequentare le lezioni del professor Hermes.
Rose si lamentava spesso dell'insegnante.
Lo definiva "Un rompipalle senza appello", non sopportava il fatto che lui la controllasse in continuazione:
«Viene spesso a casa dei miei, con la scusa che li conosce da un po' di tempo, per poi piantarsi lì per due ore e parlare dei miei "progressi". Per lui sono un cazzo di progetto speciale, e la cosa mi fa incazzare così tanto che...oh, non avete idea, cazzo».
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CENERE A GODGRAVE
Algemene fictieQUESTA NON È UNA STORIA D'AMORE. Godgrave è una città sospesa nel vuoto. Un non-luogo, intriso di paure e diffidenze, dove la delinquenza e gli abusi fanno da sfondo annoiato a una vita piatta e indifferente. È la Città, una città che potrebbe ess...