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TW: abuso di farmaci. Se vi sentite toccati dal modo in cui ne parlo, lo capisco e me ne scuso.  Non ricerco una solida e inespugnabile verità scientifica in quello che scrivo. Nonostante l'abuso di alcune tipologie di farmaci sia sicuramente comprovato, basta fare anche solo una ricerca non approfonditissima, e nonostante io mi sia informata prima di scriverne, in questo caso il focus è la narrazione sgangherata che ho proseguito fino ad ora. Let the events flow in you. 


Non erano ancora le otto, quando tornò a casa.

Niko non c'era, ed era giusto che fosse così. Anzi, non era proprio previsto che rientrasse in casa, quella sera.

Si assicurò di questo lasciando la chiave infilata nella serratura della porta, sperando così di poterlo bloccare fuori e guadagnare tempo, qualora fosse arrivato prima del previsto.

Le pillole, tutte le sue pillole, erano lì per lei. La guardavano, pallidi occhi bianchi sul pavimento, in attesa di essere assorbiti e di mandare in tilt l'intero sistema operativo.

Sapeva cosa potevano provocarle gli antidepressivi normali.

Sapeva anche cosa sarebbe successo se avesse abusato dello spray che, a fianco alle altre medicine, si ergeva in tutta la sua brillante potenza.

Non sapeva cosa sarebbe successo prendendole tutte insieme.

Aveva una vaga idea, e quella fastidiosissima e penetrante lampadina che le si era accesa nel cervello non era luminosa, ma cupa e nebbiosa, e le sussurrava nell'orecchio tante cose insieme, forse sconnesse, ma comunque sensate.

Quell'idea odorava di Morte.

***

Non avevano ancora fatto pieno effetto che già si chiese se non avesse fatto una cazzata gigante.

Come faccio anche solo a colpire qualcuno, se il mio braccio è così molle?

Aveva preso la prima decisione stupida della nottata e tutto sarebbe andato a rotoli, lo sapeva già.

Nonostante ciò, doveva proseguire.

Prese tutti i soldi che aveva in casa. Erano un gruzzolo importante, lo sapeva, e stava per liberarsene come niente.

Li mise nello zaino che aveva sistemato alle sue spalle.

I mobili avevano iniziato ad oscillare. I confini erano tremolanti, come se aprissero la porta ad un nuovo universo.

Rose immaginò che fosse molto più bello di quello in cui si trovava. Lì, forse, non tremava nulla.

Implorò alla casa di stare un attimo ferma, di calmarsi, prima di mettersi a danzare di nuovo, perché aveva bisogno di stare in piedi, di prendere i libri, le fotografie, i vestiti, perfino le sue parrucche, e di buttarle a terra.

Pensò brevemente a Niko. Poveretto, ci avrebbe rimesso anche un po' delle sue cose. O forse no, forse quella casa così liquida avrebbe spento tutto prima che il danno si spargesse troppo.

Si stese a terra, baciò il pavimento, fece per abbracciarlo, e poi si rotolò sulla schiena.

Il soffitto si era aperto per lei, c'erano le stelle a comunicarle in Morse.

Si illuminavano e si spegnevano. Le ricordavano la sua missione.

***

Non era facile, provocare la scintilla. Nonostante di fronte a lei fosse impilata una moltitudine di quei pessimi tessuti sintetici con cui era solita coprirsi, la fiamma arrivò in ritardo, e a fatica.

CENERE A GODGRAVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora