45-Nate

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Non è possibile che non riusciamo a trovare un attimo di pace, ultimamente ne capita una dietro l'altra. La vita di Rebecca potrebbe essere usata a mani basse per farne una serie TV drammatica. Tra la mamma che sembra la strega di Biancaneve e il padre che fugge d'altra parte del paese, sta messa piuttosto male. A tutto questo aggiungiamo i miei cazzo di casini, giusto per completare il quadro già piuttosto drammatico.
<<Scusa, doveva asciugarsi lo smalto>> mi dice Rebecca appena entra in macchina, sventolando le mani davanti alla mia faccia.
<<Be', non dici niente?>> Mi domanda con le mani sui fianchi.

<<Cioè davvero ti aspetti che commenti questa roba?>> Le chiedo inarcando un sopracciglio.

<<Sei proprio antipatico>> mette il broncio incrociando le braccia al petto.

<<Se vuoi, posso commentare tutto il resto...>> Il suo corpo perfetto è fasciato da un vestito aderente celeste che le arriva a metà coscia, con uno scollo rotondo che le evidenza fin troppo quelle cazzo di tette.
<<Il problema è che non siamo soli e mi sta sul cazzo che Liam ti guardi tutta la sera>> mi lamento mettendo in moto, appena mi ricordo di lui.

<<Mi hai chiesto tu di venire, ti sei già pentito?>>

<<No, ti volevo con me.>>
E non per fare un dispetto a Liam, ma avevo bisogno che ci fosse anche lei.

<<Carini questi pantaloni neri>> fa risalire una mano tra le mie gambe, ultimamente è molto più intraprendente con me.

<<Se non fossimo così in ritardo, ti avrei già trascinata sui sedili posteriori.>> Le dico voltandomi a guardarla.
<<Dove andiamo?>>

<<In un locale fuori città che ha prenotato il padre di Liam, non ci sono mai stato.>>
<<Come stai, piccola?>>
Ha passato l'inferno nell'ultima settimana, nonostante finga che non sia così.

<<Bene>> si limita a dire guardando fuori.
<<Perché mi racconti bugie?>>
<<Non mi va di parlarne, hai già i tuoi problemi.>> Mormora malinconica sollevando le spalle verso l'alto.

<<Invece io voglio che me ne parli, sempre.>>
Non ho mai conosciuto qualcuno che metta così tanto un'altra persona davanti a sé stessa, come fa Rebecca con me.
<<È questo il locale?>> Mi chiede guardando fuori dal finestrino appena accosto nel parcheggio.

<<È sempre stato un po' megalomane il padre di Liam.>> Le feste di compleanno di Liam le attendevamo tutto l'anno, ogni volta si inventava un'idea stravagante.

<<Non sarò troppo semplice?>> Mi chiede Rebecca guardandosi il vestito.
<<Sei bellissima, Reb.>>
Appoggio una mano sulla sua guancia e faccio scivolare la lingua sul labbro inferiore prima di essere travolto dalla sua.
<<Se continui così, ti scopo davvero sui sedili posteriori.>> Aggiungo sfiorandole le labbra umide con il pollice.

<<Dai, andiamo>> sussurra sorridendo.

<<Ho un attimo un problema tecnico.>> Indico con il capo l'erezione tra le mie gambe su cui ricade il suo sguardo lascivo.
<<Tu hai proprio voglia di farti scopare>> le sussurro all'orecchio facendo risalire un dito tra le sue gambe, le sposto il tessuto delle mutandine di lato e le sfioro le carni morbide.

<<Nate, siamo in ritardo...>> Ansima sulle mie labbra.

<<Sei fradicia, piccola>> affondo il dito più in profondità strappandole un gemito, cazzo quanto mi piace sentirla ansimare.
<<Sto pensando a mille modi in cui vorrei farlo con te adesso...>>
All'improvviso il mio cellulare inizia a squillare e mi costringo ad allontanarmi.
<<Che vuoi?>>
<<Volete uscire da questa cazzo di macchina?>> Sbotta Alex dall'altro capo.
<<Ma la smetti di perseguitarmi?>>
<<E tu la smetti di appartarti nel bel mezzo di un parcheggio?>>
<<Sto venendo, stronzo.>>
<<A lo spero per te...>> Ribatte allusivo prima di chiudere la telefonata.
Coglione.

-Broken Glass II -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora