66-Rebecca

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Lo stronzo vuole giocare, ma non sa con chi ha a che fare.
Inizio a rovistare nella mia valigia alla ricerca della cosa più sexy che ho, spero di aver portato qualcosa per mandarlo fuori di testa.
<<Tataa>> urlo appena trovo il  vestito bianco che mi arriva appena sotto al sedere con i ricami che lasciano intravedere leggermente l'intimo.

<<Hai trovato i gioielli della corona, Scott?>> Solleva appena la testa, mentre si allaccia le scarpe.

<<Molto meglio>> prendo tutto e corro in bagno sotto il suo sguardo confuso.
Nate indossa un paio di bermuda blu, una canotta bianca aderente e una camicia floreale a mezze maniche aperta.
È lui quello illegale al momento.

<<Quanto cazzo sei lenta>> lo sento borbottare da fuori al bagno.
Apro la porta di botto e lui spalanca la bocca appena mi vede.
<<Dove cazzo credi di andare vestita così?>> Mi osserva dalla testa ai piedi.

<<Non ti piaccio?>> Gli dico mettendomi una mano sui fianchi.

<<No, per niente>> sta mentendo, me ne accorgo da come si morde il labbro fissandomi il seno.

<<Be', a me piace>> lo supero sculettando di proposito.

<<Perché hai deciso di farmi finire dietro le sbarre stamattina?>> Mi domanda sarcastico, mentre entriamo in ascensore.

<<Secondo me, ti piaccio>> lo spingo con la schiena contro la parete dell'ascensore e lui mi stringe il culo con entrambe le mani.

<<Vuoi provocarmi, Scott?>> Mi succhia il lobo e mi lascio andare reclinando la testa all'indietro.
<<Che inizino i giochi>> aggiunge  sfiorandomi appena tra le gambe costringendomi a chiudere gli occhi.
Le porte dell'ascensore che si aprono per fare entrare un bel po' di gente, mi salvano.
Indietreggio fino a spingere il fondoschiena contro il suo bacino, poi lancio di proposito a terra la mappa della città, mi piego per prenderla e risalgo lentamente strusciando su di lui.
<<Tutto okay, Nate?>> Bisbiglio al suo orecchio appena noto i suoi occhi infuocati.

<<Stasera mi puoi pregare anche in ginocchio, ti faccio piangere.>>Mi attira contro di lui per farmi sentire l'erezione massiccia che ha tra le gambe.

Usciamo entrambi dall'ascensore con il fiato corto, come se avessimo corso.
<<Dove andiamo?>> Gli domando guardandomi intorno.
<<Eh?>> Risponde sbattendo gli occhi, come se stesse dormendo.
<<Nate, mi ascolti?>>
<<In realtà no, sto pensando solo a scoparti in questo momento.>> Mi dice con voce roca spingendomi contro un lampione della luce.

<<Devi aspettare a stasera, ricordi?>> Gli sussurro sulle labbra.

<<Io voglio riportarti di nuovo in camera, giuro che ci vado piano...>> Vederlo scongiurare in questo modo mi fa morire dal ridere.
<<Soffrirai fino a stasera.>> Gli stampo un bacio sulle labbra e mi allontano.

<<Ti piace giocare, Scott?>>
<< A te no, Anderson?>>
La verità è che piace ad entrambi stuzzicarci fino a portarci oltre il limite della decenza.

Prendiamo la metro e ci sediamo in un vagone stranamente vuoto, nonostante ciò preferisco sedermi sulle sue gambe.
<<Non puoi sederti di fianco?>> Sbotta indicandomi in sedile vuoto.

<<Peso troppo?>> Spingo il sedere tra le sue gambe.

<<Le stai provando tutte per farti trascinare nel primo bagno che trovo per scoparti come si deve.>>

<<Io sto semplicemente seduta, se ti girano in testa questi pensieri osceni che colpa ne ho?>>
Sbatto le ciglia fingendomi ingenua e lui si porta una mano sulla faccia.
<<Quanto cazzo sei competitiva, Scott.>>

Decidiamo di raggiungiamo la spiaggia di Cocoa Beach che è una delle più vicine al nostro hotel, così non siamo costretti ad allontanarci troppo.
Appena arrivati Nate si spoglia velocemente come un bambino che vede la prima volta il mare e si lancia in acqua facendo una tripla capriola.
<<Ti tuffi o devo trascinarti con la forza?>> Mi urla da lontano scompigliandosi i capelli bagnati.
È dannatamente bello.
<<Altri due minuti>> mi sollevo sulle punte ogni volta che un'onda batte contro le mie gambe facendomi rabbrividire.
<<Non ti azzardare>> lo ammonisco quando lo vedo nuotare verso di me.

<<Quante storie, Scott>> mi solleva in braccio e mi lancia in acqua.

<<Ma sei stronzo>> urlo sputando l'acqua salata appena riemergo e lui scoppia a ridere.
È bello da morire quando sorride.

<<Fosse stato per te, avremmo fatto notte.>>
<<Prendi questo, Nate>> gli urlo da lontano.

<<Cosa?>>
Afferra al volo il pezzo di sopra del costume bianco che gli ho appena lanciato, quando rialza la testa mi guarda con un'espressione indescrivibile.
Mi raggiunge in meno di dieci secondi, non ne capisco tanto di nuoto, ma è proprio veloce.

<<Cerchi qualcosa, Anderson?>> Mi prende in braccio senza parlare e mi infila la lingua in bocca con irruenza, io reagisco con altrettanta smania, più che un bacio sembra una lotta.

<<Quanto mi fanno impazzire.>> Sussurra roco e io gli circondo i fianchi con le gambe per lasciargli libera la mano che usa per palparmi il seno.
Adoro quando lo fa.
<<Sei salata, Scott>> solleva lo sguardo su di me, continuando a succhiarmi il capezzolo bagnato che appena entra in contatto con le sue labbra spinge verso l'esterno come se non vedesse l'ora farsi succhiare.
Chiudo gli occhi e mi lascio andare completamente, mentre continua succhiarmi il capezzolo.
Mi lascio andare un po' troppo, dal momento che riesce a portarmi quasi oltre il limite.
<<A stasera, piccola>> mi sussurra sulle labbra, prima di lasciarmi lì da sola.

<<Ma che brutto stronzo>> provo a raggiungerlo, ma è arrivato quasi a riva, io ci impiego il doppio.
<<Grazie per avermi aspettata.>> Gli dico indispettita appena lo raggiungo.

<<Non ti ho aspettata, ho un problemino tecnico qui sotto...>> Mi indica l'erezione che si nasconde sotto i pantaloncini del costume.

<<Ben ti sta!>>
Gli schizzo l'acqua in faccia e raggiungo la riva, mi sdraio a pancia sotto e slaccio il costume per evitare che mi lasci il segno bianco.
Relax.

-Broken Glass II -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora