2- Thomas

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Vorrei capire cosa ha spinto Rebecca a fuggire via in quel modo, mia mamma le avrà sicuramente detto qualcosa di pesante, usando i suoi modi di merda.
La macchina di Nate si ferma davanti al vialetto di casa mia, scende dalla macchina con una sigaretta impigliata tra le labbra e mi raggiunge.
<<Sta bene>> mi dice prima che glielo chiedo io, sprigionando il fumo nell'aria.

<<Ma cosa è successo?>>

<<Tua madre cosa ti ha detto?>> Indica con il capo l'ingresso di casa.

<<Solo che Rebecca ha esagerato come al suo solito, poi è uscita e non è ancora rientrata.>>

Nate davanti alle mie parole spalanca gli occhi sbalordito.
<<Cioè le ha sganciato una bomba del genere e poi è sparita?>>

La portiera dal lato del passeggero si apre e Rebecca scende dalla macchina stropicciandosi gli occhi assonnati.
<<Thomas, quella stronza vuole lasciare papà, distruggerà la nostra famiglia, non le importa più niente di noi.>>
Temevo che si trattasse di questo.

<<Te la ricordi la nostra frase, Reb?>> Le chiedo avvolgendo un braccio intorno alle sue spalle.

<<Uniti per sempre?>> Tira su con il naso.

<<Qualsiasi cosa accada, noi non ci separeremo mai.>>
<<Rientra in casa, ti raggiungo subito>> aggiungo prima di darle un bacio sulla testa.

<<Nate, grazie.>>

<<Non devi ringraziarmi.>> Mi risponde continuando a guardare Rebecca che entra in casa.

<<Invece sì, non eri tenuto a farlo.>> Non lo ringrazierò mai abbastanza per averla riportata a casa sana e salva, mia sorella è tutta la mia vita.
<<Nate, tra poco partirete per l'Italia, ti chiedo un favore enorme.>> Mi infilo le mani nella tasche dei jeans e appoggio la schiena contro la portiera della macchina.

<<La terrò d'occhio.>> Capisce al volo cosa volevo chiedergli.

<<Rebecca sconvolta per una cosina da niente è un conto, ma Rebecca stravolta in quel modo, diventa pericolosa...>>

<<Cosa intendi?>> Eh.

<<Controlla se mangia.>>

<<Eh?>> Mi chiede confuso, giustamente.

<<Ha sempre negato di avere un disturbo dell'alimentazione, ma ho i miei dubbi a riguardo.>> Ci sono stati periodi in cui Rebecca diventava così magra da intravedersi quasi le costole, è sempre stata al confine tra il giusto e il troppo.

<<Ma se è capace di mangiarsi una tavola calda intera.>> Esclama sarcastico scuotendo la testa.

<<Ma è anche capace di digiunare per giorni.>> Lo guardo serio e capisce che non sto scherzando.
<<Ora rientro, ti devo un favore enorme per averla riportata a casa sana e salva.>>

<<Non avrei chiuso occhio se non l'avessi trovata.>> Alza le spalle come per non dar peso alle parole che ha appena detto, gli passo vicino e gli assesto una pacca sulla spalla.

<<Niente eh?>>

<<Avere rotto il cazzo con questa storia>> prende le chiavi dalla tasca dei pantaloni e spalanca la portiera, io scoppio a ridere mentre guardo entrare in macchina il mio amico incasinato.

Quando rientro in casa, Rebecca è rannicchiata con le ginocchia al petto sulla poltrona del salone.
<<Cosa succederà?>> Mi domanda subito.

<<Non lo so, Reb.>>

<<Secondo te, papà lo sa?>>
Mi viene subito in mente la valigia sul suo letto, era più piena rispetto a quando parte di solito per uno dei suoi viaggi di lavoro.

Sentiamo le chiavi girare nella serratura e trasaliamo entrambi, non so per quale motivo.
<<Ragazzi, che novità trovarvi a casa>> mia mamma appende il soprabito all'attaccapanni, si toglie le scarpe con il tacco appuntito e ci raggiunge come se nulla fosse.

Rebecca scatta in piedi e le urla contro.
<<Ma ti rendi conto che ti stai comportando come se niente fosse?>>

<<Suppongo che tu abbia già spifferato tutto al tuo fratellino>> risponde stizzita, bacchettando Rebecca come se avesse fatto la spia su una cosa da niente.

<<Forse avresti dovuto dirmelo tu, non pensi? Ma considerato il modo in cui l'hai detto a Rebecca, preferisco che tu non l'abbia fatto>> alzo la voce serrando la mascella per il nervosismo.

<<Papà lo sa?>>
Le chiede Rebecca e lei si lascia andare ad una risata isterica.

<<Certo che lo sa, non avete visto la valigia?>>

<<Per quanto tempo starà via?>> Le chiede ingenuamente mia sorella, mia mamma osserva la mia espressione contratta prima di tornare a guardare lei.

<<Tornerà, tranquilla.>> Le sta mentendo guardandola negli occhi.

<<Vaffanculo, mamma>> sbatto la porta di casa e me ne vado.
Guido fino al campus che dista un'ora da casa e busso alla porta di Teresa, fregandomene altamente dell'orario.
<<Thomas>> sbatte gli occhi più volte, chiaramente confusa di vedermi.

<<Posso entrare?>>

<<Sembri fuori di te>> spalanca la porta per farmi passare.

<<Lo sono, perciò sono qua>>mi siedo sul letto.

<<Ti va di parlarne?>>

<<No, voglio solo distrarmi>> le strizzo il culo e la faccio scivolare a cavalcioni su di me.

<<Ai tuoi ordini, Thomas...>>

<<È troppo tempo che non ti scopo>> le sfilo la maglietta del pigiama.

<<Sono passate appena 24 ore>> mi dice scuotendo la testa sorridendo.

<<Appunto, troppo>> mugugna appena le succhio avidamente un seno strappandole un gemito.

<<Se l'anno prossimo entrerai in questo college, potremo farlo a tutte le ore>> sorride maliziosa.

<<Puoi giurarci, Tessy.>>

<<Mi piace quando sei tu a chiamarmi così>> mi morde il labbro inferiore.
Il suo sorriso mi fa dimenticare tutto il casino di poco fa, ho proprio perso la testa per questa ragazza dagli occhi verdi.

-Broken Glass II -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora