Restiamo entrambi a guardare Rebecca correre fuori, fino a quando svanisce dalla nostra vista.
<<Non ci riesci proprio a farti da parte per dieci minuti?>><<Ieri era sconvolta, volevo solo sapere se stesse bene.>> Solleva le spalle verso l'alto come per dimostrare che di lei non gliene frega un cazzo, ponendosi in netto contrasto con i suoi comportamenti.
<<Nate, non me le bevo le tue cazzate.>> Alzo la voce appoggiando i gomiti sul tavolo.
Da quando mia mamma è morta sono diventato molto più irascibile di prima e meno paziente.<<Problemi tuoi se soffri di insicurezza, non miei>> Solleva di nuovo spalle con finta indifferenza.
Poi ci si mette lui che ce la mette tutta per farmi girare le palle.<<Tu che invece appari sempre quando sono con lei, sei proprio una persona sicura.>> Sputo sarcastico scuotendo la testa, è una guerra persa provare a parlare con Nate.
Mi ignora deliberatamente, alza un dito e chiama la cameriera che gli sorride maliziosa.
<<Nate...>> La ragazzina si morde il labbro guardando la bocca di Nate.<<Mi porti un caffè?>> Lei annuisce continuando a guardarlo come se volesse scoparselo qui sul tavolo, davanti a me.
<<Non dirmelo, ti sei fatto anche la cameriera...>> Lo guardo alzando un sopracciglio, non so perché glielo domando se già conosco perfettamente la risposta.
<<Tanto tempo fa...>> Risponde annoiato guardando fuori.
<<Certo...>>
<<Parli come se tu fossi un santo.>> Sbotta indicando la mia figura con la mano.
<<Almeno non mi scopo chiunque mi capiti a tiro.>> Ci tengo a puntualizzare, non sono un santo, ma un po' di selezione la faccio a differenza sua che ha sempre scopato per pura noia.
<<Dimenticavo che il principe ha gusti raffinati.>> Mi stuzzica il bastardo.
<<Puoi dirlo forte, Nat.>> Mi infilo il cellulare in tasca, allungo una mano sul tavolo e bevo un sorso del suo caffè.
<<Ehi, è il mio.>> Si lamenta incrociando le braccia al petto.
<<Taci che condividiamo ogni cosa da quando siamo nati.>> Ci conosciamo davvero da quando eravamo in fasce, da piccoli ci scambiavano ogni cosa, compresi ciucci e chupachups.
Fino a qualche anno fa Nate era in fissa con quei cosi caramellati.<<Come facciamo per la storia di Napoli?>> Mi chiede cambiando discorso come al suo solito.
<<Non voglio fare lo stronzo insensibile, ma dobbiamo parlarne con Rebecca, altrimenti finiamo in tre cazzo di bare e al momento non ne ho voglia di assistere ad un altro funerale.>> Quella non è gente che scherza, soprattutto alla luce di quanto è successo ieri sera con Tony. Quando ha puntato la pistola contro la faccia di Nate, ho perso dieci anni di vita, nonostante tutto ci tengo a questo stronzo che ho davanti.
<<Non sei contento di liberarti di me?>> Solleva l'angolo della bocca in un mezzo sorriso.
<<Mi stai sul cazzo, ma non ti odio a tal punto, stronzo.>>
<<Mmh>>
<<Organizzo a casa mia e le parliamo?>> Propongo la prima idea che mi passa per la testa.
<<Solo noi tre?>> Mi domanda sbattendo gli occhi.
<<Dobbiamo organizzare una festa per parlarle?>> Quando c'è di mezzo Rebecca diventa ancora più strano del solito.
<<Ci vediamo stasera, ordina le pizze.>>
<<Addirittura, ti vuoi fermare a cena?>> Ora sono io che sono quasi sconvolto.
<<Si ragiona meglio a stomaco pieno.>> Sorseggia l'ultimo sorso di caffè prima di alzarsi, e usciamo dalla caffetteria insieme.
<<Liam, come mai da queste parti?>> Una ragazza con i capelli rossi mi guarda sbattendo le ciglia, ma non ho la più pallida idea di come si chiami.
<<Ehm...>>
<<Mary, mi chiamo Mary!>> Mi assesta una spallata e mi supera.
Nate scoppia a ridere platealmente con le mani sulla pancia.
<<Oh, oh... tu sì che te le ricordi tutte, principe.>><<Quanto ci stai godendo?>>
<<Questa è la dimostrazione che non sei tanto migliore di me, anche se fingi di esserlo.>> Si infila una sigaretta spenta in bocca e ne offre una anche a me.
<<Ero fatto quella sera.>> Appena glielo confesso, lui cambia espressione e resta con l'accendino a mezz'aria.
<<Cosa intendi per fatto?>>
<<Mi ero calato giù qualche pasticca...>> Sputo il fumo verso l'alto alzando il mento sul cielo azzurro.
<<Ecco perché conoscevi l'effetto quando è successo a Rebecca...>> Afferma pensieroso, come se stesse mettendo insieme i pezzi.
<<Sì, ma io ci stavo rimettendo la vita.>> È finita davvero di merda quella sera.
<<Perché l'hai fatto?>>
<<Mi avevano detto che mia mamma aveva solo un anno da vivere, tu non c'eri più e non lo so che cazzo mi è passato per la testa.>> È stato uno dei momenti più brutti della mia vita quando mi hanno dato la notizia che mia mamma da lì a poco sarebbe venuta a mancare. Lei è sempre stata il centro della nostra famiglia, era sempre allegra e spensierata. Portava allegria ovunque andasse, non c'era una sola persona che non le volesse bene.
Come potevo non essere distrutto?
Come mi manchi, mamma.<<Potevi dirmelo, lo sai che per te ci sono sempre stato.>> Mi guarda serio.
<<Nat, sei sparito quando ti hanno espulso.>>
<<E avevo tutte le ragioni per farlo, considerato che è stata colpa tua.>> Mi dice alzando la voce di un tono.
<<L'ho capito solo l'altra sera.>> Quando Emily ha fatto la stronza con lui di proposito solo perché io la guardassi, ho capito che avevo fatto un grosso errore.
<<Cosa hai capito?>>
<<Che aveva mentito su tutto, ho fatto una cazzata a non crederti, Nat.>> Ho rovinato il nostro rapporto per colpa di una che non se lo meritava.
<<Non ti aspetterai mica che ti abbracci?>> Mi dice alzando un sopracciglio e scoppiamo a ridere.
<<Sei proprio insensibile.>> Continuiamo a ridere insieme come non facevamo da tanto tempo.
Anche se non lo ammetterei neanche sotto le peggiori torture, mi manca la nostra amicizia, per me è sempre stato come un fratello. Non avendone mai avuto uno, gli ho voluto davvero bene come se lo fosse.
Forse non è un caso che tenessi così tanto a lui, considerato che siamo davvero fratelli.
Da piccoli eravamo davvero indivisibili, non esisteva un solo giorno che non ci vedessimo per uscire o allenarci insieme prima delle partite importanti. Lo stronzo quando era il nostro capitano ci faceva fare il culo ogni santo giorno, ha sempre avuto carisma da vendere. Non c'era un solo compagno che non gli portasse rispetto, quando sono subentrato a lui non è stato facile rimpiazzarlo mantenendo lo stesso livello della squadra, ma ci sono riuscito.
Ma nessuno è riuscito mai a sostituire lui.