<<Per la tua bravata di poco fa, Tony ce la farà pagare.>> Mi avverte Liam mentre percorriamo il corridoio.
Lo so bene, ma non me ne frega un cazzo al momento.
<<Io Ryan lo uccido prima o poi>> provo a chiamare Rebecca al cellulare, ma non risponde.
Cazzo, cazzo.<<Credo sia questa la stanza.>> Liam stringe la maniglia e spalanca la porta, ma dentro non c'è nessuno, a parte un biglietto su un tavolino posizionato davanti ad un divano marrone in pelle che dice:
Ti ho avevo detto di non perderla mai di vista.<<Ryan>> diciamo all'unisono io e Liam guardando il biglietto.
<<Porca puttana!>> Sferro un calcio contro il tavolino in vetro che va in frantumi.
<<Prova a chiamarla.>>
<<Credi non ci abbia già provato mille volte?>> Sbraito completamente fuori di me
<<Vedi perché non la volevo nella mia cazzo di vita, lo vedi perché?>> Aggiungo subito dopo.<<Datti una calmata, Nat.>> Mi ammonisce serio.
<<Mi sento male>> mi porto una mano sulla faccia sedendomi sul divanetto, poi la suoneria del mio cellulare sferza il silenzio e quando vedo il nome sul display il mio cuore di ferma.
<<Nate>>
<<Piccola, dove sei?>>
<<Sono in hotel, mi hanno detto che eravate andati via...>>
La ucciderei al momento, se non fossi così dannatamente felice di sentire la sua voce.
<<Reb, pensi davvero che ti avrei lasciata qui da sola?>>
<<Ehm...>>
<<Arriviamo>> le dico, mentre Liam mi osserva con le braccia incrociate.
<<È in hotel, quello stronzo voleva giocare.>>
I miei battiti iniziano a regolarizzarsi.<<Da quando ne soffri?>> Mi chiede incrociando le braccia al petto.
<<Di cosa?>>
<<Di attacchi di panico, Nat>>
<<Da quando mio padre è morto, ma era un bel po' di mesi che non ne avevo...>> Ho iniziato a soffrire appena dopo il suo funerale, la prima volta fu proprio quella notte, nonostante non lo avesse visto in quella fottuta bara, la mia mente non faceva che lanciarmi l'immagine di mio padre seppellito sotto terra. Ogni volta che chiudevo gli occhi rivedere la stessa immagine, arrivai al punto che avevo paura di addormentarmi.
<<Da quando c'è lei?>>
Sollevo appena gli occhi, ma gli basta come risposta perché mi conosce fin troppo bene.
Da quando Rebecca è entrata a far parte nella mia vita, tutto il casino che mi portavo dentro sembra essersi alleggerito di botto, non so come ci sia riuscita, ma sembra aver spazzato via tutta l'oscurità che mi perseguitava.
La rabbia che provavo ogni giorno sembra essersi dissolta nel nulla.
Le notti insonni si sono ridotte sempre di più, soprattutto da quando dormo con lei e la tengo stretta a me tutto il tempo.
Quella biondina capricciosa mi ha cambiato la vita senza neanche accorgersene.***
Quanto cazzo è lento l' ascensore di questo hotel stasera.
Entro nella mia camera che è completamente al buio, Rebecca è avvolta nelle coperte con l'avocado che le ho regalato tra le sue braccia.
<<Nate>> sussurra con la voce impastata dal sonno appena le bacio la guancia.<<Scusa piccola, non volevo svegliarti.>> Le accarezzo il viso con le nocche ruvide.
<<Tutto bene?>>
<<Quello stronzo di Ryan mi ha tirato un brutto scherzo, credevo ti fosse successo qualcosa...>><<Stai tremando, vieni qui>> si mette seduta al centro del letto e mi stringe tra le sue braccia esili.
<Mi dispiace di averti trascinata stasera...>> Mi sento una merda, non dovevo accettare.<<Ci ho solo scambiato due parole ed è finita lì.>>
<<Volevo tenerti lontana da tutto questo...>> Le dico dispiaciuto.
<<Non è successo niente, Nate. Spogliati e vieni a letto con me...>>