Brian mi distende sul letto e mi sposta di lato i capelli che ricadono sul viso.
<<Rebecca, come stai?> Mi domanda preoccupato per le mie pessime condizioni, sono uno straccio.<<Non ce la faccio più a soffrire così>> piango a dirotto, come faccio da due settimane ormai.
<<Vuoi che resti a dormire di nuovo con te?>> Mi domanda preoccupato.
Nelle ultime settimane è rimasto spesso a dormire con me mentre piangevo tra le sue braccia.<<Brian, grazie per tutto quello che stai facendo per me>> gli stringo la mano e lui mi sorride dolcemente.
<<Reb, ti voglio bene come volevo bene a mia sorella, non devi ringraziarmi.>>
<<Quando passerà questo dolore?>> Gli chiedo asciugandomi le lacrime.
<<Non so dirti quando, ma ti dico con certezza che passerà e quando succederà sarai più forte che mai.>> Mi rassicura accarezzandomi la guancia bagnata.
<<Ti voglio bene, mostriciattolo.>> Mi bacia sulla fronte prima di richiudersi la porta alle spalle.Quando resto da sola con i miei pensieri, realizzo che non posso più stare qui e continuare a vederlo, devo andare via.
Forse questa è l'unica soluzione per smettere di soffrire, non so cos'altro fare.
Mi alzo dal letto e tiro fuori due grosse valigie, ci infilo dentro tutti i miei vestiti senza neanche ripiegarli e mi siedo sopra per cercare di chiuderle.
Scendo le scale in punta di piedi, sperando di non incontrare nessuno e mi infilo al volo nel taxi giallo che mi aspetta fuori.
<<Dove la porto?>> Mi domanda il taxista richiudendo la portiera della macchina.<<Mi porti all'aeroporto, grazie.>> Mi volto a guardare la grossa villa che mi lascio alle spalle con le lacrime salate che mi bagnano ancora una volta le labbra.
Addio, Nate.