62-Rebecca

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Ieri sera devo essermi addormentata sul divano, dopo aver parlato con Nate, sono scoppiata a piangere e Brian per consolarmi mi ha offerto una vaschetta di gelato alla fragola che abbiamo mangiato davanti alla TV.
<<Rebecca, sei pronta?>> Mi domanda Brian bussando alla porta della mia camera.
Thomas è dovuto scappare di mattino presto e ha chiesto a lui di accompagnarmi a scuola.
<<Sì, arrivooo>> urlo prendendo al volo la mia borsa prima di aprire la porta.
Brian indossa dei pantaloni della tuta neri con le strisce laterali bianche e una maglietta bianca aderente, è strano vederlo con un look così informale.
<<Non uso solo giacche e camicie.>> Mi precede, come sempre.

<<Devi smetterla di entrarmi nella mente>> ribatto scherzosa.

<<Brian, possiamo fare una deviazione?>> Gli chiedo seguendolo in macchina.

<<Dove abita quel sociopatico del tuo ragazzo?>> Mi domanda alzando gli occhi al cielo.

<<Grazie, grazie.>> Gli dico stringendogli il braccio presa dall'euforia.
<<Giuro che ci metterò due minuti.>> Aggiungo ritornando sul mio sedile.

<<Non ho ben capito se passare del tempo con te mi faccia male o bene>> mormora pensieroso voltando a destra.

<<Perché dici così?>>

<<Mi ricordi davvero tanto mia sorella. Quando era euforica, sprigionava energia da tutti i pori, proprio come te. In casa portava sempre molta allegria, la adoravano tutti i domestici.>>

<<Quando vuoi parlarne, conta pure su di me>> gli accarezzo la mano, ma lui resta di ghiaccio con lo sguardo fisso sulla strada.
Brian in apparenza sembra il classico ragazzo ricco con la vita agiata, ma non è per niente così.
È molto paziente e generoso, soprattutto ho capito che di lui mi posso fidare e forse l'ha capito anche Thomas, altrimenti non mi avrebbe lasciata da sola con lui stamattina.

Dopo poco ci fermiamo davanti alla casa di Nate, scendo di corsa dalla macchina di Brian e raggiungo la porta di ingresso, ma prima che possa bussare, questa si spalanca e mi ritrovo davanti il fratello sbagliato.
<<Buongiorno, biondina>> mi saluta Alex, con il suo solito sorriso stampato sul volto, a differenza di Nate che ha sempre quel broncio stampato sul viso, motivo per cui lo chiamo "avocado imbronciato".
Il problema è che a me fa impazzire quel broncio.

<<Nate sta ancora dormendo?>> Gli domando guardando alle sue spalle.

<<Non è tornato a dormire...>> Si blocca appena vede la mia espressione corrucciata.

<<Non saltare a conclusioni affrettate, non so...>> Lo sento dire, ma ormai ho già raggiunto la macchina di Brian.

<<Sei stata di parola.>> Replica sarcastico il conducente.

<<Non ha dormito a casa.>> Dico in tono monocorde, guardando fuori dal finestrino.
La mia mente ha già elaborato un milione di ipotesi per niente piacevoli.

<<Sembri leggermente incazzata...>> Mi guarda di sottecchi trattenendo una risata.

<<Vaffanculo, Brian!>> Gli mostro il dito medio.

<<Dillo al tuo ragazzo, sorellina>> ride scuotendo la testa, prima di alzare la musica a tutto volume.

Quando arriviamo fuori scuola, si voltano tutti a guardare il fuoristrada costoso di Brian.
<<Ti guardano sempre così?>>

<<A volte.>> Si limita a dire sollevando le spalle.

<<Grazie per ieri sera>> gli dico sinceramente, prima di afferrare la maniglia della portiera.

<<Era solo gelato, ora vai a scuola.>> Mi fa segno con la testa di uscire.

<<Ehi... non trattarmi come una bambina>> gli punto un dito contro e lui ride divertito.

<<Hai un caratteraccio, Rebecca Scott>> mi urla dietro prima di uscire dal parcheggio della mia scuola.

Non mi ero accorta di Nate che si trova accanto alla sua moto con le braccia incrociate al petto e mi osserva senza dire una sola parola. Indossa gli occhiali da sole neri, uno smanicato grigio e un paio di pantaloni della tuta neri. Come se non fosse abbastanza sexy così, ha i capelli castani spettinati sul davanti che lo rendono dannatamente bello.
Ma sono incazzata, meglio che me lo ricordi.

<<Che ci facevi ancora con lui?>> Mi chiede mentre mi avvicino.

<<Thomas non poteva accompagnarmi.>>

<<Vedo che andate molto d'accordo voi due>> si scompiglia i capelli con una mano e mi inchioda con i suoi occhi nocciola.

<<Dove diavolo hai dormito?>> Gli domando alzando il mento.

<<Che cazzo te ne frega?>>Butta il fumo verso l'alto e mi osserva serio.

<<Vai al diavolo, Nate!>> Gli urlo contro prima di voltarmi di spalle e andarmene.

<<Torna qui, Scott.>> Lancia la sigaretta a terra prima di seguirmi.

<<State ancora litigando voi due?>> Ci chiede Jason che ci passa accanto con lo zaino in spalla.

<<Chiedilo a quello stronzo del mio ragazzo.>> Gli indico Nate dietro di me.

<<Adesso ti ricordi che sono il tuo ragazzo?>> Mi urla dietro nel bel mezzo del cortile e torno indietro infuriata più che mai.
<<Sei un nevrotico del cazzo!>> Gli dico ad un palmo dalle sue labbra puntandogli un dito sul petto.

<<Tu invece sei una pazza, bisbetica del cazzo!>> Ribatte incollando i suoi occhi sulle mie labbra e un brivido corre lungo la mia spina dorsale.
Perché deve esserci così tanta attrazione fisica anche quando siamo così infuriati?

<<Vorrei farvi notare che vi stanno guardando tutti...>> Jason si passa una mano dietro alla testa e si guarda intorno piuttosto imbarazzato.

<<Io me ne vado>> alzo una mano in aria e giro i tacchi.

<<Ragazzina, sono io che me ne vado.>> Nate mi supera e si avvia verso l'ingresso di scuola.

<<Non vi dimenticate della festa di staseraaa.>> Ci urla dietro Jason.
Cazzo, avevo dimenticato che stasera c'è la festa di compleanno della riccia.

-Broken Glass II -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora