59-Jason

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Non ho mai visto Grace incazzata nera come oggi, è andata via senza neanche salutarmi. Non volevo trattare in quel modo Rebecca, ma sono andato fuori di testa quando ho visto quel graffio sulle loro facce.
Dopo aver litigato con le ragazze, siamo venuti a casa mia per fumare un po' d'erba, era da tanto che non lo facevamo, ma stasera abbiamo fatto un eccezione.
<<Ne vuoi ancora?>> Nate mi passa la canna e me la porto alle labbra per fare un ultimo tiro.
All'improvviso Grace piomba con la sua macchina nel cortile di casa mia,  spalanca la portiera come una pazza e ci raggiunge stringendo i pugni.
<<La prossima volta che ti azzardi a dirle quelle cose, non mi vedi più.>> Mi minaccia puntandomi  il dito contro.
<<E tu, sei una grandissima testa di cazzo.>> Se la prende anche con Nate, che sputa una nuvola di fumo scura verso l'alto.

<<Di che cazzo parli?>> Sbotta con un tono apatico.

<<Quella ragazza sta passando l'inferno e non ha bisogno di ulteriori problemi. Mi hai capito?>>

<<La tua amica, mi sta nascondendo un mare di merda.>> Nate stringe il filtro tra il pollice e l'indice e se lo porta alle labbra.

<<Lo fa per proteggerti, stronzo!>> Grace gli strappa la canna da bocca e la lancia a terra.

<<Ma sei impazzita?>> La guardo sconcertato.
Ci siamo scelti le due ragazze più fuori di testa di tutta la cazzo di scuola.

<<Dimmi cosa mi nasconde Rebecca.>> Nate si alza in piedi infilandosi le mani nelle tasche.

<<Ti dico solo che ha accettato di scendere a compromessi con la mamma per te. Ti basta?>>
<<E cosa cazzo c'entro io?>>
<<Non posso dirti altro, fattelo bastare!>>
<<Ora mi è tutto più chiaro...>> Mormora sarcastico.

<<Rebecca tiene a te più di quanto immagini, non è mai stata una bugiarda, la conosco da quando aveva dieci anni. Ma farebbe di tutto per le persone che ama, anche mentire. Tu sei la persona a cui più tiene al mondo, oltre a Thomas.>> Grace parla a raffica senza fermarsi.

<<Grace, io voglio sapere la verità, non può continuare a mentirmi così.>> Le dice Nate con un tono di voce preoccupato.

<<In questo momento ha bisogno solo di qualcuno che le stia vicino. E credimi, non vuole me o Summer, ma vuole solo te.>> Gli dice con le lacrime agli occhi.

<<Bambina, stai piangendo?>> Mi alzo e le avvolgo un braccio intorno alle spalle.

<<Oggi era distrutta, non mi piace vederla così.>> Mi dice tirando su con il naso.

<<Mi farà impazzire quella ragazzina.>> Nate senza neanche pensarci un minuto, prende le chiavi della moto e scende i primi gradini della scala esterna di casa mia.

<<Mezz'ora fa era ancora con Brian.>> Gli urla Grace da lontano.

<<Ormai passa più tempo con lui che con te>> lo prendo in giro sghignazzando.

<<Jas, già mi girano abbastanza>> mi ammonisce prima di infilarsi il casco e dare gas alla moto.

<<Grace, oggi ho detto quelle cose perché mi sono spaventato per voi, non volevo prendermela con Rebecca.>> Le dico stringendola tra le mie braccia.

<<La ricatta di brutto, Jas. Oggi ci ha obbligate a fare una cosa terribile, ma non chiedermi altro perché non posso dirtelo.>>
<<Grace questa storia finisce male.>>
<<Lo temo anche io...>> Mi osserva preoccupata.
<<Ti va di entrare dentro?>> Con il capo le indico la porta.
<<Ma non c'è tuo padre?>>Mi domanda sbigottita.

<<Sì e quindi?>>
<<La cosa sta diventando seria...>> Le spunta un sorrisetto sulla faccia.
<<Ci ho ripensato, non entrare più.>> Metto un finto broncio.
<<No, ora non te lo puoi rimangiare> mi sgancia una gomitata scherzosa nelle costole.

<<Io che presento una ragazza a mio padre, penso che tra un po' venga giù il diluvio universale.>> Sospiro rassegnato spalancando la porta di casa.

<<Jas, cosa vuoi per cena?>> Mi chiede papà entrando in cucina in felpa grigia e pantaloni della tuta dello stesso colore, quando è vestito così sembra un mio coetaneo.

<<Capisco da chi hai preso la bellezza...>> Mi bisbiglia all'orecchio la riccia.
<<Ciao, finalmente ti conosco>> mio padre le allunga una mano per presentarsi.
<<Piacere di conoscerla, sono Grace.>>
<<Ti piace il sushi?>> Le domanda portandosi la cornetta all'orecchio.
<<Ehm... sì>> risponde Grace guardandomi di sottecchi.
<<Noi saliamo su, chiamaci quando arriva.>> Dico a mio padre spingendo Grace verso le scale.

<<Non fate niente di sconsiderato>> sghignazza dalla cucina.
Cosa mi tocca sopportare.

<<Hai un bel rapporto con tuo padre?>>
<<Non mi posso lamentare.>> Rispondo sollevando le spalle verso l'alto
<<Finalmente qualcuno che non abbia drammi con i genitori.>> Mormora sarcastica.

<<Nonostante i miei siano divorziati, sono sempre stati presenti con me.>>
I miei si sono lasciati quando avevo circa dieci anni, ma a differenza di tanti miei compagni che vivevano la separazione in modo drammatico, i miei non me l'hanno mai fatta pesare in alcun modo.

<<Non tutti la gestiscono così bene, quasi sempre ci si dimentica dei figli.>>
<<Ti riferisci a Rebecca?>> Mi siedo sul letto accanto a lei, sembra particolarmente toccata da questa faccenda.

<<Parlavo in generale, ma è anche il suo caso. Il papà è volato via e la mamma è una stronza che la ricatta, quella ragazza non fa che attirare sventure.>>
<<Perché sei così preoccupata per lei?>>
<<Non so, oggi ho avuto una strana sensazione quando le abbiamo parlato, sono piuttosto sicura che se non ci fosse stato Nate con lei, avrebbe già fatto qualcosa di sconsiderato.>>
Andiamo bene.
<<Nate, era incazzato nero dopo stamattina, si è fumato un bel po' di merda, spero che non faccia cazzate.>>
Il ragazzo è già irascibile di suo, figuriamoci dopo aver fumato.

<<Ci manca solo questo, dopo la giornata di merda che ha avuto Rebecca>> replica Grace sprofondando sul mio letto.

<<Ora possiamo pensare un po' a noi o dobbiamo ancora continuare a parlare di quei due incasinati dei nostri amici?>> Le infilo una mano tra le gambe.
<<Sei sempre il solito insensibile, Jas.>>
<<A quanto pare tu sei molto sensibile invece, dato che sei già bagnata...>> Le sussurro all'orecchio prima di infilarle tre dita dentro strappandole un urlo.
<<Cazzo, c'è mio padre di sotto.>> Mi alzo dal letto  e chiudo la porta con un calcio.

<<Ma non eravate amici?>> Mi domanda infilandomi una mano sotto alla maglietta.

<<Sì, ma nei limiti, cazzo.>> Le dico e lei scoppia in una risata fragorosa.

-Broken Glass II -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora