8.

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Torniamo a casa e l'atmosfera sembra essersi un po' rilassata.
È chiaro che nessuno vorrà più Luca in vacanza con noi, e io stessa sento che la nostra amicizia è iniziata e conclusa con questa vacanza.
Tony sale di sopra insieme a Yugi e Artie, mentre io rimango sotto con Neri e Luca, visto che devono dormire qui giustamente.
Prendo dei biscotti e mi siedo al tavolo, cercando di mantenere un minimo di normalità.

"Scusami, Alice. Veramente non volevo metterti a disagio," dice Luca, la sua voce un misto di sincerità e preoccupazione.

"Stai tranquillo," rispondo, mangiando i biscotti e guardando Neri che osserva la scena con le braccia incrociate.
La tensione nell'aria è ancora palpabile, e Neri non sembra per nulla convinto dalle scuse di Luca.

"Senti Ali, vai a dormire. Domani partiamo presto," dice Neri, cercando di chiudere la conversazione il più fretta possibile

Annuisco e mi avvio di sopra, sentendomi esausta.
Devo cambiarmi e struccarmi, che palle.
Entro in camera e vedo Tony già seduto sul letto, gli occhi fissi sullo schermo del telefono.
Mi tolgo gli stivali e li poggio vicino alla porta.
Prendo una maglietta e mi avvio verso il bagno per cambiarmi.
Mi pettino i capelli, ma devo ancora struccarmi.

"Devo struccarmi," dico scocciata rientrando in camera.

"Dormi truccata, no?" mi dice Tony, un po' confuso.

"Si rovina la pelle," rispondo, cercando di spiegare con pazienza.

"Ti aiuto?" mi chiede, e non so perché ma mi viene automatico sorridere.
Inoltre, è tardi e se lo fa qualcun altro al posto mio, è meglio.

"Si," dico.

Tony sbuffa, ma sorride e mi accompagna in bagno.
Mi siedo sul water chiuso e lui inizia a prendere i dischetti con un po' di struccante.
Mi prende il viso delicatamente e attentamente passa il dischetto sulla mia pelle.

"Ma è tutto nero," dice un po' sconvolto.

"Cosa ti aspettavi?" dico ridendo.

Tony continua con cura, rimuovendo il trucco dai miei occhi e dal viso.
La sua mano è gentile e precisa, e per un momento mi sento protetta.
Finisce di struccarmi delicatamente e poi mi lavo il viso con un po' di sapone.
Lui butta i dischetti e mi aspetta fuori, appoggiato allo stipite della porta.

"A dormire?" mi chiede con un sorriso.
Annuisco, seguendolo verso il letto.
La mattina dopo partiamo presto.
Riusciamo a fare una breve colazione prima di metterci in viaggio.
La strada è un po' trafficata e i posti in macchina sono sempre gli stessi: io e Tony sul sedile posteriore, Neri davanti e Yugi al volante, visibilmente stressato.
Artie e Luca hanno preso un taxi. Beati loro, penso mentre siamo bloccati in coda da mezz'ora.

"Che palleeee," dice Yugi, battendo le mani sul volante.

"Madonna, calmati," risponde Neri, visibilmente irritato dalla situazione.

"Beato Artie," dico io, immaginando quanto più comodo dev'essere il taxi.

"Secondo me si sta rompendo le palle a stare con quel noioso," ribatte Yugi, ridendo.

"Francesco," dico girando gli occhi, cercando di mantenere la calma.

"Ha ragione," dice Neri, appoggiando Yugi.

Tony rimane in silenzio, concentrato sul suo telefono.
Lo vedo scrivete ogni tanto.

"Tony, senti, fai una mista grazie," dice Yugi improvvisamente, cercando di distrarsi.

Neri lo guarda male, visibilmente contrariato dall'idea.

"Oh, finalmente qualcosa da fare," dice Tony, prendendo lo zaino con un sorriso che mi fa venire da ridere.

Osservo attentamente Tony mentre prende il tabacco e le cartine.
Le sue mani tatuate si muovono con una precisione quasi ipnotica.
Le dita lunghe che piegano la cartina con una destrezza che non riesco a non ammirare.
Mi perdo a guardarlo, notando ogni piccolo movimento, il modo in cui sfiora il tabacco e lo distribuisce con cura.

"Tieni bro," dice Tony passando la sigaretta a Yugi.

"Grazie," dice Yugi, visibilmente irritato ma sollevato dal gesto.

Finalmente la coda si libera e ci muoviamo con più agilità.
Yugi ci porta tutti a casa.
Quando arriva il mio turno, gli do un bacio sulla guancia per ringraziarlo.
"Grazie di tutto,France," dico con un sorriso.

"Figurati, Ali. A presto ," risponde lui.

Entro in casa e saluto mia mamma con un abbraccio. "Ciao mamma," dico.

"Ciao Amore, com'è andata la vacanza?" mi chiede con un sorriso affettuoso.

"Bene, ma faceva un caldo in quella macchina," rispondo, dirigendomi verso il bagno.
Non vedo l'ora di farmi una doccia.
Mi fiondo in doccia, sentendo finalmente l'acqua fresca scorrere sulla pelle.
È un sollievo incredibile dopo il viaggio caldo e stancante.

Lei resta.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora