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La mattina mi sveglio piuttosto tardi, fortunatamente è lunedì e ho il giorno libero. Meno male. Sento già delle voci provenire dal piano di sotto, qualcuno sta chiaramente urlando. Probabilmente è Artie che discute con gli altri, come al solito. Dormire in tuta non è stata un'idea brillante, quindi l'ho tolta nel bel mezzo della notte.

Mi guardo velocemente allo specchio in bagno: l'aspetto è quello che è, ma almeno i capelli sono pettinati. La situazione di ieri sera mi ha lasciata un po' così, abbiamo flirtato, ma alla fine non è successo nulla di più . In fondo va bene così.

Scendo le scale e li trovo tutti in cucina intenti a mangiare. Artie, Tony, e Yugi mi salutano in coro, ma c'è un'aria un po' strana. Avverto una tensione sottile, come se stessero parlando di qualcosa che preferirebbero non condividere con me. Mi siedo dopo aver preso il latte dal frigo e cerco di leggere la situazione.

"Comunque, dicevo, secondo me non è un dramma," dice Artie, continuando una conversazione che evidentemente è iniziata prima che arrivassi.

Tony risponde un po' irritato, "Mah..."

Yugi, con la sua tazza di caffè in mano, cerca di stemperare la tensione. "Ma sì, dai, fra," dice in tono pacato riferendosi a Artie.

"Ma di che state parlando?" chiedo, cercando di capire cosa mi sono persa.

Tony alza lo sguardo verso di me, un po' esitante. "Ale."

"Eh?" ribatto, confusa. Non capisco subito di cosa stiano parlando.

"Cosa?" interviene Yugi, visibilmente sorpreso.

"Che è successo?" chiedo di nuovo, il cuore che inizia a battere un po' più forte. Ale è un argomento delicato.

"Niente, solo che si è dichiarato e Tony non ha fatto un cazzo," risponde Artie, senza mezzi termini, facendomi gelare per un momento.

"Cioè, state ancora parlando di lui?" sbuffo, stufa di sentir nominare il suo nome.

"È mio amico," si giustifica Yugi, cercando di trovare un equilibrio tra me e gli altri.

Tony si mostra visibilmente infastidito dalla piega della conversazione. "Vabbè, non potevo menarlo, oh," dice scocciato, quasi difendendosi.

"Esatto," aggiunge Yugi, cercando di sostenere Tony.

"Non c'è niente di male in una sberla," conclude Artie, con il suo solito tono da duro, ma è chiaro che non è serio. Sta solo cercando di stuzzicare Tony.

Rimango un attimo in silenzio, prendendo un respiro profondo. L'ultima cosa che mi serve è un'altra discussione su Ale.

"Mah, siete tutti malati," dico bevendo un sorso di latte, cercando di chiudere la conversazione che sta prendendo una piega che non mi piace per niente.

"No, ho ragione," ribatte Artie, ostinato come sempre. Poi si gira verso Tony, con quella sua espressione decisa. "Zio, dovevi a menarlo."

Tony sbuffa, palesemente irritato. "Fratello, ma secondo te? Non sono come te, ho i miei limiti," risponde, il tono della voce che tradisce un nervosismo crescente.

Yugi interviene, cercando di riportare la discussione su un binario più ragionevole. "Esattamente. E poi, è mio amico. Sa che Ali sta con Tony, non può farci nulla."

Artie scuote la testa, non convinto. "Non vuol dire un cazzo. Tony, sei comunque più alto di lui, e fidati, continuerà a provarci," insiste, quasi come se stesse cercando di provocare una reazione da Tony.

"Poi, Ali ci è stata male," aggiunge Artie, girando la conversazione su di me.

Sospiro, sentendo la tensione aumentare nella stanza. "Intanto, avevo solo ansia, e poi hanno entrambi ragione," dico, cercando di spegnere il fuoco prima che divampi davvero.

Lei resta.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora