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Alla fine, riesco a riaddormentarmi e, quando mi sveglio di nuovo, Tony non è più lì. Immagino sia già sceso. Sospiro e prendo il telefono dal comodino. Mando un messaggio a mia madre, dicendole che la serata è andata bene e che tornerò a casa più tardi.

Mentre aspetto la sua risposta, mi soffermo a pensare a quanto l'estate stia volando via. Mi sento un po' giù all'idea che tutto questo stia per finire. Mi viene in mente che dovrei iniziare a pensare seriamente all'università. È strano, sembra tutto così vicino e allo stesso tempo così lontano.

In fondo, un po' invidio i ragazzi. Loro hanno la musica e stanno davvero facendo strada, tutti e quattro. È come se avessero già trovato la loro strada, mentre io sono ancora qui, a chiedermi quale sia la mia.
Ma forse è normale sentirsi così, specialmente quando le cose stanno per cambiare.

Decido di scendere e già mi preparo mentalmente a trovare un disastro totale. Invece, quando arrivo giù, vedo solo Yugi e Tony seduti a fare colazione.
Yugi sembra distrutto, probabilmente ha fatto after, mentre Tony, anche se l'ho visto dormire un po' prima, dà l'impressione di non aver chiuso occhio per niente.

"Ciao," dico, cercando di rompere il silenzio.

Yugi alza la mano per salutarmi senza troppa energia, mentre Tony mi fa solo un cenno con la testa. Non posso fare a meno di chiedermi dove siano finiti tutti.

"Gli altri?" chiedo mentre mi siedo al tavolo, sperando di avere qualche risposta.

"Alcuni sono già andati via, Neri e Papa pure. Artie penso stia ancora dormendo," risponde Yugi tra un boccone e l'altro.

Annuisco senza aggiungere altro.
Il silenzio cala di nuovo su di noi, mentre cerco di capire cosa fare della mia giornata e, in fondo, della mia estate che si sta lentamente spegnendo.

Yugi mi passa i biscotti, e proprio mentre sto per prenderne uno, vedo Tony tirare fuori il grinder.
Appena mi vede, la prima cosa che fa è prepararsi a fumare. Bene, perfetto.
Non riesco a sopportare che continui a fare così, e dentro di me sale un misto di fastidio e rabbia.

Lo guardo mentre trita l'erba, e alla fine, forse per colpa dell'alcol che ancora mi scorre nelle vene, mi esce un:

"Puoi non fumare?" La mia voce è più ferma di quanto mi aspettassi.

Tony alza la testa, sorpreso che io gli abbia rivolto la parola. Mi guarda per un attimo, e spero intensamente che non sia successo nulla di imbarazzante tra noi la notte scorsa. Con un sospiro, poggia il grinder in mezzo al tavolo, quasi con rassegnazione.

Yugi non dice nulla, ma so esattamente cosa sta pensando. Alla fine, rompe il silenzio:

"Vabbè, bella festa, no?" cerca di alleggerire l'atmosfera, ma Tony rimane muto. Io annuisco senza troppa convinzione, cercando di scrollarmi di dosso quella tensione che aleggia tra di noi.

"Oh uagnù, parlatevi che mi stanno cadendo," sbuffa Yugi, finendo il biscotto.

"Ma che vuoi," rispondo senza troppa convinzione, incapace di sopportare la situazione, ma anche di affrontarla direttamente.

"Eh, mi avete rotto un po' i coglioni, parlatevi e chiarite," sbuffa Yugi alzandosi dal tavolo con un'espressione stanca.

Tony rimane in silenzio, ma lo conosco abbastanza da capire che, in fondo, apprezza il gesto di Yugi. Io, invece, sento solo un crescente disagio.
Questo momento, questa pressione a dover parlare e chiarire... lo odio.

Perché devo sempre essere io quella che affronta tutto?
Mi sento frustrata, bloccata in questa situazione che non so come risolvere, mentre Tony sembra impassibile.

Lei resta.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora