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Il tempo passa velocemente mentre stiamo ancora tutti insieme. Dopo un po', Yugi propone di andare a prendere qualcosa da bere in un bar nelle vicinanze, e tutti accettano con entusiasmo. Nel gruppo ci sono anche Ginko, Ale, e Ciccio, che sono già sulla buona strada per il secondo giro di bevute. Io, invece, mi sento un po' fuori posto, forse anche a causa di quello che è successo prima.

Mentre gli altri si divertono e ridono, io continuo a pensare al volo di domani. Mi aspetta un risveglio prestissimo, e la prospettiva di dover tornare a casa per l'università mi pesa un po'. Inoltre, l'idea di essere sola non mi fa proprio saltare di gioia. Tony e gli altri si fermeranno in Sardegna ancora per un po', e anche se sono contenta per loro, non posso fare a meno di sentirmi un po' invidiosa. Se solo fosse estate, magari sarebbe più facile lasciarli andare.

Mi sento ancora a disagio per quello che è successo con Ale. Lo vedo che è stranamente silenzioso, non mi guarda nemmeno negli occhi, come se fosse lui a voler evitare qualsiasi confronto. Nel frattempo, gli altri continuano a coinvolgermi nelle conversazioni, scherzando e cercando di tirarmi su di morale. Li adoro, davvero, ma stasera non riesco a entrare nel loro mood. E ironia della sorte, proprio quando vorrei un po' di pace, sono tutti su di me.

Yugi nota il mio silenzio e mi lancia un'occhiata interrogativa, come per chiedermi se va tutto bene. Rispondo con un sorriso tirato, cercando di far finta di niente. Tony, che è sempre attento, mi scruta con una certa preoccupazione, ma non dice nulla. So che dovrei dirgli cosa è successo stasera, ma non voglio rovinargli la serata o causare ulteriori problemi.

Mi chiedo se sto facendo la cosa giusta, se dovrei affrontare subito la questione con Tony o lasciar perdere per stasera e rimandare tutto a quando sarò più lucida.

Mi appoggio alla spalla di Tony, cercando di trovare un po' di conforto mentre mangio qualche patatina.
Almeno sto migliorando con il cibo, anche se solo un po'.

Artie, sempre pronto a scherzare, butta lì un commento: "Ally è depressa stasera." Lo dice con il suo solito tono scherzoso, ma stavolta mi irrita più del solito.

Sospiro, cercando di trattenere l'irritazione.
"Non rompere i coglioni, Ivan," rispondo secca, lanciandogli un'occhiataccia.

Lui, ovviamente, mi risponde con un dito medio, come se niente fosse. Neri e Yugi, però, sembrano aver colto che c'è qualcosa che non va. Neri in particolare, lo vedo dallo sguardo che mi lancia, deve aver capito da prima che qualcosa mi turba.

"Sarà un po' stanca," interviene Tony, guardandomi con un misto di preoccupazione e comprensione.
Annuisco leggermente, cercando di non far trapelare troppo.
Effettivamente sono un po' stanca, ma non è solo quello, e lo sa. Però non voglio che si preoccupi più del dovuto, soprattutto stasera.

Ciccio, salta su con:
"Uagnu, facciamola bere!" Esclama con un sorriso, come se fosse la soluzione a tutti i problemi.

"No," rispondo subito, forzando un sorriso per non sembrare troppo scontrosa. L'ultima cosa di cui ho bisogno ora è l'alcol che mi annebbia ulteriormente i pensieri.

Alla fine, la conversazione si sposta su altri argomenti, ma non riesco a evitare di notare Ale che continua a rimanere in silenzio. Non mi guarda, sembra quasi che voglia diventare invisibile, e ogni tanto vedo Neri che lo osserva, come se stesse cercando di capire cosa gli passa per la testa. Anche questo mi mette a disagio, perché so che Neri ha intuito più di quanto voglia ammettere.

Mi rifugio nella mia bolla per qualche minuto, mangiando in silenzio mentre gli altri continuano a chiacchierare e ridere.

Artie, evidentemente in vena di fare battute, commenta: "Alessandro ha perso la lingua stasera." Lo dice con quel tono ironico che usa quando pensa di essere particolarmente spiritoso. Yugi, sempre pronto a seguire il flusso della conversazione, aggiunge mentre mette la heets nell'iqos: "In effetti, sembra proprio così."

Ale prova a difendersi con un mezzo sorriso, dicendo: "Ma va," cercando di minimizzare. Ma lo vedo che è a disagio, lo capisco dal modo in cui evita il contatto visivo e dalla tensione nei suoi movimenti.

Neri, invece, non sembra intenzionato a lasciar perdere. Lo vedo che lancia un'occhiata ad Ale, poi a me. È uno sguardo di sottintesi, come se volesse dire qualcosa ma stesse cercando di trattenersi. Il tutto non sfugge a Tony, che nota l'interazione e si volta a guardarmi, confuso e forse un po' sospettoso.

Dentro di me, sento crescere l'ansia.
Madonna Neri, ma che cazzo
Vorrei che tutto questo finisse, che la serata tornasse alla normalità senza ulteriori complicazioni.
So che Tony sta cercando di capire cosa sta succedendo, e non voglio che inizi a fare domande che non sono pronta a rispondere.

Alla fine della serata, arriva il momento dei saluti. Mi faccio avanti per abbracciare tutti, anche Artie, che di solito non è il tipo da lasciarsi andare a gesti affettuosi, ma stasera ci sta. Lo stringo e poi mi rivolgo al gruppo, cercando di mascherare la malinconia che sento.

"Oh, mongoli, non vi allontanate," dico con un mezzo sorriso, sperando che la mia voce non tradisca troppo la tristezza.

"Macché, ti pare," risponde Neri con la sua solita calma, cercando di tranquillizzarmi.

"Sei trimona," aggiunge Yugi ridendo, usando quel tono scherzoso che riesce sempre a strapparmi un sorriso, anche nelle situazioni più strane.

Artie, invece, come sempre, non dice nulla e si limita a spintonarmi leggermente, il suo modo silenzioso di dire "non ti preoccupare, ci siamo sempre."

Saluto anche Ciccio e Ginko, che mi fanno un cenno di saluto un po' svogliato, troppo presi dai loro discorsi. Quando arriva il turno di Ale, però, lo ignoro intenzionalmente. Non riesco nemmeno a guardarlo negli occhi, non dopo quello che è successo. C'è un peso nel mio petto che mi impedisce di fare altrimenti.

Una volta fuori dal bar, io e Tony ci avviamo verso l'Uber che ci aspetta. La notte è già calata e le strade sono illuminate solo dai lampioni e dalle luci dei locali. Saliamo in macchina e io mi appoggio subito a Tony, cercando un po' di conforto.

Tony mi guarda con dolcezza e preoccupazione, accarezzandomi i capelli mentre mi dà un bacio sulla fronte.

"Sei stanchissima, oh," mi dice con un sorriso, ma c'è una nota di apprensione nella sua voce, come se avesse già intuito che c'è qualcosa che non va.
Annuisco lentamente, guardandolo con un misto di incertezza e ansia.

"Prima... è successa una cosa," dico finalmente, la voce un po' esitante. Mi schiarisco la gola, cercando di trovare le parole giuste.

Lui si raddrizza un po', l'attenzione ora completamente su di me. "Che cosa è successo?" chiede, la sua voce seria ma calma, pronta ad ascoltare qualunque cosa abbia da dirgli.

Respiro profondamente, cercando di non lasciarmi sopraffare dalle emozioni. "Ale... ha detto che gli piaccio," sussurro, le parole quasi soffocate dalla tensione. "E ha cercato di avvicinarsi... ma l'ho fermato subito."

Tony mi fissa, e per un attimo il tempo sembra fermarsi. I suoi occhi, pieni di calore, si raffreddano per un istante, come se stesse cercando di elaborare ciò che ha appena sentito. Il suo braccio intorno al mio collo si stringe leggermente intorno a me, ma non dice nulla immediatamente.

Lui chiude gli occhi per un attimo, prendendo un respiro profondo come se stesse cercando di calmarsi.
"Hai fatto bene a dirmelo," dice infine, la voce un po' più dolce, ma ancora carica di tensione.
"Non è colpa tua, ma devo parlare con lui."

"Ma sei sicuro?" gli chiedo, cercando i suoi occhi per capire se davvero vuole affrontare Ale dopo quello che è successo. Non voglio causare ulteriori problemi.

"Sì, amore," mi risponde con un tono rassicurante, prima di darmi un bacio leggero.
"Tranquilla, poi ci parlo. Non devi preoccuparti."

Mi sento sollevata per averglielo detto, ma allo stesso tempo preoccupata per quello che potrebbe succedere. Mi stringo ancora di più a lui, cercando di trovare conforto nel fatto che almeno ora non ci sono più segreti.

"Non voglio tornare a casa domani," ammetto, la voce un po' spezzata dalla tristezza. "Mi mancherai."

Lui mi tira ancora più vicina, avvolgendomi con il suo calore. "Anche tu, tanto," dice con sincerità, baciandomi la testa. "Ma ci sentiremo sempre, e torneremo a vederci prima che te ne accorga."
Annuisco, cercando di non pensare a quanto sarà difficile stare lontana da lui.

Lei resta.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora