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Yugi guida tranquillo, lo sguardo fisso sulla strada, mentre l'oscurità dell'inverno avvolge la piccola Punto. Nonostante l'aria calda che esce dalle bocchette, sento ancora il freddo che filtra dai finestrini. Entrambi abbiamo la giacca addosso, e a pensarci, potrebbe davvero cambiarsela questa macchina. Con tutti i soldi che ha guadagnato con la musica, potrebbe permettersi qualcosa di meglio.

"Quindi come va con Tonino?" mi chiede, spezzando il silenzio mentre continua a fissare la strada.

Mi appoggio con la testa al finestrino, lasciando che il freddo del vetro mi calmi un po'. "Beh, con Tony tutto ok... più o meno. È solo un periodo un po' così, sai com'è."

Yugi annuisce lentamente, poi lancia un'occhiata veloce nella mia direzione. "Mh, sputa il rospo," dice, con quel tono che sa che c'è di più dietro alle mie parole. Mi conosce troppo bene per non capire.

Sospiro, sapendo che non ha torto. "Non lo so, è sempre impegnato... deve chiudere l'album, e poi, boh, tra di noi sembra tutto un po' piatto ultimamente. Ci vediamo, sì, ma... manca qualcosa." Faccio una pausa, incerta se andare oltre. Poi lo dico: "Sai, manca quello..."

Yugi non risponde subito, il suo sguardo torna alla strada, ma sento che sta riflettendo su quello che ho appena detto. Con lui posso parlare di tutto, ma quando si tratta di certi argomenti, come la nostra intimità, mi sento sempre un po' strana. Non perché non ci sia confidenza tra noi, ma perché France, per quanto amico stretto, è sempre un po' riservato su questi argomenti. Forse non gli piace immaginare i suoi amici in certe situazioni, e posso capirlo. Per questo ne parlo più con Neri, che è sempre più aperto e meno trattenuto su certe cose.

"Mah, Ali," dice Yugi, quasi sottovoce, come se non volesse intromettersi troppo.

Sospiro a mia volta. "Dai, Fra," gli dico, cercando di tirargli fuori una risposta più concreta.

Lui sospira, questa volta più forte, cercando le parole giuste. "Ci può stare, dai... state insieme da tanto ormai. Forse è solo lo stress," dice con una voce che vuole essere rassicurante.

"Può darsi," rispondo io, anche se dentro sento che c'è altro. "Vabbè, io ci metto del mio con tutte le mie insicurezze e le solite cose..."

Finalmente, Yugi parcheggia la macchina e spegne il motore, il che crea una specie di silenzio che rende la conversazione ancora più seria. "Beh, non sei la sola," dice lui, slacciando la cintura di sicurezza. "È normale avere momenti così, ci sta."

"Lo pensi davvero?" chiedo, mentre mi sistemo meglio sul sedile. Ora sono girata verso di lui, con la schiena poggiata alla portiera.

Yugi annuisce mentre toglie le chiavi dal cruscotto. "Sì, dai. Sai quanti ne ho avuti io di momenti così nelle relazioni? È normale avere alti e bassi."

"Ho paura, certe volte, che si stufi di me," dico, quasi in un sussurro, mentre abbasso lo sguardo e gioco con l'orlo della mia giacca, come se quella confessione fosse qualcosa che avevo tenuto nascosto per troppo tempo. La macchina continua a ronzare dolcemente, il calore che ci avvolge sembra quasi contrastare con il freddo pungente fuori.

Yugi mi guarda per un momento, come se stesse cercando le parole giuste. Poi sospira e dice con calma: "Ali, non si è mai impegnato così tanto come con te, lo sappiamo entrambi." Il suo tono è sicuro, deciso, come se volesse togliere ogni dubbio dalla mia mente.

La luce interna della macchina si accende un po' di più, e per un secondo tutto sembra più chiaro, anche i miei pensieri. Fuori dalla macchina vedo le luci dell'appartamento in lontananza, dove gli altri ci aspettano.

Lo guardo, cercando di trovare la forza nelle sue parole, ma l'insicurezza rimane lì, appesa a quel filo sottile che a volte sembra spezzarsi. "Tanto stasera c'è, no?" mi dice con un piccolo sorriso che sembra voler alleggerire l'atmosfera, il suo modo per dirmi che andrà tutto bene.

Lei resta.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora