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Il rumore della pioggia che batte contro le finestre del lago crea un'atmosfera rilassante, quasi intima. La cucina è avvolta da una luce soffusa, e il calore del riscaldamento appena acceso comincia a scaldare l'ambiente. Io sto mescolando la pasta, il profumo del sugo si diffonde piano, e sento una certa pace. Dopo il caos di questo periodo, questa pausa mi sembra necessaria, un respiro profondo tra le pressioni dell'università e la vita quotidiana.

Tony è tranquillo, come sempre.
Ha acceso il riscaldamento poco fa, e già il freddo dell'inverno sembra lontano. La casa è confortevole, quasi accogliente nonostante la pioggia e il vento fuori.

Il lago mi mancava tanto. L'ultima volta che siamo venuti era estate, e mentre ci sono stati dei momenti belli, alcuni ricordi non sono esattamente felici. Ma oggi, in questa sera di pioggia, sembra che quei ricordi stiano svanendo.

Sorrido tra me e me, mentre la pasta è quasi pronta. Anche se c'è scuro fuori, l'ambiente dentro sembra così caldo, così perfetto.

Tony si avvicina mentre cucino, il suo modo di controllare tutto anche in cucina, come sempre. Sento il suo abbraccio, le mani che si stringono attorno alla mia vita e quel contatto freddo della sua cinta che mi fa quasi sussultare. Mi bacia il collo, e i suoi baci sono lenti, umidi, quasi distratti ma allo stesso tempo intenzionali. Lo fa senza fretta, come se sapesse che abbiamo tutto il tempo del mondo.
Le sue mani scivolano lentamente più in basso, verso le cosce, e io sospiro leggermente, un sospiro che non posso trattenere.

"Che sospiro, mamma mia," dice con quel tono scherzoso, ma non smette di baciarmi.

"Mhmh," rispondo io, cercando di mantenere la mia calma esteriore, anche se la situazione mi piace più di quanto vorrei ammettere.

Spengo il fuoco della padella, il profumo della pasta si diffonde nella stanza, ma non è quello ad aver cambiato l'atmosfera. Quando mi giro, lo colgo in flagrante: si sta aggiustando la cinta con un piccolo sorrisetto che cerca di nascondere.

Mi viene da ridere, ma cerco di trattenermi, e gli alzo il cappuccio della felpa nera, come a prenderlo in giro.

"Ridi ridi," dice Tony con quel suo sorrisetto divertito, mentre mi prende le guance tra le dita, stringendomele leggermente, un gesto tenero  che ha sempre fatto che un po' mi mancava.

"Dai," ribatto ridendo, togliendogli la mano con entrambe le mie, sapendo già come andrà a finire. È sempre così con lui. Lui finge di essere esasperato, girando gli occhi con un piccolo sbuffo, ma non ci crede nemmeno lui.

Il suo sguardo si ferma su di me, come se stesse pensando a cosa fare dopo, un momento di esitazione. So già che Tony non resiste a lungo in queste situazioni, lo conosco troppo bene. I suoi occhi si abbassano per un istante, come a valutare la situazione, e io aspetto, sapendo che c'è qualcosa di divertente e familiare in questo gioco.

La pioggia continua a cadere fuori, e l'unico suono oltre a quello è il leggero crepitio del riscaldamento.

Mentre ci abbracciamo, sento il calore del suo corpo contro il mio, le sue braccia che mi avvolgono dolcemente, ma con fermezza. C'è una calma piacevole tra di noi, quasi rassicurante. Tony sospira piano, e questo piccolo gesto mi fa sorridere.

"Ora sei tu a sospirare," dico con un tono divertito, guardandolo.

Con quel suo sorrisetto appena accennato sulla labbra risponde: "Non voglio esagerare, scema."

C'è una piccola tensione nell'aria, ma è di quelle buone, quelle che ci sono quando sai che l'altra persona è presente, attenta. "Non stai esagerando," dico in modo tranquillo, lasciando che lui capisca che va tutto bene.

Lei resta.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora