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È mattina e la luce calda del sole entra nella stanza, svegliandomi lentamente.
Sono abbracciata a Tony che dorme ancora profondamente.
Mi alzo con delicatezza e controllo l'orario sul mio telefono: sono le 10:30.
Abbiamo dormito parecchio.
Prendo il telefono e mando un messaggio a mia madre per darle il buongiorno e aggiornarla che ieri sera è andato tutto bene, nonostante l'episodio con Artie. Spero davvero che stia meglio.
Mi alzo dal letto e vado in bagno, indossando solo una maglietta oversize di Tony e l'intimo.
Mi lavo il viso con un detergente, mi spazzolo i denti e pettino i miei capelli lunghi e biondi.
Decido di non svegliare Tony e apro la porta per andare a vedere come stanno Yugi e Artie.
Mi sento un po' imbarazzata a girare in solo una maglietta oversize, ma considerando che mi hanno visto in condizioni peggiori, non ci penso troppo.
Busso alla loro porta e Yugi mi apre.
Non sembra affatto assonnato, anzi, è sveglio e di buon umore.

"Giorno," dico, entrando.

"Buondì," risponde Yugi, abbracciandomi.

"Come sta?" chiedo, guardandomi intorno.

"Bene dai, stiamo sul balcone. Vieni."

Vedo Artie seduto sul balcone, che beve un caffè e mangia.
Probabilmente si sono fatti portare la colazione in camera.

"Giorno," dico, sedendomi accanto a lui.

"Buongiorno a te," risponde Artie, continuando a mangiare.

"Come va?" chiedo, osservandolo attentamente.

"Bene, Ali. Sto meglio," dice lui, con un sorriso stanco ma rassicurante.
Si vede che si è ripreso, anche se non del tutto.

"Mi fa piacere," dico, cercando di trasmettergli conforto.

"Raga,piscina stamattina?" chiede Yugi.

Io e Artie annuiamo.

"Quei due?" chiedo, riferendomi a Neri e Giulia.

"Eh, stanno già giù in piscina. Quando vogliamo," dice Yugi.

"Ok, mi preparo, sveglio Tony e andiamo," dico, dando un bacino sulla guancia a Yugi e una carezza sulla guancia ad Artie.

Mi dispiace davvero per lui.
Noi due non parliamo spesso per via dei nostri caratteri diversi, ma quando stiamo male si vede quanto ci teniamo l'uno all'altra.
Esco dalla camera, preparo un costume nero sul letto e mi cambio in bagno.
Esco e cerco di svegliare Tony.

"Mhmh," dice lamentandosi.

"E dai," dico saltandogli addosso.

"Mh," dice aprendo gli occhi. È tutto assonnato, che carino.

"Ti alzi?" chiedo guardandolo.

Lui annuisce e fa un piccolo sorriso.

"Perché sei in costume?" mi chiede con la voce ancora assonnata.

"Piscina, muoviti su," dico dandogli un bacio sulle labbra, prendendogli il viso con entrambe le mani.

Si alza lentamente come al suo solito, prende un costume dalla valigia e va in bagno.
Intanto, mi metto dei pantaloncini di jeans e prendo la borsa, aggiungendo solo la crema solare che stava sul comodino.
Tony esce dal bagno in costume, ancora mezzo addormentato, ma con un sorriso leggero.
Mi fa sorridere vederlo così.
Prendiamo tutto il necessario e usciamo dalla stanza, dirigendoci verso la piscina dove ci aspettano gli altri.
Il sole è già alto e promette una bella giornata di mare.
Stiamo lì fino a prima di pranzo più o meno.
Ci sono anche altre persone: bambini, ragazzi, famiglie. Un vero casino.
Artie non fa il bagno e sta lì tranquillo, Tony nemmeno, mentre Yugi, Neri e Giulia si divertono in acqua.
Tony sta fumando una sigaretta, io sono seduta ai piedi del suo lettino mentre Artie è su quello affianco.
Siamo all'ombra.

"Scusate per ieri," dice Artie, sbuffando.

"Ma scusa di che?" dico.

"Esatto," aggiunge Tony, aspirando dalla sigaretta.

"C'è l'ho messa io," dice Artie.

Guardo Tony e lui guarda me.

"Perché?" chiedo.

"Non lo so, io e Anna abbiamo chiuso," dice.

"Veramente?" chiedo confusa.

Lui annuisce.

"Vuoi spiegare?" chiede Tony, alzandosi leggermente.

Artie sospira, guardando il cielo per un momento prima di parlare.
"È stato un disastro. Litigavamo sempre e alla fine non ce l'abbiamo fatta più. Lei ha deciso di andarsene e io... io ho fatto quello che ho fatto."

"Non dovevi farlo," dico, cercando di essere comprensiva.

"Vabbè ormai è andata, hai sbagliato? Va bene, non sei da solo bro," dice Tony cercando di confortare Artie.

"Sì però forse non era il metodo migliore," dico guardando Tony per enfatizzare il punto.

"Non è facile. Se stai male, trovi sensazioni momentanee in quello. In ogni caso, non è il massimo mischiarla all'alcol," dice Tony, mentre aspira dalla sua sigaretta.

Artie resta silenzioso per un momento, annuisce e poi guarda il pavimento.

"Vabbè Artie, tranquillo. Yugi e gli altri lo sanno?" chiedo, cercando di capire quanto la situazione sia diffusa.

"Solo voi due," risponde Artie con un tono basso.

"Lo dovremmo dire?" chiedo preoccupata.

"No, sono solo stato male. Sapete tutti che c'era droga, ma non sapete chi l'ha messa," dice Artie cercando di mantenere un po' di controllo sulla situazione.

Io annuisco, cercando di accettare la sua richiesta, e Tony fa lo stesso.

"Va bene, facciamo così allora," dico cercando di concludere la conversazione su una nota positiva.
"Ma promesso niente più di queste cavolate, ok?"

"Promesso," risponde Artie con un mezzo sorriso, ma gli occhi tradiscono un po' di preoccupazione.

Tony gli dà una pacca sulla spalla.
"Siamo qui per te fratello,ricordalo."

Cerchiamo di rilassarci un po' di più, lasciandoci alle spalle la brutta serata precedente.
Tony finisce la sua sigaretta e si distende di nuovo sul lettino, mentre io mi sdraio accanto a lui, cercando di godermi un po' di sole.

Nel frattempo, vediamo Yugi, Neri e Giulia che si avvicinano dopo essersi divertiti in piscina.
Giulia si asciuga i capelli con l'asciugamano e ci sorride. "Pronti per il pranzo?"

"Sì, abbiamo fame," rispondo, alzandomi dal lettino e stiracchiandomi.

Tony si alza lentamente, mette via le sue cose e si sistema il costume.
Artie si alza anche lui, visibilmente più tranquillo, anche se ancora un po' stanco.
Ci dirigiamo verso il ristorante dell'hotel, dove ci aspetta un buffet abbondante.
La sala è luminosa e piena di gente, famiglie e coppie che parlano e ridono.
Troviamo un tavolo abbastanza grande per tutti noi e ci sediamo.
Nel pomeriggio decidiamo di andare al mare, dato che non ci siamo ancora stati.
I ragazzi, come sempre, corrono subito in acqua lasciandoci come due ebete con tutte le borse.
Per fortuna ci sono i lettini già disposti sulla spiaggia, così prendiamo quattro lettini, cioè due e due vicini, e sistemiamo le borse e gli asciugamani per tutti.

"Vedo che Artie sta meglio," dice Giulia riferendosi a lui mentre lo guarda nuotare con gli altri.

"Sì, credo di sì," dico, sistemandomi sul lettino accanto a lei.

"Peccato che io e Neri non abbiamo sentito il telefono prima," dice Giulia, sdraiandosi sull'altro lettino.

"Mhhh chissà," dico con un sorrisetto, pensando al fatto che in realtà io e Tony avessimo fatto peggio probabilmente.

"Ci stavamo solo baciando," dice lei, alzando le sopracciglia in un modo che non riesce a convincermi del tutto.

"Certo, certo," rispondo ridendo.

Ridiamo entrambe e ci mettiamo a prendere un po' di sole, chiacchierando di tutto e di niente.
La spiaggia è affollata ma rilassante, con il suono delle onde e delle persone che si divertono.
Il sole è caldo, ma una brezza leggera rende tutto piacevole.

Lei resta.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora